Era digitale: tra opportunità ed effetti negativi
Nell’era digitale, gli schermi sono parte integrante della vita quotidiana. TV, tablet, smartphone e pc: gli schermi circondano i bambini a casa, a scuola e in qualunque luogo essi si trovino.
Nonostante la tecnologia offra valide opportunità di apprendimento, trascorrere un tempo eccessivo davanti allo schermo dei dispositivi elettronici può produrre effetti negativi sul benessere fisico, mentale ed emotivo dei più piccoli.
Effetti sullo sviluppo dei bambini
È ormai noto che l’uso prolungato dei media su schermo può avere un impatto sulla salute dei bambini nel breve e lungo termine, aumentando il rischio di obesità, disturbi del sonno e scarso rendimento scolastico (Radesky, Christakis, 2016). Altri effetti negativi possono riguardare aree di sviluppo fondamentali.
Sviluppo cognitivo
I dispositivi multimediali dotati di schermi possono costituire una risorsa per l’apprendimento, come la LIM a scuola (lavagna interattiva multimediale). Tuttavia, un’esposizione massiva precoce ai media entro i primi 2 anni di vita può danneggiare lo sviluppo delle funzioni esecutive, come memoria di lavoro, flessibilità cognitiva (capacità di passare da un compito a un altro senza perdere di efficienza), autocontrollo comportamentale ed emotivo (Liu et al., 2022).
Sviluppo linguistico
Può essere intaccato anche dalla semplice visione in sottofondo della TV (Karani et al., 2022). Il tempo trascorso davanti allo schermo riduce la qualità e la quantità delle interazioni tra adulti e bambini, cruciali per l’acquisizione del linguaggio (Mustonen et al., 2022).
Sviluppo socio-emotivo
Una maggiore esposizione alla TV sin dai 6 mesi di vita è associata a elevata irritabilità nei lattanti, frequente pianto inconsolabile e comportamenti aggressivi; inoltre, avere un televisore nella camera da letto di un bambino di 6 anni predice una minore intelligenza emotiva e una minore capacità di comprensione emotiva a 8 anni (Oswald et al., 2020; Skalická et al., 2019).
E in adolescenza? Le ridotte ore di sonno indotte dal tempo trascorso davanti allo schermo, l’uso notturno dei telefoni e la dipendenza da essi sono associati a sintomi depressivi; la sovra-esposizione a contenuti violenti e iper-stimolanti attiva la dopamina e i circuiti cerebrali legati alla ricompensa, connessi a comportamenti di desiderio simili alla dipendenza da sostanze e a deficit di attenzione e iperattività (Lissak, 2018).
Sviluppo cerebrale
Uno studio condotto a Singapore (Huang et al., 2024) ha seguito 1026 diadi madre-bambino, a partire dal terzo mese di gravidanza fino ai 4 anni di vita dei piccoli, monitorando il tempo di esposizione in tenera età allo schermo a 1, 2, 3 e 4 anni.
Lo studio ha evidenziato come l’aumento del tempo trascorso davanti allo schermo, in particolare nei primi 2 anni di vita, produce cambiamenti nelle reti cerebrali coinvolte nelle abilità socio-emotive, accelerandone prematuramente la maturazione. Tali cambiamenti sono associati a maggiori difficoltà nei bambini di 6 anni nel riconoscere e regolare le proprie emozioni, comunicare i propri bisogni emotivi e risolvere conflitti o problemi sociali con l’empatia. Questo suggerisce che il tempo passato davanti allo schermo influenza lo sviluppo del cervello dei bambini e porta a capacità socio-emotive peggiori.
Leggere ai bambini per compensare gli effetti negativi dell’esposizione allo schermo
È possibile proteggere i nostri bambini, nativi digitali?
Lo studio di Singapore ha individuato un fattore in grado di moderare gli effetti deleteri dell’eccessiva esposizione precoce e passiva agli schermi dei dispositivi digitali. Si tratta del tempo di lettura condivisa genitori-figli: maggiore è il tempo trascorso insieme da genitori e figli nella lettura, minore sarà l’impatto del tempo passato davanti allo schermo sullo sviluppo cerebrale dei bambini.
Lasciare che i bambini indugino davanti allo schermo riduce la qualità e la quantità delle interazioni genitori-figli, diminuendo le opportunità di gioco condiviso o di scambi verbali e non verbali in grado di promuovere lo sviluppo cognitivo, emotivo, sociale e linguistico nei più piccoli (Hollenstein et al., 2017).
L’American Academy of Pediatrics raccomanda che la lettura genitore-figlio inizi il prima possibile dopo la nascita, per apportare benefici cognitivi e socio-emotivi a lungo termine (High et al., 2014): anche la lettura genitore-figlio è, infatti, un forte predittore dello sviluppo del cervello.
Secondo alcuni ricercatori (Ohgi et al., 2010), il coinvolgimento madre-bambino nella lettura di libri illustrati era costantemente associato a un aumento dell’attività neurale nei lobi frontali del bambino, fondamentali per la regolazione delle emozioni. Inoltre, è stata osservata un’attivazione neurale significativamente più elevata durante la lettura di libri illustrati rispetto alla visione di video. In altre parole, la lettura “fa funzionare” di più il cervello dei nostri piccoli, che i contenuti video.
Ciò suggerisce che impegnarsi in attività arricchenti e interattive come la lettura può fornire un cuscinetto contro le potenziali interruzioni dello sviluppo, causate dall’esposizione eccessiva allo schermo.
Raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
Ma quando l’esposizione allo schermo è da ritenersi eccessiva? L’OMS ci viene in aiuto con le sue linee guida del 2019 su attività fisica, comportamento sedentario e sonno, dedicate ai bambini al di sotto dei 5 anni.
- Bambini fino a 1 anno: l’esposizione a qualsiasi tipo di schermo è del tutto sconsigliata.
- Bambini di 2 anni compiuti: lo screen time (tempo davanti allo schermo) non dovrebbe superare 1 ora.
- Bambini di 3-4 anni: l’attività di visione dello schermo non dovrebbe superare la durata di 1 ora.
L’OMS specifica che a essere sconsigliata dai 2 anni in su è soprattutto l’esposizione passiva e sedentaria allo schermo, in assenza di stimoli che invitino al movimento o all’attività fisica (ad esempio, videogiochi musicali o di ginnastica).