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Il ruolo del trauma infantile nell’aumento della disregolazione emotiva

In seguito al trauma infantile spesso emergono un'elevata reattività emotiva, una minore consapevolezza delle emozioni e difficoltà nella loro regolazione

Di Marianna Lucibello

Pubblicato il 21 Apr. 2023

L’Organizzazione Mondiale Della Sanità definisce il trauma infantile come un insieme di esperienze avverse esperite prima del compimento dei 18 anni. Comprende molteplici forme di maltrattamento, come l’abuso fisico, emotivo e/o sessuale, il neglect, cioè la trascuratezza, sia fisico che emotivo e l’essere spettatore di abusi su persone vicine.

 

 È stato stimato come più di 300 milioni di bambini tra i due e i quattro anni subiscano percosse, punizioni fisiche o abusi psicologici da parte di adulti e più di 40 milioni vengono uccisi ogni anno a causa di maltrattamenti, che spesso vengono riferiti come incidenti. Eventi traumatici durante l’infanzia possono causare conseguenze a lungo termine, come la depressione, l’abuso di alcolici e anche problematiche evolutive dovute a cambiamenti strutturali del cervello (WHO, 2020). Infatti, i bambini vittime di maltrattamenti spesso mostrano importanti modifiche nella modalità di elaborazione delle informazioni sociali e tendono a focalizzarsi su stimoli paurosi. Inoltre, di solito mostrano un’elevata reattività emotiva, una minore consapevolezza in termini di emozioni, problemi di apprendimento emotivo e difficoltà nella regolazione delle emozioni (McLaughlin et al., 2020).

Trauma Infantile e Regolazione delle Emozioni

I primi studi incisivi sugli effetti dell’abbandono risalgono al 1949, quando René Spitz condusse un esperimento su bambini sottoposti a neglect sia fisico che emotivo. Egli osservò che nella maggior parte dei casi, un periodo prolungato di neglect portava ad un progressivo deterioramento e sottosviluppo della personalità dei bambini e che ciò causava marasma e morte entro il secondo anno di vita (Patterson & Hidore, 1997). Sebbene casi come questo siano estremi, la letteratura sugli effetti del trauma infantile concorda sul fatto che esso sia un forte fattore di rischio per l’esordio di psicopatologie sia nell’infanzia che in età adulta. Ad esempio, nel 1998, Felitti e colleghi riportarono di aver notato come i bambini vittime di maltrattamento mostrassero maggiori difficoltà nella regolazione delle emozioni rispetto ai bambini “sani”. In aggiunta, Heleniak e colleghi (2016), hanno riscontrato un’associazione tra esperienze traumatiche infantili, maggior reattività emotiva e maggiori risposte disadattive al disagio, sia dal punto di vista cognitivo che da quello comportamentale; secondariamente, hanno osservato che queste ultime svolgevano il ruolo di mediatore nella relazione tra trauma e psicopatologia.

Tuttavia, come affermato da Gross (2015), il processo di regolazione delle emozioni in età adulta è sfaccettato e complesso. È stato osservato come una carenza di strategie di regolazione adattive risulti nella difficoltà di controllo dell’impulsività e a tal proposito, Oshri e colleghi (2015) hanno condotto uno studio su un campione di studenti universitari, grazie al quale è emersa una correlazione tra problematiche relative al controllo degli impulsi, al comportamento goal-directed (orientato al raggiungimento degli obiettivi) e un comportamento dirompente. In particolare, in un campione di studentesse universitarie è stato osservato che esperire abusi emotivi durante l’infanzia era associato ad una diminuzione della chiarezza delle proprie emozioni, dell’accettazione di esse, a minori azioni goal-directed e ad un maggior discontrollo degli impulsi (Burns et al., 2010).

Genitori con un passato di maltrattamenti

 Un altro risultato importante di cui tenere conto in questo ambito è la trasmissione generazionale della capacità di regolazione emotiva quando un genitore è stato vittima di abusi a sua volta durante l’infanzia. In tale ambito, Osborne e colleghi (2021) hanno condotto uno studio avente lo scopo di esaminare il legame diretto e indiretto tra una storia di maltrattamento subita dal genitore e la capacità di regolazione emotiva nella prole. Esaminando un campione di 101 diadi genitore-figlio, è emerso che il trauma infantile subito dal genitore era fortemente associato a disregolazione nel figlio; inoltre, per quanto riguarda l’effetto indiretto delle esperienze avverse esperite dai genitori sulla prole, esso è risultato significativo quando i primi esibivano maggiori difficoltà nell’assumere comportamenti goal-directed. In particolar modo, questo studio ha evidenziato che le figlie di sesso femminile presentavano una maggior difficoltà nell’autoregolazione indipendentemente dalla storia di abusi dei genitori, mentre le capacità di regolazione emotiva genitoriale sembravano impattare più significativamente nella trasmissione intergenerazionale della disregolazione nei figli maschi.

Infine, Gruhn e Compas (2020) hanno condotto una revisione della letteratura volta a stimare l’impatto dei maltrattamenti nelle prime fasi della vita sulle strategie di coping e di regolazione emotiva durante il periodo di infanzia e adolescenza. Sono stati inclusi nello studio 35 articoli, dai quali è emerso che il trauma infantile era fortemente associato a scarse strategie di regolazione e di conseguenza ad alti livelli di disregolazione in entrambe le fasce di età. Questo studio ha inoltre evidenziato un aumento dell’evitamento (una strategia comportamentale che porta le persone a sottrarsi dall’esporsi a situazioni, persone, eventi temuti per evitare di affrontare l’emozione negativa che ne può derivare) e della soppressione emotiva (ovvero l’inibizione cosciente dell’espressione emotiva) nei bambini traumatizzati.

Conclusione

In conclusione, vi è un ampio corpo di letteratura riguardante l’impatto del trauma infantile sulla regolazione delle emozioni durante tutto il corso della vita della vittima, così come studi riguardanti la possibilità che la disregolazione emotiva possa essere trasmessa a livello generazionale da un genitore vittima di abusi durante le prime fasi della crescita alla prole sana.

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