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“Che cosa ci troveranno in lui?” Il fascino di alcuni tratti tipici della psicopatia

Nel mondo delle relazioni romantiche, sembra che particolari tratti della psicopatia rendano più vulnerabili al loro sottile e deleterio fascino

Di Carlotta Olivari

Pubblicato il 05 Nov. 2019

Un recente studio (Brazil &Forth, 2019) cerca di mettere in luce i motivi per i quali il genere femminile è spesso affascinato da alcuni tratti tipici della psicopatia.

 

Fedeltà, sincerità, ambizione, gentilezza, bell’aspetto, posizione sociale e disposizione di risorse sono solo alcune delle numerose caratteristiche che le persone ricercano in un potenziale partner e dalle quali sono attratte nelle prime fasi di una relazione romantica; questo avviene perché coloro che, almeno in parte, possiedono le qualità sopracitate sono spesso considerati compagni di vita meritevoli, in grado assicurare un rapporto affettivo stabile e soddisfacente (Moor, 2010).

Che cosa accade però nel momento in cui una persona si limita a fingere di essere così? Siamo davvero in grado di riconoscere la differenza tra ciò che realmente è e ciò che mostra?

Individui particolarmente abili a fingere, a ingannare e a giocare con le “regole del corteggiamento” sono quelli che nel linguaggio comune vengono definiti psicopatici.

Ma chi è realmente uno psicopatico? Il four-facet model, illustrato per la prima volta da Hare (2003), individua in quattro dimensioni psicologiche le peculiarità di questo disturbo: a livello interpersonale, lo psicopatico mostra un’elevata tendenza alla manipolazione, alla menzogna e a costruire rapporti superficiali; a livello affettivo, è comune la mancanza di rimorso e di preoccupazione per gli altri; a livello di stile di vita, si mostra disinibito, impulsivo e alla costante ricerca di sensazioni forti; infine, i tratti antisociali, lo rendono noncurante delle regole e dell’autorità e dotato di una scarsa capacità (e volontà) di controllare la rabbia.

Brazil e Forth (2019), in uno studio pubblicato su Evolutionary Psychological Science, si sono concentrati sul quadro scientifico evolutivo per individuare le caratteristiche che rendono uno psicopatico attraente agli occhi dell’altro sesso, indagando la loro capacità di fingere qualità positive e di mostrarsi accattivante manipolando il punto di vista altrui.

Alcune ricerche hanno sottolineato come, a livello evolutivo, molti tratti tipici della psicopatia possano essere stati utili per ottenere benefici dal prossimo, in particolare nell’ambito sessuale: i comportamenti di aggressività sessuale, di coercizione, di prevaricazione dell’altro e la capacità di esagerare le proprie doti positive, hanno permesso agli individui di trovare partner sessuali e di riprodursi con più facilità rispetto ad altri uomini che non adottavano questi comportamenti (Book et al., 2018).

La sexual exploitation hypothesis of psychopathy (letteralmente “l’ipotesi dello sfruttamento sessuale della psicopatia”) postulata dagli autori dello studio afferma che i tratti tipici della psicopatia si siano mantenuti nel tempo poiché utili a livello evoluzionistico: la capacità di imitare ingannevolmente il “modello di uomo ideale” avrebbe infatti facilitato la conquista dell’altro sesso permettendo a individui psicopatici di essere considerati la scelta migliore in ambito sessuale/relazionale (Brazil &Forth, 2019).

Per indagare quest’ipotesi, sono state utilizzate due ricerche sperimentali: la prima, che prevedeva un campione di 46 uomini con un’età compresa tra i 17 e i 25 anni, analizzava alcuni correlati della psicopatia (come tratti antisociali, intelligenza sociale e orientamento sessuale); la seconda, con un campione composto da 108 donne, si prefiggeva lo scopo di indagare la sexual exploitation hypothesis of psychopathy in un disegno sperimentale che prevedeva l’osservazione durante appuntamenti con eventuali partner romantici (sono state quindi prese in considerazione l’abilità di mostrarsi ingannevolmente migliore, di rientrare nelle preferenze attese delle donne, ecc.).

I risultati hanno mostrato che l’ipotesi testata nei due studi, sia supportata a livello preliminare e suggeriscono una valutazione più accurata dell’abilità di manipolare dello psicopatico e della tendenza alla donna di trovare affascinante alcune sue caratteristiche peculiari sia necessaria e auspicabile. Nel mondo delle relazioni romantiche, quindi, sembra vi siano particolari gesti, toni della voce, mimica facciale ed espressioni che gli psicopatici sono in grado di falsificare e che rendono le donne più vulnerabili al loro sottile quanto deleterio fascino.

 

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