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Anoressia nervosa: il piacere di dimagrire contro la paura di perdere peso

Un recente studio ha indagato l’ipotesi secondo cui le anoressiche provano maggiore gratificazione nel dimagrire piuttosto che paura di ingrassare.

Di Claudio Nuzzo

Pubblicato il 21 Lug. 2016

L’anoressia nervosa è un disturbo dell’alimentazione che colpisce principalmente le ragazze e le giovani donne, la cui diagnosi è basata su tre principali criteri: la significativa riduzione di assunzione di cibo che conduce ad una perdita di peso, una percezione distorta del proprio peso e del proprio corpo e una intensa paura di ingrassare.

 

Tuttavia, secondo il team del prof. Philip Gorwood dell’Université Paris Descartes, quest’ultimo criterio andrebbe rivalutato, assumendo che la paura di ingrassare altro non sarebbe che l’altro lato della medaglia del vero rinforzo positivo dei pazienti anoressici, ossia la sensazione positiva connessa al perdere peso. Infatti, considerando le conclusioni di un recente articolo comparso su Translational Psychiatry firmato da questo team, gli anoressici proverebbero piacere nel dimagrire più che paura di ingrassare.

Infatti, come dimostrato da precedenti studi che avevano impiegato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) (Fladung et al., 2010), tra i pazienti anoressici, ma non tra i soggetti di controllo, si osserva uno specifico pattern cerebrale connesso alla ricompensa durante l’elaborazione autoreferenziale di stimoli visivi connessi alla fame. Nel dettaglio, gli anoressici presentano sensazioni positive connesse al dimagrimento in associazione ad una significativa attivazione dello striato ventrale, una struttura cerebrale coinvolta nel circuito della ricompensa.

Nel presente esperimento il gruppo di ricerca ha valutato le caratteristiche della risposta cognitiva, emozionale e fisiologica in pazienti anoressiche adulte comparate a dei controlli sani impiegando immagini di corpi femminili disturbo-specifiche. In particolare, il campione comprendeva 71 anoressiche (diagnosi con criteri DSM-5), provenienti dalla Clinique des Maladies Mentales et de l’Encéphale (CMME), un centro specializzato nel trattamento dei disturbi alimentari a Parigi, e 20 soggetti di controllo sani, ossia senza pregressi o attuali disturbi dell’alimentazione, accoppiati alle pazienti per genere, età e livello educativo.

A seguito della somministrazione dell’intervista strutturata Mini International Neuropsychiatric Interview, dell’Eating Attitude Test, del Body Shape Questionnaire (BSQ) e del Bulimic Investigatory Test, i soggetti erano sottoposti ad un paradigma di stimolazione visiva.

Nel dettaglio venivano presentate 120 immagini raffiguranti corpi femminili nudi, catalogati come sottopeso, normopeso e sovrappeso, e contemporaneamente veniva valutata la risposta emotiva delle anoressiche a seguito della domanda ‘Come ti sentiresti se avessi la stessa forma fisica?‘ su una scala con punteggio da 1 (Molto male) a 4 (Molto bene). Contemporaneamente veniva valutata la risposta di conduttanza cutanea (SCR) allo stimolo. La scelta di impiegare questo indice psicofisiologico deriva dal non voler essere influenzati dalla narrativa dei pazienti e dal desiderio di voler meglio comprendere la fisiopatologia sottostante l’anoressia.

I risultati dello studio evidenziano come le anoressiche a livello emotivo ottengano maggiori punteggi positivi rispetto ai controlli alla presentazione delle immagini di donne sottopeso e più bassi con le immagini di donne normopeso e sovrappeso. Inoltre, la differenza tra i sentimenti positivi durante il processamento delle immagini di corpi sottopeso era significativamente maggiore tra le anoressiche e i controlli, se comparati con i sentimenti negativi connessi alle figure di donne sovrappeso.

Valutando i dati della SCR si osserva che le pazienti anoressiche reagiscono di più a tutti le immagini rispetto ai controlli ed in maniera significativa con le immagini di donne sottopeso, come sottolineato dalla frequenza e dall’intensità della risposta.

E’ quindi sulla base di questi risultati che il team del prof. Gorwood ha stabilito l’ipotesi che le anoressiche siano connotate maggiormente da un senso di gratificazione nel dimagrire piuttosto che da un senso di paura di ingrassare.

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