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Credenze metacognitive e disturbi alimentari: una review sistematica della letteratura

Esiste un legame tra credenze metacognitive e disturbi dell'alimentazione? Una review sistematica di Palmieri et al (2021) ha esplorato tale relazione

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 03 Apr. 2023

Aggiornato il 05 Feb. 2024 11:45

La review sistematica di Palmieri, Mansueto e colleghi (2021) ha l’obiettivo di andare a esplorare sistematicamente gli studi empirici che hanno preso in esame le credenze metacognitive nell’ambito dei disturbi dell’alimentazione.

Metacognizione e credenze metacognitive

Con il termine metacognizione ci si riferisce alla conoscenza stabile del proprio sistema cognitivo, alla conoscenza dei fattori che influenzano il funzionamento di questo sistema, alla regolazione e alla consapevolezza dello stato attuale della cognizione e alla valutazione del significato dei pensieri e ricordi (Wells, 1995). Le credenze metacognitive o metacredenze si possono definire come delle informazioni soggettive relative al proprio funzionamento cognitivo e alle strategie di coping generalmente utilizzate.

Secondo Wells e Matthews (1994) i disturbi psicologici insorgono e vengono mantenuti a causa di modalità cognitive ed emotive che interessano il pensiero, il monitoraggio delle minacce, comportamenti di prevenzione ed evitamenti. Queste modalità dipendono strettamente dalle credenze metacognitive sottostanti. Vi possono essere metacredenze positive (ad esempio, “Se rimugino, sarò pronto ad affrontare…”, “Ruminare mi aiuta a trovare una soluzione”) e negative ( ad esempio, “I miei pensieri possono essere incontrollabili e pericolosi”). A volte capita che queste metacredenze, sia che abbiano natura positiva che negativa, portano gli individui a mettere in atto strategie di coping disfunzionali.

Le credenze metacognitive sono state analizzate da molti studi nell’ambito di diversi disturbi psicopatologici, tra cui il disturbo d’ansia generalizzata, i disturbi depressivi, il disturbo ossessivo-compulsivo, PTSD e i disturbi legati alle dipendenze (Caselli et al., 2018; Hamonniere & Varescon, 2018; Rogier, Zobel, Morganti, Ponzoni, & Velotti, 2020; Spada, Caselli, et al., 2015; Spada, Giustina, et al., 2015).

Credenze metacognitive e disturbi dell’alimentazione

Una recente review della letteratura ha evidenziato un possibile legame tra le credenze metacognitive e i disturbi dell’alimentazione (Sun et al., 2017). Inoltre, una modalità di pensiero perseverante e ripetitiva del pensiero, nella forma della ruminazione e del rimuginio pare essere presente e correlata alla presenza di disturbi del comportamento alimentare: diversi studi hanno evidenziato che gli individui con un disturbo alimentare presentano livelli significativamente più elevati di ruminazione rispetto a soggetti di controllo (Smith et al., 2018; Sassaroli et al., 2005; Sternheim et al., 2012).

Alla luce del modello S-REF postulato da Wells e Matthews (1994, 1996) secondo cui il pensiero negativo ripetitivo perseverante sarebbe attivato e mantenuto dalle credenze metacognitive sottostanti, diventa allora importante approfondire la presenza di tali metacrederenze nei disturbi del comportamento alimentare.

Metacredenze e disturbi alimentari: la review di Palmieri, Mansueto et al. (2021)

La review sistematica di Palmieri, Mansueto e colleghi (2021) ha l’obiettivo di andare a esplorare sistematicamente gli studi empirici che hanno preso in esame le credenze metacognitive nell’ambito dei disturbi del comportamento alimentare, anche esaminando le similarità e le differenze in termini di credenze metacognitive all’interno dell’ampio spettro dei disturbi alimentari, in riferimento alle diverse categorie diagnostiche (anoressia nervosa, bulimia, etc).

Per rispondere a tale obiettivo, è stata effettuata una ricerca della letteratura internazionale completa ed esauriente, attraverso PubMed e PsychInfo e utilizzando le seguenti parole chiave: ‘eating disorders/ anorexia/ bulimia/ binge eating disorder/ binge eating’ AND ‘metacognitions/ metacognitive beliefs’. La review è stata svolta in accordo con il metodo Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses (PRISMA).

Dalla iniziale ricerca della letteratura che ha prodotto 82 citazioni, 11 studi sono stati identificati come elegibili e includibili nella review sistematica rispondendo a specifici criteri di inclusione, per un totale di 1850 soggetti. Di questi 11 studi, 8 sono stati volti su un campione clinico di soggetti con disturbo del comportamento alimentare (trattati in regime ambulatoriale, day-hospital o degenza) (Cooper et al., 2007; Davenport et al., 2015; McDermott & Rushford, 2011; Olstad et al., 2015; Palomba et al., 2017; Sapuppo et al., 2018; Sternheim et al., 2015; Vann et al., 2014), mentre 3 si sono svolti su campioni di popolazione generale (Konstantellou & Reynolds, 2010; Laghi et al., 2018; Quattropani et al., 2016).

La review sistematica ha evidenziato un’associazione positiva tra le credenze metacognitive e lo spettro dei disturbi dell’alimentazione. I risultati mostrano che sia le persone con una diagnosi specifica di disturbo alimentare, sia persone con comportamenti alimentari disfunzionali e problematici presentano credenze metacognitive disfunzionali relativamente al rimuginio e alla ruminazione.

In particolare, dai risultati della review sistematica è emerso che l’anoressia nervosa è il disturbo principalmente e maggiormente caratterizzato da elevati livelli di credenze metacognitive disfunzionali rispetto alla popolazione generale: in particolare sembrerebbero essere presenti in misura elevata le credenze metacognitive negative sul rimuginio e le credenze relative al bisogno di controllo dei pensieri.

Un secondo dato rilevato dalla review è che le metacredenze positive riguardo al rimuginio sarebbero maggiori nella condizione dell’Anoressia Nervosa rispetto alla Bulimia Nervosa e ad altri disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati. Nella comparazione tra Builmia Nervosa e Disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati, le metacredenze positive sul rimuginio si sono rivelate maggiori nella condizione di Bulimia Nervosa. Considerando le metacredenze negative sul rimuginio similmente i risultati degli studi ne evidenziano una maggiore presenza nell’Anoressia Nervosa rispetto alla Bulimia Nervosa. Inoltre, l’autoconsapevolezza cognitiva presentava livelli più disfunzionali nell’anoressia nervosa rispetto alla bulimia nervosa e alla categoria del disturbo del comportamento alimentare non altrimenti specificati.

In conclusione, la review sistematica di Palmieri, Mansueto e colleghi (2021) evidenzia come le metacredenze possano essere implicate nelle condizioni della patologia dei disturbi alimentari e nei comportamenti alimentari disfunzionali. Tali evidenze sono coerenti e in linea con i risultati di altri studi (Sun et al., 2017) che hanno sottolineato l’associazione tra metacredenze disfunzionali e disturbi del comportamento alimentare.

Pertanto, in termini clinici diventa rilevante effettuare un attento assessment delle credenze metacognitive nei pazienti con patologie del comportamento alimentare; in secondo luogo, la terapia metacognitiva può rappresentare un valido approccio terapeutico nel supportare gli individui con diagnosi di disturbo dell’alimentazione.

 

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Linda Confalonieri
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Redattrice di State of Mind

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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