expand_lessAPRI WIDGET

Coping

il termine coping indica gli sforzi cognitivi e comportamentali compiuti per fronteggiare difficoltà ritenute gravose o eccessive per le proprie risorse.

Sezione a cura di Marina Morgese

Aggiornato il 20 set. 2023

Cosa si intende per coping?

I primi studiosi a occuparsi di coping sono Folkman & Lazarus (1984), secondo i quali il termine coping (dall’inglese to cope, ovvero fronteggiare) indica gli sforzi cognitivi e comportamentali compiuti per padroneggiare, tollerare o ridurre le richieste e i conflitti interni ed esterni che sono valutati come gravosi o eccessivi per le risorse della persona.

Cosa significa questo? Che dinanzi a un particolare evento, questo diventa stressante quando la persona lo percepisce come tale: se un individuo crede che le sue risorse siano adeguate per far fronte alle richieste dell’evento, egli lo affronterà con successo anche se tali richieste sono considerevoli. Questo è il coping: tutte le strategie che l’individuo è in grado di mettere in atto per risolvere le difficoltà che incontra.

Categorie di coping

Folkman e Lazarus concettualizzano due grandi categorie di coping:

  • il coping centrato sul problema: l’individuo analizza il problema per capirlo meglio, ad es. chiede informazioni e supporto ad altri o segue un piano di azione;
  • il coping centrato sull’emozione: il soggetto tenta di attenuare il disagio (es. evitando il problema) o di osservarne soltanto il lato positivo.

Nel corso degli anni diverse distinzioni si sono susseguite ma le strategie di coping che gli individui possono mettere in atto sono così numerose che non è stata ancora concordata una classificazione definitiva.

Ad oggi comunque risultano tre i tipi di coping maggiormente studiati:

  • coping orientato al problema;
  • coping orientato alle emozioni: in cui l’individuo tenta di regolare l’emotività negativa attraverso attività coscienti come la ricerca di supporto socio-emotivo;
  • coping orientato all’evitamento: la persona ricorre ad attività e/o strategie cognitive in un tentativo deliberato di svincolarsi dalle situazioni stressanti, cercando ad esempio delle distrazioni.

Strategie di coping più utilizzate

Quali sono le strategie di coping più comuni? Vediamone alcune:

  • Ricerca di supporto sociale: cercare un supporto emotivo, informativo e/o un aiuto più concreto al problema (es. “Chiedo ai miei amici cosa avrebbero fatto al mio posto”)
  • Distanziamento: distaccarsi da sé e minimizzare l’impatto della situazione (es.: “Farò finta che non sia successo niente”).
  • Autocontrollo: controllare le proprie sensazioni ed azioni (es. Sforzarsi di non esprimere ciò che si prova).
  • Accettazione delle proprie responsabilità: riconoscere il proprio ruolo nel problema e cercare di aggiustare le cose (es.: “So che in parte è stata colpa mia, chiederò scusa”).
  • Fuga ed evitamento: fuggire dalla situazione problematica ed evitare lo stress (es. “Non vado a scuola così evito l’interrogazione”).
  • Problem solving programmato: concentrarsi sul problema per modificare la situazione attraverso un approccio analitico ad esso (es.: “Faccio una lista dei pro e dei contro”).
  • Rivalutazione positiva: donare un senso positivo a quanto accaduto per crescere personalmente (es.: “Questa situazione mi ha insegnato come nella vita non è sempre importante arrivare primi”).
  • Umorismo: trovare aspetti divertenti per minimizzare la situazione.
  • Soppressione delle attività concorrenti: limitare tutte le attività che non riguardano il problema, per concentrarsi esclusivamente su di esso e sulla sua soluzione.
  • Concentrarsi sulle emozioni e cercare un modo per gestirle.
  • Negazione: negare o agire come se l’evento non fosse reale.
  • Coping religioso: rivolgersi alla religione per cercare supporto in periodi di stress.

cancel