Report dal
Secondo Congresso Internazionale di Terapia Metacognitiva
05 – Il Modello Metacognitivo Trifasico per i Disturbi Alcool correlati
REPORT DAL CONGRESSO: PARTE I – PARTE II – PARTE III – PARTE IV
Per la prima volta, viene pubblicamente presentato il modello metacognitivo trifasico dell’abuso di alcool che descrive da una prospettiva psicologica i tre stati dinamici che caratterizzano il consumo problematico di alcool.
Il Secondo Congresso di Terapia Metacognitiva si chiude con un pizzico d’Italia nella lettura magistrale del Prof. Marcantonio Spada, collaboratore del Gruppo Ricerca di Studi Cognitivi e autore assieme al sottoscritto di un nuovo modello di concettualizzazione dei disturbi alcol-correlati (Spada, Caselli & Wells, in press).
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Così, per la prima volta, viene pubblicamente presentato il modello metacognitivo trifasico dell’abuso di alcool che descrive da una prospettiva psicologica i tre stati dinamici che caratterizzano il consumo problematico di alcool: (1) anticipazione/desiderio (craving), (2) consumo/intossicazione, (3) astinenza, stati che sono ben conosciuti e descritti anche a livello neurobiologico (Koob & Volkow, 2010), ma che non sono mai stati esplorati in termini cognitivi.
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In effetti i problemi di desiderio e craving, ricorda Spada, sono sempre stati un pesante limite per i modelli cognitivi standard che hanno prodotto risultati piuttosto insoddisfacenti (vedi Beck et al, 1993) come dimostrato dal grandioso Project Match che dopo otto anni di ricerca ha decretato l’uguale efficacia di Skill Training, Colloquio Motivazionale, Modello dei 12 Passi nel trattamendo della dipendenza da alcool.
Nella lettura magistrale, Spada rileva come il fallimento del modello di Beck possa dipendere dall’assenza di ricerca sul modello teorico di riferimento, sostanzialmente costruito più o meno sulla base dell’intuito clinico. Se questo tentativo intuitivo aveva portato parziali risultati nei disturbi d’ansia e nella depressione, così non fu nel campo delle dipendenze patologiche.
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Da questa premessa, Spada passa alla rassegna delle oltre venti pubblicazioni che negli ultimi otto anni hanno portato alla concettualizzazione del pensiero desiderante e del modello metacognitivo trifasico. Ognuna di questa fase è connessa alle altre ed è caratterizzata da cicli di mantenimento interno.
La fase PRE-USO (craving) implica la fusione con il pensiero desiderante come strategia per (1) sentirsi carichi di energie e motivati (gratificazione virtuale) o (2) per distrarsi da pensieri e sensazioni negative (evitare i problemi della vita). Il pensiero desiderante, se gratificante a livello virtuale nell’immediato, aumenta nel medio termine il senso di deprivazione che è una sensazione negativa.
La fase di USO (Binge e intossicazione) implica l’accesso alla sostanza come via di fuga dal crescente senso di deprivazione. Anche solo la decisione di bere, permette di ridurre lo stress generato dal pensiero desiderante. Oppure se la scelta non è messa in discussione, di evitarlo a priori. Pensiero desiderante e senso di deprivazione riducono il fuoco dell’attenzione e il monitoraggio metacognitivo, cioè la tendenza a osservare che impatto la sostanza sta avendo sul proprio stato mentale. Il monitoraggio metacognitivo permette di regolare il consumo di alcool entro i confini desiderati (es. raggiungere un buon grado di alterazione senza esagerare). Il monitoraggio metacognitivo può non essere appreso oppure è distrutto dal potente senso di deprivazione che può seguire una prolungata attivazione del pensiero desiderante.ARTICOLI SU: PENSIERO DESIDERANTE / CRAVING
La fase di POST-USO (astinenza e stato emotivo negativo) implica la tendenza a ruminare sul proprio comportamento con incremento di emozioni di depressione, colpa e vergogna che a loro volta rappresentano potenziali elementi di vulnerabilità per tutte le altre fasi.
Il modello è ancora agli inizi e ora la vera sfida è applicare il medesimo rigore scientifico nella realizzazione di un percorso di intervento.
La strada è lunga ma forse più solidamente fondata rispetto a ciò che sino ad ora i modelli cognitivi del desiderio ci hanno offerto. L’insegnamento per ora è semplice ma altrettanto illuminante: You cannot crave alcohol less by thinking more about it (non puoi sentire meno desiderio per l’alcool, pensando di più all’alcool).
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BIBLIOGRAFIA
- Beck, A.T., Wright, F.D., Newman, C.F., & Liese, B.S. (1993). Cognitive Therapy of Substance Abuse. New York: The Guildford Press.
- Koob, G.F. & Volkow, N.D. (2010). Neurocircuitry of Addiction. Neuropsychopharmacology, 35(1), 217-238.
- Spada, M. M., Caselli, G. & Wells, A. (2012). A triphasic metacognitive formulation of problem drinking. Clinical Psychology and Psychotherapy, published online on 16th May, 2012