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Terapia Metacognitiva: Differenze e Prospettive di Integrazione

Secondo Congresso Internazionale di Terapia Metacognitiva - Manchester 2013 - Reportage dalla Tavola Rotonda: MCT, ACT & CBT: Distinctive Features & Futures

Di Gabriele Caselli

Pubblicato il 26 Apr. 2013

Aggiornato il 09 Mar. 2015 11:25

 

Secondo Congresso Internazionale di Terapia Metacognitiva

03 – Tavola Rotonda: MCT, ACT & CBT: Distinctive Features & Futures?

 

Secondo Congresso Internazionale di Terapia Metacognitiva - Manchester 2013

l’integrazione é utile solo se non diventa un cocktail malcomposto di tecniche che non sottendono a una teoria chiara. Come dire: ció che cura é trasmettere al paziente un modello chiaro della mente entro il quale muoversi.

LEGGI L’INTRODUZIONE AL CONGRESSO

Evento chiave del congresso di Terapia Metacognitiva é la tavola rotonda odierna in cui si confrontano sulle stesse domande esponenti di approcci diversi. Steven Hollon rappresenta l’approccio comportamentale della Behavioural Activation (BA), Robert Lehay per la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT), Robert Zettle per l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) e naturalmente il padrone di casa Adrian Wells per la Terapia Metacognitiva (MCT).

Alla direzione del confronto Peter Fisher, che ha inaugurato l’intervendo evidenziandone lo scopo: “Sappiamo che ci sono delle somiglianze, ma ora quí cercheremo di chiarire le caratteristiche distintive di ciascun approccio”

Fisher ha poi presentato le tre domande chiave:

1. Quale é il meccanismo che sottende il trattamento?,

2. Come viene spiegato l’obiettivo della terapia al paziente?

3. Quali sono le principali strategie terapeutiche?

 

Behavioural Activation

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ARTICOLO CONSIGLIATO: Imparare a lasciare i pensieri da soli: il Controllo Metacognitivo – Manchester 2013

Le conseguenze del comportamento controllano il comportamento, questa é la chiave e si fonda sul meccanismo del condizionamento operante. Anche processi di pensiero come la ruminazione possono essere letti sulla base delle conseguenze di sollievo che possono produrre. Mostrare queste conseguenze al paziente, insegnare a monitorare quando si attiva e cosa produce nel breve termine di rinforzante e come ostacola nel medio-lungo termine il raggiungimento dei propri obiettivi. Questa é la base per riconoscere gli antecedenti e preparare risposte comportamentali diverse dalla ruminazione.

 

Terapia Cognitivo-Comportamentale

I pensieri e le convinzioni generano emozioni, talvolta sono distorti o disfunzionali, in quei casi le emozioni divengono troppo intense e dolorose. Emozioni dolorose a loro volta continuano ad alimentare pensieri negativi. Questo é il circuito psicopatologico chiave. L’obiettivo é favorire la distinzione tra i pensieri e la realtá sia attraverso esperienze immaginative, che attraverso la messa in discussione delle convinzioni, sia attraverso esperimenti comportamentali. In questo modo il terapeuta tende ad aumentare la capacitá nel paziente di osservare e distinguere i pensieri dalle emozioni per poi discutere convinzioni disfunzionali sostituendole con nuove prospettive.

 

Acceptance and Commitment Therapy

L’elemento chiave é l’inflessibilitá psicologica che si manifesta nella costante lotta per controllare sofferenza emotiva o pensieri negativi e che ostacola comportamenti guidati dai valori personali. Il terapeuta guida il paziente a riconoscere e seguire condotte in linea con i propri valori, aprendosi anche all’esperienze dolorose che la vita offre senza cercare di controllarle eccessivamente. Tecniche di mindfulness e accettazione sono applicate per evitare l’eccessivo controllo. L’individuazione dei valori e delle potenziali barriere sono la base per scegliere un impegno quotidiano verso la loro realizzazione.

 

Metacognitive Therapy

L’eccessivo e persistente uso del ragionamento (rimuginio, ruminazione) e la percezione di non controllarlo rappresentano il motore della psicopatologia. L’obiettivo é regolare il flusso di pensieri riducendo l’attivitá concettuale o i tentativi di modificare e trasformare ció che abbiamo in testa. Non sfida schemi, non insegna strategie di coping, ma forse é un particolare modo di imparare a non fare nulla. Il paziente impara a raggiungere un controllo superiore del proprio flusso di pensieri, tale da ridurne l’intensitá e liberarsi da qualsiasi risposta ai pensieri negativi che la mente produce. Esercizi di detached mindfulness, rifocalizzazione attentiva, discussione delle metacognizioni mirano a fare nuove esperienze dei propri pensieri.

 

La Terapia Metacognitiva (MCT): intervista con il Prof. Adrian Wells.
Articolo consigliato: La Terapia Metacognitiva (MCT): intervista con il Prof. Adrian Wells.

Mancano scontri accesi e battaglie, ma non qualche provocazione:

“Qualcuno dice che rubiamo le idee altrui” dice Zettle “ma non siamo imbarazzati, gli altri ci danno idee che noi usiamo nella nostra cornice teorica”.

Qualcuno dal pubblico chiede: “ma parlare di valori non puó indurre ruminazione in risposta a pensieri negativi?” Prende la parola Adrian Wells: “Non lo so, io non parlo di valori”.

Ma sull’integrazione c’é maggior accordo: bene mischiare se e solo se riusciamo a chiarire il razionale entro una logica condivisa con il paziente. L’ecletticismo é un nemico pericoloso e potenzialmente dannoso per la terapia.

Insomma l’integrazione é utile solo se non diventa un cocktail malcomposto di tecniche che non sottendono a una teoria chiara. Come dire: ció che cura é trasmettere al paziente un modello chiaro della mente.

ARTICOLI SU: CONVEGNI E CONFERENZE 

 LEGGI L’INTRODUZIONE AL SECONDO CONGRESSO DI MANCHESTER

LEGGI ANCHE: IL PRIMO CONGRESSO DI TERAPIA METACOGNITIVA – MANCHESTER 2011

 
 

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Gabriele Caselli
Gabriele Caselli

Direttore scientifico Gruppo Studi Cognitivi, Professore di Psicologia Clinica presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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