Non è colpa vostra! Questa frase ripetuta come un mantra da Paul Gilbert ci ha accompagnato per tutto il seminario sulla Compassion Focused Therapy (CFT) organizzato da Isimind a Vicenza il 13-14 ottobre 2012.
Il motivo principale per cui ho deciso di parteciparvi era per avere un’idea più chiara di un modello, ascrivibile alla terza ondata della terapia cognitiva, e capirne le sue applicazioni cliniche.
TERAPIE DI TERZA ONDATA: MINDFULNESS – TERAPIA METACOGNITIVA – ACT (ACCEPTANCE AND COMMITMENT THERAPY) – DBT (DIALECTICAL BEHAVIORAL THERAPY) – CFT (COMPASSION FOCUSED THERAPY)
La CFT, o Terapia basata sulla Compassione, è stata sviluppata dallo psicoterapeuta Paul Gilbert , professore di Psicologia Clinica all’Università di Derby (UK). Il concetto cardine è proprio quello di compassione che possiamo definire come una particolare sensibilità verso noi stessi e verso gli altri.
La difficoltà ad accedere a questa dimensione per alcuni pazienti è per Gilbert la conseguenza di esperienze precoci con figure di attaccamento caratterizzate da trascuratezza o abusi.
“Non è colpa vostra” si spiega proprio nell’aiutare i pazienti, soprattutto quelli che hanno come temi problematici la vergogna e l’autocritica, a vedere come certi aspetti dolorosi della propria vita siano emersi senza che loro potessero farci nulla. L’obiettivo è quello di accompagnare la persona ad aprirsi a sensazioni di calore umano e vicinanza, le stesse che in un determinato periodo della sua vita sono state continuamente criticate ed invalidate.
Per far questo Gilbert ricorre a studi di neurofisiologia in cui vengono descritti tre sistemi di regolazione emotiva. Il primo è formato da emozioni “negative”, funzionali a proteggerci dalla minaccia (ansia e rabbia per esempio), che quando vengono attivate inducono una iper focalizzazione dell’attenzione e una serie di cambiamenti a livello cognitivo, comportamentale e neurovegetativo.
ARTICOLI DI NEUROSCIENZE NEUROPSICOLOGIA
Oltre a questo sono presenti i due sistemi responsabili delle emozioni “buone”, molto meno sviluppati nei pazienti rispetto a quello delle emozioni negative; il primo è orientato verso le emozioni attivanti (ad esempio eccitamento) e l’altro, vero bersaglio della TFC, è contraddistinto da emozioni legate alla calma, all’empatia, alla rassicurazione e sintonia con gli altri e con sé.
Il razionale della terapia è quello di costruire una relazione in cui punto centrale sia la compassione verso quei temi di vergogna ed autocritica in modo che il paziente possa interiorizzarla ed utilizzarla verso di sé. Questo punto assomiglia sotto vari aspetti a quello di reparenting di Young, come il grande ricorso alle tecniche immaginative oltre che un attenzione particolare per la Mindfulness che caratterizza l’esperienza del sé compassionevole.
Come per la Schema Therapy un aspetto del trattamento mi lascia dubbioso, cioè il rischio che si corre nel riattivare l’attaccamento all’interno della relazione terapeutica proprio in quei pazienti con alle spalle relazioni d’attaccamento estremamente dolorose e traumatiche.
TRAUMA ED ESPERIENZE TRAUMATICHE – ATTACCAMENTO
L’attenzione da parte di Gilbert alle esperienze traumatiche nell’attaccamento mostra come queste terapie di nuova generazione sottolineano l’importanza del ruolo delle relazioni precoci, di fatto cercando di proporre un modello clinico più articolato rispetto alla singola suggestiva tecnica. La sensazione che però ho avuto è la mancanza di un integrazione tra i vari aspetti che possa permettere di avere chiaro nella mente un modello strutturato per poter lavorare con la complessità del paziente.
GLI ARTICOLI SULLE TERAPIE DI TERZA ONDATA: MINDFULNESS – TERAPIA METACOGNITIVA – ACT (ACCEPTANCE AND COMMITMENT THERAPY) – DBT (DIALECTICAL BEHAVIORAL THERAPY) – CFT (COMPASSION FOCUSED THERAPY)
BIBLIOGRAFIA:
- Franco Angeli “La terapia basata sulla compassione” di Paul Gilbert curato da Nicola Petrocchi. SCARICA IL BOOKTRAILER