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Esposizione e prevenzione della risposta nel disturbo ossessivo compulsivo

L’esposizione e prevenzione della risposta è una tecnica cognitivo-comportamentale usata ad esempio nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo (DOC)

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 07 Mar. 2024

Una premessa sull’esposizione e prevenzione della risposta

L’esposizione e prevenzione della risposta (in inglese anche definita Exposure and Response Prevention – ERP) è una tecnica espositiva utilizzata nelle terapie cognitivo-comportamentali in particolare nel trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo

Ma facciamo un passo indietro. Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) è caratterizzato dalla comparsa di ossessioni e da rituali compulsivi di diverso genere e natura che verrebbero messe in atto dal paziente allo scopo di ridurre il disagio e che in realtà vanno oltremodo a rafforzare l’intensità e la frequenza dei pensieri ossessivi. I rituali e le risposte neutralizzanti messe in atto dal paziente contribuirebbero dunque al mantenimento dei sintomi ossessivo-compulsivi, riducono l’abitudine e la capacità di tollerare del disagio e amplificano i timori ossessivi.

Che cosa si intende per Esposizione e Prevenzione della risposta

Le procedure di esposizione e prevenzione della risposta (ERP) hanno l’obiettivo di ridurre le ossessioni e le compulsioni, esponendo l’individuo con gradualità a situazioni e stimoli che gli creano disagio con la richiesta di evitare l’attuazione di compulsioni. In altre parole, per vincere l’ansia legata alle ossessioni, il soggetto dovrà esporsi gradualmente agli stimoli ossessivi in assenza di rituali comportamentali, risposte neutralizzanti e compulsioni. 

L’esposizione e prevenzione della risposta può quindi essere vista come un esperimento comportamentale in cui si possano mettere alla prova le credenze sui pensieri ossessivi e sulla funzione delle compulsioni per promuovere una ristrutturazione cognitiva di credenze più funzionali e una maggiore tolleranza del disagio, che molto spesso si traduce per il paziente con DOC nel dubbio ossessivo. Quindi, l’esposizione e prevenzione della risposta diviene una sorta di manovra di falsificazione (Wells, 1999) rispetto alle conseguenze catastrofiche e intollerabili relative all’esposizione a certi pensieri e situazioni. 

L’esposizione e prevenzione della risposta, dunque, prevede di esporre il paziente a situazioni in cui generalmente si manifestano ansia, disagio o dubbio ossessivo e di sospendere letteralmente, e quindi trattenere, l’attuazione di quelle risposte (rituali compulsivi, comportamenti controllanti) che nell’immediato cancellano l’ansia, il dubbio o il disagio, ma che rappresentano in fondo meccanismi di mantenimento del disturbo e della scarsa fiducia che il paziente nutre nelle proprie capacità di tolleranza del disagio.

Cosa prova il paziente durante l’esposizione con prevenzione della risposta

Nell’immediato, durante l’esercizio di esposizione con prevenzione della risposta, il paziente potrà ragionevolmente provare emozioni negative intense e amplificate, andando ad esporsi di fronte a stimoli temuti e potenziali trigger di dubbi ossessivi e sensazioni di disagio. È fondamentale quindi che il terapeuta guidi il paziente verso esperienze di esposizione con prevenzione della risposta che siano graduali in termini di disagio percepito per il paziente. Inoltre, interventi terapeutici sulle credenze disfunzionali riguardo i contenuti e i processi dei pensieri ossessivi saranno fondamentali a supporto del paziente nelle procedure espositive, insieme a tecniche volte a promuovere la regolazione delle emozioni. A loro volta, le procedure di esposizione e prevenzione della risposta nel medio e lungo termine, se adeguatamente gestite e rilette in ottica terapeutica durante il percorso di psicoterapia, contribuiranno a restituire al paziente una sensazione di maggiore fiducia nelle proprie capacità di regolare, gestire e tollerare il disagio e le emozioni negative. 

Le diverse emozioni in gioco nell’esposizione e prevenzione della risposta

Se nel caso di disturbi ossessivo-compulsivi caratterizzati dal timore di danno l’emozione prevalente, in generale e nelle procedure di esposizione e prevenzione della risposta, è l’ansia caratterizzata dal catastrofismo rispetto a potenziali danni per commissione e omissione, in altre tipologie di DOC, ad esempio quelli caratterizzati dalla Not Just Right Experience (NJRE) i pazienti riferiscono come molto faticosi stati emotivi descritti come un “disagio relativo alla sensazione di non a posto”, seppure non legati a immaginazione di esiti catastrofici o a giudizi morali sul sé. In questo caso, l’esposizione e prevenzione della risposta ha l’obiettivo di rendere più tollerante la sensazione di “non a posto” o “di incompletezza”: in questi casi spesso sono le emozioni stesse ad essere considerate incontrollabili, intollerabili e ingestibili, e sono spesso associate a rimuginio e ruminazione a seguito di situazioni correlate alle sensazioni di non a posto e di incompletezza. 

In relazione ai diversi vissuti cognitivo-emotivi e tipologie di DOC, dunque, un obiettivo della procedura di esposizione e prevenzione della risposta è quello di aumentare l’abilità di regolazione emotiva della persona anche in relazione alle emozioni ritenute più difficili, minacciose e intollerabili.

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Linda Confalonieri
Linda Confalonieri

Redattrice di State of Mind

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Dèttore, D. (2002). Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Caratteristiche cliniche e tecniche d’intervento.  McGraw Hill.
    Mancini, F., & Gragnani, A. (2005). L’esposizione con prevenzione della risposta come pratica di accettazione. Cognitivismo Clinico. 2, 1, 38-58.
  • Wells, A. (2009). Trattamento cognitivo dei disturbi d’ansia. McGraw Hill.
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