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Le compulsioni nel DOC: le tipologie più comuni

Le compulsioni sono comportamenti osservabili o azioni mentali di diversa tipologia, parte del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)

Di Anna Boccaccio

Pubblicato il 15 Feb. 2024

Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC)

Quanti di noi sono stati attanagliati dal dubbio “Avrò spento il gas?”, “Ho chiuso a chiave la porta di casa?”, “Ho chiuso la macchina?”. E quanti di noi, almeno una volta, hanno fatto marcia indietro per fugare ogni dubbio? 

Ragionando per analogia, potremmo paragonare i nostri dubbi alle ossessioni e i tentativi per dissiparli alle compulsioni, sintomi cardine del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC).

Ossessioni e compulsioni

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications (Tseng, Poppenk, 2020), gli esseri umani avrebbero in media 6200 pensieri al giorno, tutti connessi a tematiche diverse e non sempre attinenti al contesto percepito. In tale flusso ideativo, le ossessioni rappresenterebbero la variante estrema di un funzionamento fisiologico della mente umana, fatto anche di intrusioni di pensieri, immagini e impulsi che tuttavia non interferiscono con il normale svolgimento della vita. Questo dato conferma che esiste un continuum tra normalità e patologia, e che la patologia non è qualcosa di “diverso” rispetto alla normalità, ma solamente qualcosa che succede “più spesso” (Spera, Mancini, 2021, p. 19).

L’ossessione, infatti, intrude e persiste nella coscienza più frequentemente di un pensiero “sano”, riproponendosi in qualche modo contro il volere dell’individuo: per questo motivo viene percepita come indesiderata, molesta e in grado di influenzare l’agire quotidiano, provocando ansia, angoscia e sfinimento. Non a caso, l’etimologia del termine ossessione deriva dal latino, obsidere, ovvero “mettere sotto assedio”.

La sensazione di “assedio” esperita dipende, tuttavia, non dall’ossessione in sé, quanto dall’importanza esagerata ed erronea attribuita all’ossessione. Il pensiero intrusivo non patologico, ovvero, diventa ossessione quando un individuo lo valuta non come pensiero, ma come realtà in potenza, come minaccia incombente, ovvero qualcosa di temibile che potrebbe realmente accadere. 

L’individuo può mettere in atto alcune compulsioni, ovvero comportamenti osservabili o azioni mentali per respingere e neutralizzare le ossessioni. Anche il termine compulsione deriva dal termine latino, “compellere” che significa “spingere con forza”

Perché si attuano le compulsioni

Possiamo individuare tre funzioni nelle compulsioni

  • impedire il verificarsi di eventi temuti e ritenuti catastrofici, nonostante possano non essere razionalmente collegate all’evento stesso o risultare chiaramente eccessive: “se non disinfetto tutte le confezioni degli alimenti mi ammalerò di cancro”;
  • prevenire o ridurre le marcate reazioni emotive innescate dalle ossessioni: disgusto, ansia, attacchi di panico e distress devono essere sempre ridotti o placati, pena il verificarsi di conseguenze dannose, come la perdita del controllo sui propri impulsi e della sanità psicofisica;
  • eliminare le ossessioni, garantendo un controllo cosciente sulla propria mente e sull’ambiente circostante. Alcuni individui riportano, infatti, un angosciante senso di “incompletezza” o di inquietudine finché le cose non sembrano “giuste” a compulsione avvenuta (American Psychiatric Association, 2014, p. 276).

Tipi di compulsioni

Le compulsioni possono essere di diverse tipologie: 

  • Pulizia (Washing): in risposta a ossessioni di contaminazione, includono rituali di lavaggio ed igienizzazione ripetitivi rispetto a se stessi, ai contesti di vita o agli oggetti in uso quotidiano. Sono associati a una percezione di obbligatorietà e dispiegati tramite precise regole esecutive. Il “washing” può essere innescato dal contatto o dalla sola vicinanza dell’agente contaminante. Solitamente è accompagnato da strategie di evitamento di esposizioni future alle fonti di contaminazione, come corrimani, manopole, interruttori, ecc. 
  • Verifica e controllo (Checking): eseguite per placare dubbi e paure relative all’avverarsi di eventi terribili riguardanti se stessi o gli altri. Alcune tipologie di controllo possono interessare: verifiche sulla chiusura o disattivazione di serrature e apparecchi, continui check up sanitari per sciogliere dubbi sul proprio stato di salute, controllare più volte, o per un numero determinato di volte, i passaggi di un lavoro svolto, monitorare la propria risposta fisiologica alla vista di stimoli sessualmente eccitanti (“Guardo la foto di quel ragazzo nudo, e se mi eccito, vuol dire che sono davvero omosessuale”), controllare di non aver arrecato danno a qualcuno (“Mentre guido devo sempre guardare nello specchietto retrovisore, per accertarmi di non aver investito nessuno”) e guardarsi allo specchio (“Voglio vedere se la mia muscolatura è cresciuta da ieri”).
  • Ordine e simmetria: le compulsioni relative ad ideazioni ossessive per l’ordine riguardano la ripetizione di comportamenti basati sul riordino degli oggetti (“Metto in ordine l’armadio, così mia madre starà bene”), oppure sul loro allineamento, come i colori in un astuccio, con regole precise o secondo numerazioni predefinite; le compulsioni di simmetria possono includere anche il toccare un oggetto o una parte del corpo per un numero pari di volte, o l’intolleranza verso un elemento asimmetrico nel proprio ambiente. 
  • Ripetizione: può essere innescata da alcuni pensieri tra cui ossessioni a carattere superstizioso (“Quando mi vengono in mente immagini di morte, devo toccarmi la fronte tre volte”), religioso/morale (“Devo ripetere tra me e me ‘Amo Gesù con tutta me stessa’ se voglio essere una brava cristiana”). Compulsioni di ripetizione comprendono lo sfiorare o picchiettare qualcosa, ripetere formule, contare o svolgere calcoli matematici.
  • Accumulo (Hoarding): questo comportamento consiste nell’accumulo di oggetti privi di un legame affettivo o di utilità. Gli “hoarders” manifestano una spiccata difficoltà a disfarsi di tali oggetti, giustificandosi di sentirsi responsabili per la sorte delle loro cose e, al contempo, timorosi di perdere delle informazioni importanti. La compulsione riguarda comunemente vecchi giornali, abiti dismessi, posta, contenitori e documenti che vengono accatastati in esposizione negli ambienti domestici, al punto da non poterne più fruire per l’uso previsto. 
  • Ricerca di rassicurazioni: chiedere informazioni o rassicurazioni continue alle persone significative o ai familiari, in merito ai propri dubbi ossessivi. Possono verificarsi, ad esempio, a seguito di ossessioni aggressive (chiedere ai congiunti conferma del fatto di essere una brava persona), da contaminazione, morali (domandare ai fedeli della congregazione religiosa di cui si fa parte di giudicare la propria condotta). 

Molte compulsioni, nessun beneficio

Come spiegare la continua ripetizione delle compulsioni nelle persone affette da DOC, se i pensieri ossessivi non risultano intaccati né estinti? 

Nonostante non vengano agite con piacere, le compulsioni consentono un’immediata attenuazione dell’ansia nel breve termine. Questo sollievo rischia di essere interpretato come una conferma del fatto che il rituale abbia sventato gli esiti negativi temuti. All’interno di questo cortocircuito cognitivo, l’ossessione, pertanto, continua a essere sopravvalutata come importante e pericolosa, in quanto in grado di influenzare gli eventi. 

In realtà, un pensiero può unicamente influenzare le nostre emozioni, e pensare a un evento negativo non incrementa la probabilità che tale evento si verifichi. Allo stesso modo, i rituali e le compulsioni non evitano che le disgrazie accadono, anche se possono risultare rassicuranti. 

Nel DOC si assiste ad un vero e proprio circolo vizioso, in cui si crede di mettere in atto le compulsioni per annientare fastidiose ossessioni, ma in realtà le ossessioni si confermano divenendo ancora più ardue da debellare. 

Disinnescare il circolo vizioso del DOC è un processo che richiede motivazione e consapevolezza, ma soprattutto un supporto specialistico. Al momento, i dati suggeriscono che il trattamento di elezione nel DOC, sia in età adulta che in età evolutiva è costituito dalla terapia cognitivo-comportamentale, combinata con opportuna terapia farmacologica (Buonanno, Perdighe, Mancini, 2009; Kathmann et al., 2022).

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