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Compulsioni

Le compulsioni comprendono quei comportamenti stereotipati (o anche pensieri) utilizzati per rispondere a stati di ansia e preoccupazione. Spesso sono associate alle ossessioni, poiché il carattere pervasivo di queste ultime è fonte di elevato stress, che il paziente placa momentaneamente attraverso le compulsioni

Le compulsioni o comportamenti compulsivi possono essere definiti come delle condotte ripetute nonostante le conseguenze avverse, ovvero dei comportamenti reiterati che risultano inappropriati in determinate situazioni. I soggetti con le compulsioni riconoscono spesso che il loro comportamento è dannoso, ma si sentono emotivamente costretti a metterlo in atto.

Compulsioni: definizione, eziogenesi e manifestazioni cliniche - Psicologia

La compulsione affonda le sue radici nella sintomatologia tipica del disturbo ossessivo-compulsivo, nel discontrollo degli impulsi e nelle condotte di abuso di sostanze.

Le compulsioni, quindi, per come vengono definite, possono comprendere tutti quei comportamenti stereotipati (ad esempio pulirsi le mani per non rimanere contaminati), ma anche pensieri, utilizzati per rispondere alla preoccupazione (American Psychiatric Association, 2013). L’utilità di una tale risposta comportamentale sta nel fatto che questa permette di evitare completamente l’eventualità potenziale di affrontare quel timore, attraverso un meccanismo di controllo.

Se, ad esempio, l’ ossessione è che toccando oggetti esterni al proprio ambiente domestico si può rimanere contaminati, utilizzando dei guanti per toccare ogni oggetto fuori casa si evita totalmente l’eventualità di contatto, e quindi sia l’eventualità di confermare questa credenza, sia l’eventualità di disconfermarla non rimanendo contaminati.

La rigidità delle compulsioni rende a sua volta rigida la preoccupazione che, trovando solo conferme, diventa una ossessione.

Dato che le compulsioni nel breve termine diminuiscono lo stress neutralizzando l’ ossessione, possono venire generalizzate ad ogni elemento stressogeno e quindi divenire la strategia di coping preferita dal soggetto (Salkovskis, 1985).

Ossessioni e compulsioni

Abbiamo visto come, dunque, le compulsioni vengono messe in atto soprattutto per attenuare lo stress provocato dalle ossessioni. A cosa ci si riferisce esattamente con il termine ossessioni?

Le ossessioni sono pensieri e idee vissute dalla persona come estranee e intrusive, il che vuol dire che i pazienti giudicano i contenuti delle ossessioni senza senso e totalmente estranei al loro sistema di valori e ai loro princìpi morali. Queste idee sono percepite anche come incoercibili dai pazienti, i quali non riescono, malgrado si sforzino, a distogliere la loro attenzione da tali pensieri, che si impongono nella loro mente contro la loro volontà e senza alcuna possibilità di controllo. Queste idee ritornano continuamente ad occupare lo scenario mentale del paziente.

Ossessioni e compulsioni: quando si parla di Disturbo Ossessivo-Compulsivo?

Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è caratterizzato generalmente dalla presenza di ossessioni e compulsioni, anche se in alcuni casi possono essere presenti le ossessioni senza le compulsioni.

Secondo il DSM-V, in caso di disturbo ossessivo-compulsivo, le ossessioni o le compulsioni richiedono molto tempo al paziente (ad esempio, impiegano più di 1 ora al giorno) e causano una significativa angoscia o menomazione sociale, professionale o di altre importanti aree di funzionamento.

Il disturbo ossessivo-compulsivo è un disturbo prevalentemente ad esordio precoce (evidenze scientifiche dimostrano che i segni e sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo iniziano nell’infanzia nel 30-50% dei pazienti), ma si possono presentare esordi in età adulta e persino tardiva. Il decorso non è sempre cronico, bensì composito e con varianti evolutive, forme sporadiche e forme biologiche. È un disturbo suscettibile ad eventi di vita, nello specifico eventi di vita gravi interessano l’esordio in bambini, adolescenti e donne over 40; in queste ultime, un ulteriore fattore di rischio è rappresentato dalla gravidanza.

Compulsioni, abuso di sostanze e alimentazione

Il comportamento compulsivo è una caratteristica anche dell’abuso di sostanze e delle dipendenze, ma non solo: le compulsioni possono manifestarsi anche in caso di qualche disturbo alimentare, come il BED, o in alcune forme di obesità, come pure del costrutto della dipendenza da cibo.

Nelle dipendenze da sostanze le compulsioni si manifestano come una spinta persistente ad usare le droghe e un’incapacità di controllarne l’uso; allo stesso modo le patologie legate al cibo sono caratterizzate da un bisogno smodato e incontrollabile di alimentarsi in modo eccessivo, nonostante gli sforzi di tenere sotto controllo tale comportamento.

Si ipotizza che il comportamento compulsivo possa riflettere un’ abitudine disadattiva di stimolo-risposta che precedentemente costituiva un comportamento flessibile e volontario. Le abitudini si formano attraverso un’azione rinforzata ripetuta finché l’associazione stimolo-risposta non interrompe lo scopo del comportamento (ad esempio la ricerca di un particolare alimento) come motivazione per eseguire l’azione.

Le abitudini possono essere considerate compulsioni quando persistono nonostante la svalutazione, o una riduzione dell’efficacia del rinforzo, plausibilmente anche a causa delle endorfine rilasciate nel cervello. Nell’ alimentazione compulsiva, l’incapacità di adattare il comportamento alimentare in base al valore motivazionale del risultato può riflettere un’abitudine compulsiva. Alcuni studi hanno evidenziato nei soggetti con un disturbo da binge eating una particolare distorsione cognitiva quando si impegnano nell’apprendimento di un’abitudine rispetto ad altri tipi di apprendimento, il che sembrerebbe essere alla base dell’abitudine compulsiva come risposta appresa.

A volte i comportamenti diventano compulsioni anche in risposta alla gestione di stati emotivi negativi: abbiamo visto in precedenza come le compulsioni rispondono al bisogno di difendersi dallo stress procurato dalle ossessioni, ma a volte alcuni comportamenti diventano compulsivi anche nel caso di una scarsa gestione di altre emozioni, come ansia o tristezza. Nel caso dell’alimentazione compulsiva o nell’abuso di sostanze, infatti, ingerire grosse quantità di cibi gradevoli o fare uso di droghe, ha lo scopo di alleviare uno stato emotivo negativo che il paziente non riesce a gestire diversamente.

Bibliografia

  • American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, DC: Author.
  • SALKOVSKIS, P. M. (1985). “Obsessional-compulsive problems: a cognitive-behavioural analysis”. In Behaviour Research and Therapy, 23, pp. 571-583.
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