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Conoscere il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)

Cosa caratterizza il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e su quali temi possono concentrarsi le sue manifestazioni?

Di Anna Boccaccio

Pubblicato il 08 Feb. 2024

Aggiornato il 09 Feb. 2024 14:25

Il disturbo ossessivo-compulsivo

Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) è caratterizzato dalla presenza di ossessioni, compulsioni o entrambe. 

Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini continui e ripetuti che intrudono nella coscienza, vengono percepiti come inappropriati e indesiderati e causano ansia e disagio nella maggior parte delle persone che le vivono (American Psychiatric Association, 2014). Le ossessioni sono “egodistoniche”, ovvero vengono percepite come estranee per il loro contenuto, fuori dal proprio controllo e dissonanti rispetto ai propri valori e alla visione della realtà che si possiede. Si configurano, inoltre, come continue aspettative di eventi negativi, ma poco probabili, talvolta non realistici ed irrazionali (ad esempio, contrarre l’HIV o una qualunque malattia infettiva sfiorando gli indumenti di un passante).

Le persone con DOC tentano di respingere o eliminare tali pensieri, ricorrendo ad altri pensieri o ad azioni, dette compulsioni. 

Le compulsioni si presentano come comportamenti reiterati e osservabili (ad esempio, mettere in ordine, lavare, controllare) o azioni mentali (come contare o dire preghiere) che la persona si sente “obbligata” ad eseguire in risposta ad un’ossessione. 

Esse sono inoltre finalizzate a prevenire situazioni minacciose e ad attenuare ansia e disagio provati, ma possono non essere razionalmente collegate alle situazioni o ai pensieri che intendono far evitare e risultano sproporzionate rispetto ad essi. 

In alcuni casi, ad essere coinvolti nella messa in atto delle compulsioni sono anche i familiari di chi è affetto da DOC, sottoposti a continue richieste di rassicurazione riguardanti la corretta esecuzione dei rituali compulsivi, la possibilità che si verifichino sciagure o la propria sanità mentale.

Ossessioni e compulsioni rappresentano un significativo dispendio di tempo per quanti ne soffrono e ne inficiano la socialità, le relazioni familiari, il lavoro e la qualità di vita. 

I temi delle ossessioni e delle compulsioni

Nonostante il contenuto di ossessioni e compulsioni sia variabile tra gli individui, si possono comunque individuare temi e dimensioni tra esse comuni (APA, 2014):

  • Contaminazione, caratterizzata dalla paura di ammalarsi (o che gli altri si ammalino) entrando in contatto con agenti contaminanti mediante il toccare, calpestare, sostando in determinati ambienti o semplicemente respirando. I “washers” elaborano meticolose compulsioni di lavaggio di sé e degli ambienti, insaponandosi e risciacquandosi sotto l’acqua corrente anche per ore (Dèttore, 2003). Qualunque luogo reputato infetto (come metropolitana, tombini, cassonetti ecc) può essere sistematicamente sottoposto ad evitamento. Alcune contaminazioni possono riguardare uno sporco di tipo “morale” e “sociale”: nel contatto con individui reputati di basso ceto sociale oppure affetti da malformazioni o handicap fisici e mentali, le persone con DOC possono temere che tali caratteristiche fisiche e sociali possano essere assimilate e trasformarsi in degradazione morale o in contagio con il male stesso, inteso in senso satanico e demoniaco (Dèttore, 2003). 
  • Ordine e simmetria, con ossessioni per precisi schemi di ordine, perfezione, simmetria e numerazione, attraverso cui vengono compulsivamente posizionati, allineati e sistemati oggetti, accessori personali, abbigliamento e capigliatura. Ulteriori compulsioni potrebbero riguardare il conteggio, il toccare in maniera simmetrica o in numero pari o dispari le cose, il ripercorrere mentalmente azioni eseguite per assicurarsi di averle svolte secondo i propri criteri di perfezione. 
  • Superstizione eccessiva, nella quale all’insorgere di un pensiero ossessivo su eventi ritenuti pericolosi o sfortunati fa seguito un rituale compulsivo superstizioso: compiere gesti, pronunciare preghiere, ripetere formule mentalmente o ad alta voce per un numero determinato di volte. Gli individui sono persuasi che un pensiero nefasto possa tradursi in realtà e la visione di alcuni input esterni, come oggetti, numeri e colori, porti sfortuna.
  • Aggressività/danno, articolata in immagini in cui si arrecano danni o si compiono atti brutali e violenti contro gli altri o se stessi (ad esempio, l’immagine di pugnalare il proprio capo). Persone con questo tipo di ossessioni temono che essere in grado di pensare tali atti violenti equivalga a poterli effettivamente agire, con conseguenze emotive altamente ansiogene e colpevolizzanti. Compulsioni associate possono essere l’evitamento di stimoli a contenuto violento o particolarmente “suggestivi” (coltelli, lame, corde ecc.), rituali mentali o fisici di controllo (ad esempio, guidare guardando lo specchietto retrovisore, per assicurarsi di non aver investito nessuno) e ricerca di rassicurazioni sul proprio assetto valoriale.
  • Sessualità, può includere dubbi sul proprio orientamento sessuale, sulla fedeltà del proprio partner o sul timore di tradirlo, paura di aggredire o molestare sessualmente qualcuno, avere condotte sessualmente deplorevoli (come la necrofilia o la zoofilia), immagini sessuali incestuose riguardanti componenti della propria famiglia o immagini di rapporti sessuali tra familiari, paura di essere pedofili. Anche in questo caso, il contenuto delle ossessioni appare altamente ansiogeno, e chi le vive spesso interpreta l’attivazione fisiologica associata a tali immagini come eccitazione sessuale, confermando il pensiero di essere un individuo socialmente aberrante. Compulsioni conseguenti possono essere l’evitamento di stimoli attivanti o comportamenti di controllo delle proprie reazioni di eccitazione rispetto a tali stimoli.
  • Religione e morale, riguardano pensieri a contenuto sacrilego rispetto a tematiche religiose, oppure concernenti dettami etici, sociali e in generale quello che è ritenuto giusto o sbagliato. Si tratta di pensieri “tabù” sul versante morale, per questo inaccettabili e vissuti con senso di colpa e timore di subire punizioni divine o sanzioni sociali; per questo le compulsioni attuate possono riguardare rituali di confessioni ripetute presso figure ecclesiastiche, controlli mentali sulla moralità del proprio agire, ricerca di rassicurazioni ed evitamento di luoghi “impuri” o degli stessi luoghi di culto, per timore di perdere il controllo e commettere atti impuri.
  • Corpo, con ossessioni somatiche centrate su eccessiva preoccupazione per la salute o per imperfezioni percepite nell’aspetto fisico. In quest’ultimo caso si configurano come Disturbo di dismorfismo corporeo. Un esempio potrebbe essere: ho qualcosa che non va nello stomaco, oppure il mio naso è deforme. A tali contenuti ideativi possono seguire comportamenti ripetitivi (ad esempio, guardarsi allo specchio, eccessiva cura di sé, cercare rassicurazioni) e azioni mentali di confronto del proprio aspetto con quello altrui (APA, 2014).
  • Accumulo, in cui si conservano e accumulano oggetti superflui e inservibili a causa di una persistente difficoltà a disfarsene. Di solito, tutto quello che si conserva viene collocato a vista e accumulato in casa, anche a costo di sacrificare spazi vitali propri o dei familiari. I sintomi di accumulo sono codificati nel Disturbo da accumulo, appartenente ai disturbi correlati al DOC.

La gestione del DOC

Oltre a ricercare costanti rassicurazioni, la persona con DOC tende a mettere in atto una varietà di evitamenti nei confronti di quelle situazioni in grado di innescare i pensieri ossessivi. Evitare situazioni, contesti e stimoli specifici è una strategia “ingenua” utilizzata nel tentativo di controllare le ossessioni e non essere costretti a compiere le compulsioni. In realtà, gli evitamenti costituiscono solo un meccanismo di mantenimento del DOC, in quanto alimentano il disagio esperito, confermano i timori dei contenuti ossessivi e non rappresentano una strategia terapeutica. 

Per contrastare le idee ossessive, altri individui possono attivare fenomeni di ruminazione, caratterizzati da una successione di pensieri di tipo negativo o depressivo, riguardanti il contenuto dell’ossessione (ad esempio, Perché ho avuto questo pensiero? Se l’ho pensato, allora significa che sono davvero così? Non riuscirò mai ad uscirne). In questo caso, si resta intrappolati in un circolo vizioso di ossessioni senza tuttavia superare il dubbio e la minaccia incombente associati all’ossessione.

La ruminazione ossessiva può avvenire in forma retrospettiva o anticipatoria. Nella ruminazione retrospettiva, si ripercorre con la memoria un evento già avvenuto per fare il punto su quanto si è fatto: per esempio, ricordare di aver chiuso a chiave la porta di casa. Nella ruminazione anticipatoria, invece, si immagina una situazione possibile per verificare che cosa si sarebbe disposti a fare per evitare rischi e minacce (ad esempio, se dimenticassi di chiudere a chiave la porta, direi per 7 volte le preghiere per scongiurare che chicchessia si introduca in casa mia).

Nel tentativo di dominare pensieri intrusivi dal contenuto simile a quello delle ossessioni, chiunque potrebbe ricorrere alle stesse strategie adottate da persone con DOC. La linea di demarcazione tra normalità e patologia è segnata dal movente tipico del DOC: la ricerca della prova certa che l’evento temuto non sia possibile. 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • American Psychiatric Association (2014). Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Quinta Edizione, Raffaello Cortina Editore.
  • Dèttore, D. (2003). Il disturbo ossessivo-compulsivo. Caratteristiche cliniche e tecniche di intervento. McGraw-Hill Education (Italy), Milano.
  • Mancini, F. (2020), La mente ossessiva. Il foglio psichiatrico, Raffaello Cortina Editore.
  • Colamonico, D. (2020). Ossessioni religiose e disturbo ossessivo compulsivo: DOC religioso.
  • Mancini, F. La mente ossessiva. docsity. Disponibile qui.
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