Introduzione
Nel linguaggio comune con scrupolosità si intende la tendenza a prestare particolare attenzione alle cose e a come vengono fatte, mettendoci impegno e precisione. Può essere considerata come una caratteristica positiva o negativa a seconda del punto di vista, ma è innegabile che un eccesso di scrupolosità rischia di interferire con il funzionamento della persona a livello personale, lavorativo o interpersonale.
Proviamo a capire meglio questa differenza con un esempio: rileggere una mail di lavoro prima di inviarla è un comportamento funzionale che permette di verificarne forma e contenuto e occuperà una piccola quantità del nostro tempo, mentre rileggere una mail sei volte, ricominciando da capo ogni volta che viene trovata un’inesattezza o viene fatta una modifica, sfocia nella disfunzionalità, in quanto si tratta di un comportamento non necessario né concretamente utile, che prenderà parecchio tempo e probabilmente porterà con sé un vissuto emotivo spiacevole, come l’ansia.
In psicologia, alcuni studi individuano con il termine scrupolosità un disturbo caratterizzato da senso di colpa e ossessioni, associate a problematiche morali o religiose, spesso accompagnate da compulsioni nello stesso ambito. Si tratta di una sfida per i professionisti della salute mentale ma anche per le autorità religiose (Miller & Hedges, 2007).
Scrupolosità e disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)
La scrupolosità così intesa condivide diverse caratteristiche con il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) e può portare allo sviluppo di uno specifico sottotipo del DOC, denominato “morale/religioso”. La religiosità è stata infatti associata al disturbo ossessivo compulsivo e può influenzare la natura delle ossessioni e compulsioni in soggetti con DOC; la religione coinvolge diversi aspetti della vita di una persona, che molto spesso si associano a rituali, diversi a seconda del credo religioso di riferimento (Bruni, 2012; Libera, 2015).
Le ossessioni legate alla religione comprendono pensieri intrusivi, l’idea che ci siano azioni giuste e azioni sbagliate e la sensazione che ognuna di esse sia monitorata da un essere divino e abbia delle conseguenze; portano con sé vergogna e colpa, ma anche ansia e paura. Alcuni esempi di ossessioni a tema morale/religioso sono le seguenti: “Se faccio un pensiero blasfemo in Chiesa andrò all’inferno”, “Dio non mi perdonerà mai per i miei peccati”, “Se infrango un comandamento andrò all’Inferno”. Le compulsioni, invece, sono comportamenti ripetitivi volti ad annullare o compensare i pensieri considerati sbagliati e blasfemi, e includono in questo caso comportamenti come la ripetizione di preghiere, il toccare oggetti sacri o l’esecuzione di rituali (Bruni, 2012; Libera, 2015).
Scrupolosità e disturbo ossessivo-compulsivo di personalità (DOCP)
La scrupolosità morale è uno dei criteri diagnostici del disturbo ossessivo compulsivo di personalità (DOCP) che, secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), è un pattern pervasivo di preoccupazione per l’ordine, perfezionismo e controllo mentale e interpersonale, a spese di flessibilità, apertura ed efficienza. Tra i criteri diagnostici è presente proprio l’aspetto di scrupolosità: eccessiva coscienziosità, scrupolosità e intransigenza in tema di moralità, etica o valori (APA, 2013).
Queste persone possono faticare ad accettare anche piccole violazioni delle norme o delle regole, da parte di loro stessi o degli altri e possono essere estremamente rigide in termini di principi di vita a cui attenersi, non riuscendo ad adattarsi ai contesti di vita in modo flessibile, ad esempio “Il tradimento è inaccettabile”, “Se ho preso un impegno con un amico non posso dargli buca neanche se ho fatto gli straordinari e sono molto stanco”, “Non si può in nessuna circostanza andare a dormire senza aver lavato i piatti”.
A questo proposito diventa fondamentale la diagnosi differenziale tra la scrupolosità intesa come disturbo ossessivo compulsivo (DOC) e la scrupolosità intesa come caratteristica di funzionamento personologico all’interno del disturbo ossessivo compulsivo di personalità (DOCP): la somiglianza tra la scrupolosità patologica e il disturbo ossessivo compulsivo di personalità è limitata dal fatto che nel primo caso la persona è preoccupata principalmente da temi morali e religiosi, sperimenta ossessioni e/o comportamenti compulsivi legati specificamente a questo tema, mentre le persone con DOCP mostrano rigidità in più aree come l’organizzazione, il perfezionismo, la gestione economica, e non presentano gli aspetti di ossessione e compulsione (Miller & Hedges, 2007).
In conclusione
La scrupolosità può essere intesa con diversi significati e può essere letta come una caratteristica che, quando manca di flessibilità, condiziona la vita della persona portandola a sviluppare un disturbo ossessivo compulsivo. Spesso la scrupolosità si associa a tematiche religiose, bisogna approfondire in questi casi il contesto religioso di appartenenza per distinguere i casi psicopatologici da quelli non patologici e promuovere il benessere psicologico.