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Disturbo ossessivo compulsivo da relazione (ROCD): come le app CBT possono influenzare l’andamento relazionale

L’utilizzo di un'app mobile di impronta CBT sembra poter potenzialmente arginare gli esiti negativi del disturbo ossessivo da relazione (ROCD)

Di Alessio Mantovani

Pubblicato il 12 Gen. 2024

Cos’è il disturbo ossessivo compulsivo da relazione (ROCD)?

La vita relazionale, ed in particolare la relazione romantica, è associata ad un incremento della salute sia mentale che fisica dell’individuo. La relazione con un partner può portare a diversi benefici, tra cui l’aumento dell’autostima (Luciano & Orth, 2017), aumento del benessere soggettivo (Kansky, 2018), e può fornire una rete protettiva nei confronti degli eventi di vita stressanti (Shaver & Mikulincer, 2014). 

Tuttavia, la situazione può diventare più intricata nel momento in cui l’evento stressante risulta essere la relazione stessa, andando così a inficiare gli effetti positivi di un attaccamento romantico. 

Le vulnerabilità individuali preesistenti possono essere un fattore importante nell’influenzare il corso di una relazione. Una di queste può essere la presenza di un disturbo ossessivo compulsivo (OCD) ed in particolare ossessivo compulsivo da relazione. Sebbene non rientri nelle diagnosi ufficiali del DSM-5, il disturbo ossessivo compulsivo da relazione (ROCD) è considerato dai clinici e dai ricercatori una forma di disturbo ossessivo compulsivo (Psych Central, 2021).

Come si manifesta il disturbo ossessivo compulsivo da relazione (ROCD)?

“Sarà la persona giusta? Starei meglio con un’altra persona? Mi amerà abbastanza?” sono alcuni dei pensieri che possono costituire la sintomatologia del ROCD, che si suddivide principalmente in due componenti fondamentali: sintomi ossessivi e sintomi compulsivi indirizzati alla relazione romantica e in particolare nei confronti del partner. Questi pensieri, come nel caso della sintomatologia OCD, possono risultare involontari (Doron & Derby, 2017) e possono condurre ad un deterioramento del benessere relazionale ed anche individuale, correlando principalmente con difficoltà relazionali in generale, riduzione dell’autostima, riduzione della soddisfazione sessuale, attaccamento insicuro e gelosia (Doron et al., 2012; Doron & Derby, 2017).

Facendo riferimento al quadro teorico dell’approccio cognitivo comportamentale (CBT), il disturbo ossessivo compulsivo da relazione viene definito come l’insieme di pensieri e credenze maladattive, tipiche del disturbo OCD, riferite in particolar modo alla relazione, tali da condurre l’individuo a catastrofizzare pensieri che possono essere considerati comuni pensieri intrusivi legati alla dimensione relazionale (come gli esempi prima citati; Doron et al., 2014).

La psicoterapia per il disturbo ossessivo compulsivo da relazione (ROCD)

La terapia cognitivo comportamentale (CBT), come riportato in letteratura, può essere una strategia efficace nel ridurre l’effetto delle credenze e dei comportamenti maladattivi tipici del disturbo ossessivo compulsivo, risultando un intervento efficace anche per l’aspetto più relazionale in questione (ROCD; National Collaborating Centre for Mental Health, 2006; McKay et al., 2015; Doron & Derby, 2017). 

Ciò nonostante, diverse barriere possono intercorrere tra il soggetto che desidera vedere un miglioramento all’interno della propria vita relazionale a causa di tali pensieri e l’inizio di un percorso di cura. Barriere quali il costo, che può non essere alla portata di tutti, e lo stigma che può derivare dall’intraprendere un percorso psicologico (Marques et al., 2010; O’Neill & Feusner, 2015).

Una ricerca recente, eseguita su un campione di popolazione non clinico, ha provato a delineare e osservare quella che potrebbe essere una alternativa agli interventi CBT diretti, indagando quali potessero essere gli effetti dell’utilizzo di un’applicazione mobile basata sull’intervento cognitivo comportamentale (Gorelik et al., 2023).

Un’app CBT per il disturbo ossessivo compulsivo di relazione (ROCD)

La piattaforma utilizzata è GGtude, in particolare il modulo denominato “OCD.app – Ansia, umore e sonno”, un applicativo digitale che pone le sue radici nell’intervento CBT, allo scopo di offrire moduli specifici per vari sintomi psicologici, tra i quali è possibile trovare la sintomatologia ROCD.

Tramite uno studio controllato randomizzato (RCT) i ricercatori hanno potuto osservare l’effetto dell’applicazione su un totale di 54 coppie romantiche che rientravano all’interno della sintomatologia ROCD.  

I soggetti sono stati inizialmente distribuiti in modo casuale tra due gruppi: il gruppo sperimentale, che si è sottoposto al modulo specifico per 15 giorni, ed il gruppo di controllo, che non ha ricevuto alcun trattamento. 

A tre diversi punti della ricerca, prima dell’utilizzo del modulo, dopo l’utilizzo e dopo un mese dall’utilizzo dell’app, i soggetti hanno compilato una parte di questionari self-report per valutare come cambiavano nel tempo diverse variabili, tra le quali sintomatologia dell’ROCD, sintomi depressivi, soddisfazione sessuale, sicurezza dell’attaccamento e soddisfazione relazionale. 

Ciò che è emerso è che nelle coppie sottoposte all’utilizzo della app non si è osservato un aumento dei sintomi del disturbo ossessivo compulsivo da relazione, a differenza del gruppo di controllo, che ha invece evidenziato un aumento. Inoltre, nel gruppo di controllo, è stata osservata una diminuzione della soddisfazione relazionale che nel gruppo sperimentale non è stata osservata. Ma, dato forse più promettente e importante, è come l’utilizzo dell’applicazione mobile abbia portato ad una diminuzione significativa sia della sintomatologia ROCD, e sia del pensiero ossessivo compulsivo di per sé (OCD).

Invariato, invece, è rimasto il dato che indicava la soddisfazione sessuale. A tal proposito i ricercatori giustificano il dato affermando che l’applicazione non interveniva direttamente su quell’area.

Come utilizzare l’app nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo da relazione (ROCD)

L’applicazione ha mostrato perciò di essere stata utile nel non aggravare, rispetto al gruppo di controllo, quella che può essere la sintomatologia ossessiva compulsiva, e più in generale ROCD.

Come gran parte delle ricerche anche questa qui riportata non può esser esente da limitazioni. Tra le principali si può riscontrare il campionamento, che fa riferimento a un campione non clinico e con punteggi ROCD relativamente bassi. 

Tuttavia, l’applicazione digitale basata sull’intervento CBT sviluppata da GGtude, mostra come un intervento tramite moduli possa essere un buon alleato nella prevenzione dell’escalation della sintomatologia ossessiva compulsiva e ossessiva compulsiva di tipo relazionale. 

È importante sottolineare come un intervento di questo genere non sia da guardare come un sostituto di un intervento con un terapeuta specializzato, ma possa in qualche modo fornire uno strumento valido, di supporto, possibilmente utile se integrato anche con un vero e proprio percorso terapeutico mirato a comprendere il soggetto e la coppia in maniera possibilmente più ampia e flessibile.  

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Doron, G., & Derby, D. (2017). Assessment and Treatment of Relationship‐Related OCD Symptoms (ROCD): A Modular Approach. In J. S. Abramowitz, D. McKay, & E. A. Storch (A c. Di), The Wiley Handbook of Obsessive Compulsive Disorders (1a ed., pp. 547–564). Wiley.
  • Doron, G., Derby, D. S., & Szepsenwol, O. (2014). Relationship obsessive compulsive disorder (ROCD): A conceptual framework. Journal of Obsessive-Compulsive and Related Disorders, 3(2), 169–180. 
  • DSM-5: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (5th ed). (2014). R. Cortina.
  • Gorelik, M., Szepsenwol, O., & Doron, G. (2023). Promoting couples’ resilience to relationship obsessive compulsive disorder (ROCD) symptoms using a CBT-based mobile application: A randomized controlled trial. Heliyon, 9(11), e21673. 
  • Kansky, J. (2018). What’s love got to do with it? Romantic relationships and well-being. Handbook of well-being, 1-24.
  • Luciano, E. C., & Orth, U. (2017). Transitions in romantic relationships and development of self-esteem. Journal of Personality and Social Psychology, 112(2), 307–328.
  • Marques, L., LeBlanc, N. J., Weingarden, H. M., Timpano, K. R., Jenike, M., & Wilhelm, S. (2010). Barriers to treatment and service utilization in an internet sample of individuals with obsessive-compulsive symptoms. Depression and Anxiety, 27(5), 470–475.
  • McKay, D., Sookman, D., Neziroglu, F., Wilhelm, S., Stein, D. J., Kyrios, M., Matthews, K., & Veale, D. (2015). Efficacy of cognitive-behavioral therapy for obsessive–compulsive disorder. Psychiatry Research, 225(3), 236–246. 
  • National Collaborating Centre for Mental Health. (2006). Core interventions in the treatment of obsessive compulsive disorder and body dysmorphic disorder (a guideline from the National Institute for Health and Clinical Excellence, National Health Service). London: British Psychiatric Society and Royal College of Psychiatrists.
  • O’Neill, J., & Feusner, J. (2015). Cognitive-behavioral therapy for obsessive-compulsive disorder: Access to treatment, prediction of long-term outcome with neuroimaging. Psychology Research and Behavior Management, 211. 
  • Psych Central (2021). ROCD: Coping with Intrusive Thoughts About Relationships.
  • Shaver, P. R., & Mikulincer, M. (2014). Attachment bonds in romantic relationships. In M. Mikulincer & P. R. Shaver (A c. Di), Mechanisms of social connection: From brain to group. (pp. 273–290). American Psychological Association. 
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