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Il caldo ti ha dato alla testa?! – Caldo, ansia e salute mentale

Il caldo viene spesso vissuto come una condizione emotivamente spiacevole e stressante. Che impatto ha sull'ansia e sulla salute mentale?

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 02 Ago. 2024

Caldo e ansia

Arriva l’estate e durante i colloqui di psicoterapia non di rado i pazienti esprimono la paura che il caldo possa esacerbare livelli maggiori di ansia e che le alte temperature possano diventare un trigger per attacchi di panico, disagio ed emozioni intense. 

Le temperature eccessive sono spesso vissute soggettivamente dagli individui come condizioni emotivamente spiacevoli, faticose, stancanti e stressanti (Noelke et al., 2016) e il caldo intenso può essere un  fattore di stress sia a livello somatico che psicologico. 

In particolare, al di là delle sensazioni soggettive delle persone, alcuni studi ci suggeriscono che vi sia un peggioramento dei sintomi ansiosi in condizioni di temperature elevate. 

Cerchiamo di capire perché. 

Quali sono le conseguenze del caldo sull’ansia?

Anzitutto, il corpo umano esposto al caldo intenso dell’estate senza adeguate protezioni e per periodi prolungati, corre il rischio di iper-termia e va incontro a una serie di cambiamenti fisiologici per far fronte alla situazione ambientale. In tal senso, si osserva un aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, una sudorazione più intensa, e una conseguente riduzione dei liquidi corporei.

Ritroviamo facilmente una sovrapposizione tra i sintomi che possono insorgere a seguito delle esposizioni del corpo ad alte temperature e i sintomi ansiosi, partendo dalla tachicardia e aumento della frequenza respiratoria, fame d’aria, sino alla sudorazione e alla sensazione di svenire, nausea, vertigini, debolezza, difficoltà di concentrazione e senso di confusione.

Una sovrapposizione che diviene ancora più peggiorativa in termini ansiogeni se la persona inizia ad averne molta paura: si sviluppano pensieri catastrofici che a loro volta aumentano l’attivazione fisiologica del corpo innescando un circolo vizioso. Oppure  i cambiamenti corporei legati all’ipertermia possono essere erroneamente attribuiti all’insorgere di un attacco di panico o di ansia. 

Alcuni studi hanno evidenziato che le temperature elevate causano un maggior rilascio degli ormoni dello stress, evidenziando come i livelli di cortisolo siano maggiori nei mesi estivi rispetto ai mesi invernali (American Physiological Society). Elevati livelli di ormoni dello stress (ad esempio cortisolo, catecolamine) correlano con un aumento dei sintomi ansiosi e delle attivazioni del sistema simpatico. Inoltre, alti livelli di cortisolo possono influenzare negativamente i processi cognitivi, tra cui l’attenzione, il decision-making e il problem-solving, rendendo più difficile la regolazione emotiva ed esacerbando un senso di sovraccarico e frustrazione. 

Con il caldo sperimentiamo, inoltre, vasodilatazione, disidratazione e squilibrio elettrolitico. Il sistema circolatorio direziona maggiore flusso sanguigno verso la superficie della pelle e i vasi sanguigni si dilatano allo scopo di dissipare calore: la riduzione di apporto sanguigno ad alcuni organi può impattare negativamente sulla performance fisica e mentale. I processi cognitivi possono essere messi a rischio anche da disidratazione e squilibri elettrolitici, accompagnati dalla sensazione di affaticamento, confusione e irritabilità. 

La difficoltà nel mantenere un buon sonno a causa delle elevate temperature può essere un ulteriore fattore peggiorativo che rende la persona più vulnerabile all’ansia e all’irritabilità. La deprivazione di sonno e/o una sua cattiva qualità rendono più vulnerabili gli individui alla disregolazione emotiva e a una non adeguata gestione delle emozioni. 

Il caldo come fattore di rischio per la salute mentale

Va inoltre sottolineato che l’aumento delle temperature agisce come un fattore di rischio ulteriore per le popolazioni cliniche che già sono affette da disturbi psichici; l’aumento del calore appare correlato a peggiori esiti per alcuni disturbi, tra cui disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, schizofrenia, aumento di comportamenti aggressivi e violenza domestica come dimostrato da molti studi svolti in diversi paesi (Vida et al., 2012). 

Quindi il caldo può avere impatto su diversi aspetti della nostra psiche, facendoci sentire più ansiosi, più irritabili, più impulsivi; letteralmente più stressati e più stanchi, con maggior difficoltà di concentrazione. Il caldo eccessivo può generare condizioni corporee, quali nausea, vertigini, senso di confusione e debolezza che possono attivare a loro volta sintomi di ansia e tristezza, passività, evitamenti e tendenza all’isolamento, oppure atteggiamenti e comportamenti eccessivamente controllanti rispetto ai propri segnali corporei.

Mantenere misure di prevenzione adeguate a proteggere il corpo dalle eccessive temperature è dunque fondamentale per garantirci minori fattori stressanti e minore vulnerabilità dal punto di vista fisico e psicologico. 

Riconoscere consapevolmente che anche il caldo può metterci in difficoltà dal punto di vista mentale, oltre che fisico, è un passo fondamentale per poi riuscire a regolare le emozioni che si ingenerano, chiedendo un aiuto professionale qualora sia necessario. Inoltre, per le persone che hanno già in essere un piano di cura psicoterapico e/o psichiatrico volto a trattare disturbi ansiosi o altri disturbi psichici, è essenziale continuare a seguirlo con regolarità. 

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Linda Confalonieri

Redattrice di State of Mind

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