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Irvin D. Yalom, tra esistenzialismo e relazione terapeutica

Nell'approccio esistenzialista di Irvin Yalom, ciò che accede in seduta e nella relazione costituisce una delle fonti di materiale più rilevanti per la terapia

Di Maria Gazzotti

Pubblicato il 09 Giu. 2023

Psichiatra, psicoterapeuta e scrittore, Irvin D. Yalom è noto per aver sviluppato un modello di psicoterapia a orientamento esistenzialista, nonché una specifica visione della relazione psicoterapeutica.

La storia

Irvin Yalom ha approfondito diversi temi nel corso della sua professione, si è concentrato inizialmente sulla terapia di gruppo per poi passare ad occuparsi di tematiche da lui definite esistenziali come la morte, il senso della vita, l’isolamento e la libertà (Manfredi, 2016).

In tempi recenti, Irvin Yalom è divenuto noto al pubblico anche per una serie di romanzi, i cui titoli sono marcati da nomi di filosofi: “Il problema Spinoza”, “Le lacrime di Nietzsche”, “La cura Schopenhauer”, “Sul lettino di Freud”. Successivamente sono apparsi in italiano altri due libri di Yalom: “Guarire d’amore” e “Creature di un giorno”, che raccontano invece storie autentiche di psicoterapia (Innamorati, 2015).

La psicoterapia nel qui ed ora

Yalom fa spesso riferimento ai limiti di un approccio centrato sulla diagnosi, che rischia di annullare e di far perdere di vista l’unicità di ciascun paziente. Inoltre, ritiene che una delle fonti di materiale più rilevanti per la psicoterapia sia ciò che accade in seduta. Irvin Yalom definisce il suo modello terapeutico ‘esistenziale’ e ritiene fondamentale incoraggiare i pazienti a individuare il ruolo che possono avere nel mantenere la situazione di disagio che vivono. Riconoscere questa dinamica è importante al fine di far comprendere alla persona che, per apportare dei cambiamenti nella propria vita, occorre spostare l’attenzione da ciò che accade nel contesto esterno a se stessi.

 A questo proposito nel libro “Il dono della terapia”, Irvin Yalom dedica ampio spazio a come lavorare nel qui ed ora. In particolare, fa riferimento all’utilità di cercare, all’interno della relazione terapeutica, un equivalente del problema presentato dal paziente; questo sia perché spesso i pazienti si avvicinano alla psicoterapia proprio a causa delle difficoltà a formare e mantenere relazioni durevoli e gratificanti, sia perché presumibilmente le modalità relazionali tipiche del paziente si manifesteranno anche nella relazione terapeutica. Individuando un equivalente della dinamica disfunzionale nell’ambito della terapia il lavoro diventa più immediato e accurato (Valentino, 2018).

La relazione terapeutica

Nel modello applicato da Yalom la cosa più importante che possa fare un terapeuta è offrire al paziente una relazione che risulti autentica e risanatrice. Egli identifica infatti come centrale nel percorso di psicoterapia la relazione terapeutica, che considera l’arma più potente. Il terapeuta può ben conoscere le tecniche e come applicarle, ma queste sarebbero inutilizzabili senza fare riferimento, continuamente, alla relazione terapeutica (Mannino, 2016).

Paziente e terapeuta non sono considerati due entità divise e separate, ma creano una squadra di lavoro, in grado di funzionare nel momento in cui si crea un clima di fiducia e di comprensione nella relazione. Irvin Yalom invita quindi ad essere terapeuti aperti e sinceri e, per farlo, ad essere coraggiosi, a lavorare su se stessi, a conoscersi a fondo, per poter essere consapevoli di quello che si muove dentro di noi nel tempo condiviso con il paziente e per essere più pronti a fornire al paziente l’aiuto necessario (Mannino, 2018; Valentino, 2018).

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Maria Gazzotti
Maria Gazzotti

Redattrice di State of Mind

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