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La cronofagia e la difficoltà a ritagliarsi del tempo libero nella società contemporanea

La società contemporanea è segnata dalla cronofacia, siamo talmente fagocitati dai nostri impegni da non avere momenti per rallentare

Di Maria Gazzotti

Pubblicato il 11 Mag. 2023

Quando è stato il vostro ultimo giorno libero, senza impegni, senza scadenze, senza nulla di cui occuparvi? Proviamo a riflettere sugli effetti della cronofagia nelle nostre vite.

Cronofagia e assenza di tempo libero

 Nella società contemporanea siamo perennemente impegnati, privi di tempo per noi stessi, per ciò che può essere piacevole o per stare nel “dolce far niente”, ormai un’utopia. Dedichiamo le nostre giornate al lavoro, o al massimo ai social network e a qualche acquisto (più spesso online), giornata dopo giornata, settimana dopo settimana, in modo talmente automatico da quasi non rendercene conto.

Lo Zeitgeist della nostra società (che qui usiamo per intendendere la tendenza culturale predominante in una certa epoca) consiste proprio nell’assenza di tempo, fagocitato dall’impostazione efficientista che caratterizza le nostre vite. Questa condizione è ben descritta dal termine cronofagia, che deriva dal greco χρόνος- (chronos, tempo) e -ϕαγεῖν (faghein, mangiare).

Il primo a parlare di cronofagia è stato Jean-Paul Galibert in “I cronòfagi. I 7 principi dell’ipercapitalismo” dove ha messo in luce i risvolti negativi del capitalismo. Ogni nostro momento risulta ormai legato alla produttività e monetizzato, anche quando non siamo impegnati nella nostra attività lavorativa, infatti, siamo impegnati nella navigazione su Internet, nell’uso dei social network, nello shopping online promosso da efficaci strategie di marketing, tutte attività che portano un profitto a qualcuno anche se non direttamente a noi.

Che ne è quindi del nostro tempo libero?

Spesso siamo talmente fagocitati dai nostri impegni che arriviamo a pianificare con anticipo anche i momenti di svago, le telefonate con amici, le passeggiate, la doccia, in modo da sfruttare ogni minuto; i weekend liberi non esistono, ogni attività che non viene svolta durante la settimana viene pianificata durante il sabato e la domenica, non permettendoci di fermarci, rallentare, vivere.

Cronofagia e insonnia

Molto interessanti sono le riflessioni di Mazzocco (2019) in merito al legame tra cronofagia e sonno. A causa del sempre più diffuso utilizzo dei dispositivi elettronici con l’esposizione alla luce degli schermi, e grazie alla facile accessibilità di una grande quantità di film e serie tv, si riduce sempre di più il tempo dedicato al sonno, per difficoltà o per una sorta di dipendenza dalle varie piattaforme di streaming, che riducono il tempo dedicato al dormire. Quali sono gli effetti delle alterazioni del sonno sulla nostra vita? L’insonnia è il disturbo del sonno più diffuso nel mondo, e comporta una serie di problematiche relative alla salute (Chen et al., 2020).

La riduzione del sonno sembra risultata associata a 7 su 15 delle cause principali di morte negli Stati Uniti, che includono malattie cardiovascolari, cancro, malattie cerebrovascolari, ictus, diabete, sepsi e ipertensione. Inoltre, le persone con insonnia spesso lamentano stanchezza, nervosismo e debolezza e sono più inclini a sperimentare emozioni negative, cosa che può portare a depressione, abuso di sostanze, ridotte capacità sociali e lavorative. Inoltre, l’insonnia risulta essere spesso in comorbidità con disturbi psichiatrici come depressione, ansia e suicidio (Chen et al., 2020).

Cronofagia, internet e social network

In affiancamento alla riduzione del tempo dedicato a noi stessi e al sonno, si può notare un aumento del tempo dedicato all’uso della tecnologia.

 Essere perennemente connessi e contattabili rende difficile riuscire a staccare dal lavoro: a chi non è mai capitato di leggere o addirittura rispondere a qualche mail di lavoro durante un viaggio in metropolitana? La difficoltà nel differenziare tra lavoro e vita personale si è accentuata ancor di più nel periodo pandemico, con l’introduzione dello smartworking. Nonostante i suoi numerosi vantaggi, il lavoro da casa rischia infatti di prendersi più tempo di quanto avverrebbe in presenza, e di rendere difficile “staccare” del tutto a fine giornata, poiché le comunicazioni sono confinate online, e i nostri telefoni sono sempre pronti a suonare e segnalarci attraverso una notifica nuovi messaggi.

Altro grande cambiamento legato alla diffusione della tecnologia è l’uso dei social network, che risulta in costante aumento: nel 2012 il tempo medio trascorso sui social network era di 90 minuti, nel 2013 di 95, fino a 135 minuti nel 2017 (Picotti, 2019). I social network permettono per esempio di coltivare la sfera relazionale anche a distanza, di mantenersi aggiornati, di guardare materiale piacevole o divertente, ma non possiamo dimenticare come rappresentino anche un’enorme fonte di dati a livello economico e di marketing, dati non remunerati, ma appunto di enorme valore economico all’interno delle società capitalistiche.

Cronofagia e stress

Nell’antichità il lavoro era considerato un impedimento, ad esempio nell’antica Grecia era visto come un ostacolo dal coltivare le amicizie e la cura della città, mentre nel mondo moderno la realizzazione personale e sociale dell’individuo ha iniziato ad essere concepita come indissolubilmente legata al lavoro (Consiglio, 2022). Se ci fermiamo a riflettere, tra le prime domande che facciamo a qualcuno per rompere il ghiaccio c’è il tipico “Di cosa ti occupi?”, oppure, quando ci viene chiesto il classico “Che fai nella vita?” rispondiamo automaticamente parlando del nostro lavoro; questo può aiutarci e realizzare quanto il lavoro abbia un ruolo chiave nelle nostre vite.

Il rischio di tutto quanto sopra descritto è un assorbimento nella rapidità e nella frenesia della nostra società senza spazio per altro, senza tempo libero, e la cosa peggiore è che spesso andiamo avanti con il pilota automatico e non ne siamo consapevoli fino a che non iniziamo a sperimentare stress sempre maggiore e, infine, le sensazioni di un vero e proprio esaurimento.

Anche in assenza di un vero e proprio disturbo da stress, la frenesia delle nostre vite quotidiane può mettere a dura prova il benessere psicofisico. Come possiamo gestirlo? Prima di tutto è necessario prestare attenzione alle nostre emozioni e al nostro corpo, notando i segnali e i bisogni. Solo dopo esserci resi conto della necessità di un cambiamento sarà possibile metterlo in atto. Una pratica utile per rallentare e vivere più nel presente combattendo la cronofagia è la mindfulness: basata sul prestare attenzione al momento presente in modo curioso e non giudicante, offre un’alternativa alle strategie orientate alla risoluzione dei problemi che sono profondamente radicate nella cultura occidentale (Kabat-Zinn, 2004).

Quindi oggi proviamo a fermarci, prenderci cinque minuti e fare un piccolo bilancio della nostra quotidianità, in modo da capire se abbiamo bisogno o desiderio di rallentare i ritmi e riprenderci del tempo libero che sia veramente nostro.

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Maria Gazzotti
Maria Gazzotti

Redattrice di State of Mind

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