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I serious game nel trattamento dei disturbi alimentari – Psicologia Digitale

I serious game hanno mostrato risultati positivi come supporto nel trattamento dei comportamenti alimentari disfunzionali

Di Chiara Cilardo

Pubblicato il 03 Feb. 2023

Aggiornato il 05 Feb. 2024 11:47

Una interessante review pubblicata lo scorso anno (Tang et al., 2022) ha indagato l’efficacia dei serious game nel trattamento dei disordini alimentari.

PSICOLOGIA DIGITALE – (Nr. 36) I serious game nel trattamento dei disturbi alimentari

 

 Comportamenti e pensieri disfunzionali nei disturbi alimentari possono avere conseguenze severe dal punto di vista psicologico e fisico.

Attualmente la terapia cognitivo comportamentale (CBT) è considerata l’approccio d’elezione ma non senza ostacoli. Infatti, la terapia si scontra con diverse sfide: alleanza terapeutica, motivazione e compliance sono punti critici. Si tratta di pazienti che hanno ideali egosintonici irrealistici rispetto a se stessi e al proprio corpo, difficoltà nella regolazione delle emozioni, sentimenti di vergogna, adottano strategie nocive per il controllo del peso come restrizioni, abbuffate, purghe o altri comportamenti compensatori.

Con un quadro così complesso, non stupisce che spesso i pazienti abbandonino la terapia o che il tasso di remissione completa sia basso. Per questo è necessario un approccio multidisciplinare che non solo combini trattamenti medici e psicoterapici ma che si affianchi a nuove opzioni.

Una definizione di serious games

I serious games (da “serious videogames”, SVG) sono videogiochi progettati per scopi terapeutici.

Al giocatore possono essere proposte diverse attività a seconda che si vogliano migliorare le prestazioni fisiche o cognitive. Non si tratta solo di cosa far fare ma anche di come farlo fare. È importante tenere in considerazione l’esperienza dell’utente che deve sentirsi a proprio agio in un ambiente realistico e stimolante.

Il gioco può avvenire attraverso interfacce tradizionali come tastiera o mouse oppure interfacce intelligenti e sensori che monitorano sguardo, attività cerebrale, dati biologici come la frequenza del battito cardiaco. Il tipo di interazione varia a seconda che l’ambiente di gioco sia bidimensionale (2D), tridimensionale (3D), o una combinazione dei due.

Il gioco può svolgersi interamente online o in presenza e può essere singolo o multigiocatore; quest’ultimo aspetto è un importante criterio da prendere in considerazione: creare gruppi di lavoro in cui i pazienti possano confrontarsi fra loro può renderli più motivati e coinvolti.

Le combinazioni di queste caratteristiche possono dare forma a moltissime opzioni di gioco, variabili a seconda dei soggetti e delle abilità su cui si vuole lavorare.

I serious game sono sempre più utilizzati come supporto nel trattamento di molti disturbi e patologie come depressione e dipendenze (Laamarti et al., 2014).

Serious games e disturbi alimentari

Una interessante review pubblicata lo scorso anno (Tang et al., 2022) ha indagato l’efficacia dei serious game nel trattamento dei disordini alimentari. L’analisi di centinaia di studi evidenzia effetti positivi sulla stabilizzazione del peso, nelle abitudini alimentari e un generale miglioramento dei sintomi, dell’autoregolazione e dell’espressione salutare delle proprie emozioni.

Un altro aspetto positivo è che i serious game possono essere svolti sia da soli che in compagnia. In questo modo il paziente può mettersi alla prova in autonomia e senza vergogna ma anche sperimentare connessione e reciprocità quando gioca con altri, online come in presenza.

I serious game vengono definiti così perché hanno scopi terapeutici, ma rimangono pur sempre dei giochi: la componente ludica ha il vantaggio di aumentare la motivazione e la compliance, spostando sul piano del gioco compiti e ristrutturazione cognitiva, alleggerendo il carico di lavoro del paziente.

L’unico limite sembra essere l’assenza di evidenze sul lungo termine. Nello studio durato di più la fase sperimentale è stata di sole 8 settimane (Keeleret et al., 2022).

Analizzare l’impatto dei serious game nel lungo termine serve non solo a capire come utilizzarli nei trattamenti, ma anche per indagare il loro potenziale nella prevenzione su persone a rischio o senza una diagnosi.

Ci sono poi altri aspetti da chiarire, soprattutto riguardo alle dinamiche di gioco. Per esempio, gli indicatori di performance (come i punteggi) potrebbero indurre ansia e stress o essere fonti di ricompensa esterne, che quindi non agiscono da motivazioni intrinseche e profonde alla base di un migliorando a lungo termine.

Alcuni autori vedono un’associazione tra dipendenza da gioco e alcuni tratti tipici di questi pazienti, come la disregolazione. Sicuramente l’utilizzo dei serious game, come ogni pratica clinica, deve essere supervisionato dal terapeuta (Tang et al., 2022).

Nel prossimo futuro sarà quindi interessante capire come si evolverà la ricerca; per il momento i serious game sembrano uno strumento valido da affiancare alle pratiche esistenti.

 

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