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Misoginia e supremazia maschile: gli incel e i forum online – Psicologia Digitale

Si definisce incel (dall’unione delle parole ‘involuntary celibate’) una persona che si ritiene celibe indipendentemente dalla propria volontà

Di Chiara Cilardo

Pubblicato il 20 Gen. 2023

Nate per rinforzare il senso di appartenenza e mitigare la solitudine, le comunità online di incel, o celibi involontari, possono rafforzare l’ideologia misogina. 

PSICOLOGIA DIGITALE – (Nr. 35) Misoginia e supremazia maschile: gli incel e i forum online

 

Comunità online e forum radunano e avvicinano utenti sulla base di interessi comuni e affinità, sono luoghi digitali in cui ci si sente rappresentati e liberi di esprimere pensieri e vissuti con altri utenti percepiti come simili. Se da un lato proprio per questo motivo possono favorire un effetto echo-chamber, ribadendo, amplificando e rafforzando idee simili, dall’altro favoriscono il senso di appartenenza, di discussione e di condivisione.

Sono ambienti digitali vissuti come sicuri, liberi, aperti. È comprensibile quindi che molto spesso siano utilizzati da membri di sottoculture che si sentono poco considerate. Grazie a questi luoghi, è possibile dare voce a esperienze comuni, non sentirsi soli, emarginati, diversi, esclusi dalla società.

Che cosa vuol dire incel: chi sono i celibi involontari

Si definisce ‘incel’ (dall’unione delle parole ‘involuntary celibate’) una persona che si ritiene celibe indipendentemente dalla propria volontà: per un incel le cause del celibato sono del tutto esterne a se stesso.

La mancanza di relazioni romantiche e sessuali deriva infatti da una società ingiusta che ‘premia’ chi possiede dei requisiti che lui non ha: un certo aspetto fisico, denaro, status sociale.

Lo studio di Liggett O’Malley e Helm (2022) ha indagato esperienze e motivazioni riportate in oltre 8.000 post dei due più importanti forum online di incel. Da questa analisi qualitativa emerge chiaramente come gli incel si vedano impacciati, timidi, goffi, ansiosi, evitanti, carenti di tratti fisici indissolubilmente legati alla loro visione di virilità, come capigliatura folta, mascella prominente, alta statura; ma non solo, anche essere di razza bianca è un requisito fondamentale per l’accesso ad esperienze affettive e sessuali.

Tra gli incel c’è chi si definisce “mentalcel”, ovvero chi attribuisce il suo stato di celibe a una presunta “neurodiversità”, raramente accompagnata dalla diagnosi di un professionista.

Per molti utenti l’adolescenza è la fase di svolta, il periodo chiave in cui non hanno avuto modo di fare le prime esperienze, in cui hanno saltato delle tappe del percorso evolutivo, tappe che ritengono non più recuperabili.

Oltre alla mancanza di adeguate competenze sociali, altro ostacolo è il reddito. Anche qui c’è un profondo vissuto di ingiustizia sociale, dato che la società non premierebbe chi ha le caratteristiche di un incel. Ricchezza e benessere economico sono cose da cui sono tagliati fuori per il fatto stesso di essere incel, quindi poco attraenti e competenti socialmente.

Questi sentimenti di isolamento, frustrazione, rabbia, vittimismo, disagio psicologico e pessimismo si accompagnano però a un forte senso di appartenenza al gruppo, in cui si prende atto della realtà e della verità (“siamo fatti così, è la società che è ingiusta”) e in cui si rafforza la propria autostima come persona che sa come stanno le cose, che per questo non si fa ingannare dalla società. Prende vita così l’identità comune fondata su ideologie condivise, dove essere incel è un atto di resistenza all’oppressione di un mondo ingiusto.

Gli incel online: l’uso dei forum

L’analisi delle conversazioni online ha evidenziato come nei forum degli incel siano frequenti le conversazioni su esperienze negative avute con le donne, episodi subiti di bullismo, problemi mentali (Liggett O’Malley e Helm, 2022). Come confermato anche da altri studi (ad esempio Moskalenko et al., 2022), la maggioranza degli incel riporta storie di bullismo, ostilità e problemi di salute mentale.

Gli utenti utilizzano i forum per sentirsi accettati, capiti, trovare persone che la pensano allo stesso modo e condividere il profondo senso di angoscia e inutilità che vivono nel quotidiano.

I forum per incel sono da un lato uno spazio di supporto e confronto, dall’altro rischiano di incoraggiare estremismi e violenza contro altri o contro se stessi.

I diversi fattori di rischio evidenziati assieme alla natura stessa dei forum online (che può rafforzare le ideologie polarizzate) rendono evidente l’importanza di approfondire e comprendere le dinamiche di queste comunità. I forum incel permettono agli utenti di diffondere idee e contenuti, reali o artefatti, che rafforzano convinzioni misogine e disfunzionali sulla società (O’Malley et al., 2022).

Prevenire la violenza

Anche se – è importante scriverlo -, come sottolineato anche da alcune ricerche (Liggett O’Malley e Helm, 2022) definirsi incel non implica necessariamente sostenere azioni violente, la cronaca recente ha riportato casi di vere e proprie aggressioni da parte di sottogruppi incel: nel 2021 un ragazzo ha ammesso di aver progettato un piano per sparare a delle studentesse in un’università dell’Ohio; nel 2018 a Toronto un incel uccise 11 persone e ne ferì 15, motivando l’attacco come una “ritorsione” nei confronti delle donne; ancora, nella strage del 2014 un ragazzo uccise 6 persone, ne ferì14, per poi togliersi la vita, il tutto dopo aver pubblicato un video su YouTube in cui spiegava le sue motivazioni: punire le donne perché si sentiva rifiutato, punire gli uomini che sono in grado di avere relazioni, il disprezzo per le coppie (Baele et al, 2019; Tolentino, 2018).

Come prevedibile, gli incel riportano livelli significativi di depressione, ansia e solitudine e livelli bassi di soddisfazione della vita. Quello degli incel è un gruppo a rischio che richiede interventi di prevenzione e sensibilizzazione (Costello et al., 2022). Bisogna contrastare le narrazioni misogine e violente, sostituendole con l’educazione all’uguaglianza di genere e al consumo critico dei media per contrastare la diffusione di contenuti pericolosi, radicali e fuorvianti. Non solo però alfabetizzazione digitale ma anche emotiva: fornire gli strumenti per esprimere in maniera più funzionale emozioni negative e al contempo trovare nuovi modi per essere validati (O’Malley et al., 2022).

 

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