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Sharp Objects: un’analisi in chiave LIBET

La vita di Camille, protagonista di Sharp Objects, è costellata da una serie di eventi traumatici, in seguito ai quali sviluppa un’idea di sé come colpevole

Di Nico Alberici

Pubblicato il 29 Lug. 2021

Aggiornato il 03 Ago. 2021 12:36

Sharp Objects è una miniserie televisiva statunitense del 2018, adattamento del romanzo thriller “Sulla pelle” di Gillian Flynn. Ideata da Marti Noxon e diretta da Jean-Marc Vallée, è stata candidata come miglior miniserie ai Golden Globe del 2019. 

Nico Alberici – OPEN SCHOOL, Studi Cognitivi San Benedetto del Tronto

 

Attenzione! L’articolo può contenere spoiler

Trama di Sharp Objects e Modello LIBET

La protagonista di Sharp Objects è Camille Preaker, una giornalista di cronaca nera. A seguito della scomparsa di due bambine nella sua città natale, Wind Gap, il suo capo decide di mandarla come reporter sul campo. Suo malgrado si ritroverà ad affrontare i traumi del suo passato. La reporter vive infatti un disagio psicologico caratterizzato da abuso di alcol e tendenze autolesionistiche. Tornata nella casa dove ha trascorso la sua infanzia, Camille si riunisce a sua madre Adora e alla sorellastra Amma. Il rapporto tra Camille e sua madre è sempre stato freddo e distaccato. Al contrario, Adora è sempre stata protettiva ed affettuosa nei confronti di Amma e della sorella minore di Camille, Marian (morta quando la reporter era bambina).

Scopo del seguente articolo è di analizzare il funzionamento LIBET di Camille e sua madre Adora. Il modello LIBET inquadra il funzionamento psicologico in base a dei costrutti chiamati piani e temi di vita. I piani sono strategie semi-adattive che, irrigidendosi nel tempo, possono comportare conseguenze disfunzionali. Tali piani vengono appresi per gestire i temi di vita: stati mentali vissuti come intollerabili e pericolosi (per esempio sentirsi vulnerabili, non amabili o sbagliati). I piani e i temi che sviluppiamo variano in base alle nostre esperienze di vita, in particolare a quelle vissute con le figure d’attaccamento durante l’infanzia (Caselli, Ruggiero e Sassaroli, 2017).

Nota: Le spiegazioni sul funzionamento psicologico dei personaggi contengono rivelazioni sulla serie televisiva Sharp Objects. Si raccomanda ai lettori di non proseguire con la lettura dell’articolo per non ricevere anticipazioni sulla storia. 

I temi di Camille

La vita di Camille è costellata da una serie di eventi traumatici, prima tra tutti la morte della sorella Marian. In seguito a questi traumi, sembra che la protagonista abbia sviluppato un’idea di sé come colpevole. Il senso di colpa perseguita Camille fin dall’infanzia, perché sente di non aver impedito la morte di Marian e di altri eventi.

L’autolesionismo di Camille sembra infatti essersi originato come una sorta di punizione auto-inflitta. Il corpo della giornalista è interamente coperto di cicatrici che formano parole quali: “sbagliata”, “sporca”, “cattiva” … Parole che rimandano a temi di indegnità e di disamore, in cui un individuo si percepisce come colpevole, cattivo, non amabile…

Wind Gap stessa può aver contribuito nel far sentire Camille e altre donne profondamente inadeguate. La città si rivela fin dai primi episodi sessista, conservatrice e colma di pregiudizi.

A Wind Gap, una donna viene subito etichettata se non segue le regole prestabilite – afferma Camille.

Infatti, la protagonista fin da bambina mostra degli atteggiamenti anticonformisti, ad esempio rifiutandosi di vestirsi e apparire come la “bambola perfetta” che sua madre tanto desiderava. In età adulta, Camille viene in più occasioni etichettata dagli ex concittadini come “una mela marcia”, “una poco di buono”, “una donna vuota ed incompleta, solo perché non è madre” …

Principalmente è nella relazione con la madre che Camille sviluppa un’idea di sé come inamabile e sbagliata. Adora le rivela nel quinto episodio (Closer) di non averla mai amata, dandole la colpa di questo:

Sei anaffettiva […]e per questa ragione io non ti ho mai amata…

Adora, infatti, ha compiuto gesti di affetto solo nei confronti di Marian ed Amma, allontanando Camille da sé. La reporter ha solo dei ricordi frammentati in cui la madre la accarezzava quando era a letto. La accarezzava però con le sue unghie, sfiorandole la pelle. Questa immagine è come se volesse suggerirci che i tagli sulla pelle di Camille sono stati inflitti indirettamente da sua madre nel tempo. Non a caso, sua sorella Amma dirà:

I tagli sono già lì, sotto la pelle. La lama li fa solo uscire

Il motivo per cui Adora tratta in questo modo Camille va ricercato nella sua malattia mentale. Adora, infatti, come rivelato nel settimo episodio di Sharp Objects, “Falling”, soffre di disturbo fittizio provocato ad altri (classificato precedentemente come “Sindrome di Münchausen per procura”). In questo disturbo un individuo (spesso un genitore) arreca danni alla salute di altre persone (solitamente i figli) per farli ammalare, allo scopo di attirare l’attenzione su di sé (American Psychiatric Association, 2013).

Camille, differentemente dalle sorelle, scansava Adora ogni volta che stava per somministrarle un medicinale (in realtà del veleno). Era come se Camille, inconsapevolmente, avesse intuito che qualcosa non andava. Non a caso la protagonista si irrigidisce quando la madre la sfiora, come se il suo corpo reagisse in base ad un apprendimento automatico. Come reazione, Adora inizia a punire Camille non amandola, ignorandola, escludendola e facendola sentire indegna. Viene persuasa di essere la colpevole del rapporto assente tra le due.

Camille, a causa di questa dinamica tossica, potrebbe anche aver appreso inconsciamente che solo soffrendo avrebbe ottenuto amore dalla madre. Questa credenza potrebbe aver costruito un terreno fertile per l’esordio delle sue tendenze autolesionistiche in età adolescenziale.

Il piano di Camille

Il piano di vita che Camille ha sviluppato è immunizzante: la protagonista di Sharp Objects cerca di escludere dalla propria coscienza i temi dolorosi, focalizzando la propria attenzione su alcune sensazioni corporee (piacevoli o dolorose) e anestetizzandosi dal proprio dolore emotivo. Il piano immunizzante di Camille viene evidenziato da una serie di comportamenti disfunzionali e autodistruttivi.

Primariamente, Camille assume alcol per regolare i propri stati emotivi. La protagonista è infatti perseguitata da una serie di ricordi ed immagini intrusive che riguardano i propri temi di vita. Il dolore per le perdite subite e il senso di colpa associato ad esse sembrano i fattori scatenanti di tale condotta. Non appena il tema doloroso sta per emergere nella sua coscienza, sotto forma di flashback, Camille beve alcol fino a stordirsi completamente.

L’abuso di alcol non è il solo mezzo con cui Camille esclude dalla propria coscienza i temi dolorosi. Dall’adolescenza fino al suo ricovero psichiatrico, la protagonista mette in atto dei comportamenti autolesionistici: si procura tagli sul corpo che formano delle parole, i cui significati sono associabili agli eventi traumatici e ai temi di indegnità e disamore. L’autolesionismo di Camille potrebbe esserle servito per spostare l’attenzione dal dolore mentale a quello fisico.

Il piano immunizzante si manifesta anche durante le interazioni con chi ha abusato di lei. Camille sembra infatti indifferente e distaccata coi suoi aguzzini, come se si fosse anestetizzata rispetto agli accaduti.

In alcuni flashback, ci viene mostrato come Camille da bambina esternasse la propria rabbia, contrariamente a quanto avviene in età adulta: sedando le proprie emozioni con l’alcol e tagliandosi. Inoltre, lo stato emotivo più ricorrente che si è andato a sostituire alla rabbia sembra il senso di colpa. È come se la reporter avesse imparato a spostare (internalizzare) la rabbia, rivolgendola contro di sé tramite comportamenti auto-mutilanti. Questo potrebbe dipendere da alcuni avvenimenti. Ad esempio, dopo l’esplosione di collera al funerale di Marian, sua madre si allontana da lei, trattandola con freddezza e non ricambiando il suo abbraccio. Camille potrebbe aver sviluppato quindi determinate credenze, del tipo: “manifestando la rabbia, mia madre si è allontanata da me. Sono sbagliata”.

Nel settimo episodio di Sharp Objects (“Falling”) ci viene mostrata l’invalidazione del piano immunizzante di Camille. La protagonista scopre che Marian è stata uccisa da Adora, una madre Münchausen. In quel momento entra così in contatto col suo tema doloroso: sentirsi colpevole per non essere riuscita a proteggere sua sorella. Di colpo, alcuni ricordi che Camille aveva rimosso riaffiorano nella sua mente (come la volta in cui aveva visto Adora mordere Amma da neonata, in modo da farla piangere e permetterle di auto-compiangersi: “Dio mi ha mandato un’altra figlia malata…”). Quando Camille scopre la sindrome di Adora, nessuna droga è in grado di cancellare questa informazione dalla sua mente ed è in quel momento che si crea una crepa nel suo piano immunizzante.

In parte, Camille potrebbe aver sviluppato anche un piano prudenziale verso le relazioni, allontanando gli altri da sé. Lei stessa si definisce come “non incline all’affettività”. Questa credenza su di sé potrebbe essere anche frutto delle proiezioni della madre. Camille potrebbe aver deliberatamente deturpato il suo corpo per allontanare ogni possibile intimità, contatto fisico e coinvolgimento affettivo, in quanto percepiti come pericolosi a seguito degli abusi subiti. Quelle cicatrici potrebbero quindi avere la funzione di inorridire e allontanare gli altri da sé, come una barriera per proteggersi dall’intimità e dall’essere toccata.

Il piano e il tema di Adora

Differentemente dalla figlia, il piano di Adora è prescrittivo, perché caratterizzato dal controllo degli altri. Adora controlla tutta la comunità di Wind Gap, con i suoi modi eleganti ed affascinanti, prendendosi cura dei suoi concittadini e offrendosi di “riparare le bambine sbagliate”. Adora vuole mantenere soprattutto il controllo sulle figlie: prima Marian e in seguito Amma. Camille non glielo ha permesso e per questo nutre disprezzo nei suoi confronti. L’estrema espressione del suo piano prescrittivo è rappresentata dal suo disturbo fittizio provocato ad altri, perché le permette il pieno controllo sulle sue vittime, oscillando ricorrentemente tra lesioni e cure.

Ciò che accomuna Camille e Adora è l’uso del dolore per proteggersi dal tema. La differenza è che Camille si auto-procura il dolore. Adora, invece, lo infligge alle figlie per controllarle, anche con una modalità di comunicare passiva-aggressiva: esprime drammaticamente il dolore per manipolarle con il senso di colpa (come quando si ferisce accidentalmente alla mano con una rosa).

Nei momenti in cui Adora sente di perdere il controllo (rottura del piano prescrittivo), esordiscono dei sintomi sotto forma di collera, tricotillomania (strappandosi compulsivamente le sopracciglia) ed acutizzando il suo disturbo fittizio. Fin da subito, escogita diverse strategie per dividere Amma e Camille, quando tra le due inizia a formarsi un legame che potrebbe invalidare il suo piano. La sola possibilità che Amma possa allontanarsi da lei la getterebbe nella disperazione. Quando Adora capisce che sta perdendo il controllo su di lei, arriva persino a ricattarla emotivamente con la deprivazione affettiva (“ormai sei grande, non hai bisogno di me, puoi occuparti di te stessa da sola…”) e smontando la sua casa delle bambole. Le punizioni di Adora consistono nella deprivazione affettiva e nella colpevolizzazione. Sono le stesse punizioni che Camille ha subito, fino a convincersi di essere effettivamente la colpevole tra le due. Adora non infligge solamente le punizioni per controllare il comportamento delle figlie, ma utilizza come rinforzo positivo il suo affetto: solo quando Camille accetta di farsi curare (ovvero avvelenare), le permette di accedere alla camera col pavimento in avorio, dandole quell’affetto che le ha sempre negato.

Il piano prescrittivo di Adora serve a proteggerla dal suo tema doloroso, sviluppatosi in seguito ai maltrattamenti subiti a sua volta dalla madre, Joya. Adora rimprovera Camille, dicendole:

Mi fai sentire come se avessi sbagliato qualcosa, come se fossi una pessima madre […]. Quando ti ho portato in grembo credevo mi avresti salvata, pensavo mi avresti amata e che in questo modo mia madre avrebbe amato anche me…

Da queste affermazioni emergono i temi dolorosi di Adora. A causa degli abusi subiti a sua volta dalla figura materna non si è mai sentita amata (tema di disamore). Si percepisce inoltre come vulnerabile, come se solo le sue figlie e le attenzioni degli altri potessero salvarla dall’ombra di sua madre (tema di minaccia terrifica). È come se il trauma e la malattia mentale nella famiglia di Camille venissero trasmessi a livello intergenerazionale.

In un’occasione in cui vuole premiare Camille, Adora la definisce “l’angelo custode di Amma”. In un certo senso, è nell’immagine dell’angelo custode che Adora ha trovato la propria ancora di salvezza: facendo ammalare le sue figlie, poteva prendersene cura/controllarle e sentirsi in questo modo una madre adeguata, amata e indispensabile per loro. Alleviando le loro sofferenze, dopo averle avvelenate, Adora poteva in parte mentire a se stessa sul fatto di non essere identica a sua madre. In più, quando le sue figlie si aggravano o muoiono, Adora ottiene l’ammirazione, le attenzioni e le premure da parte della comunità (quelle forme di amore di cui è stata privata da sua madre). Si sente così protetta dagli altri, avendo vissuto l’infanzia in un contesto spaventante.

Per concludere, Sharp Objects è una storia su come il dolore inflitto (a sé e agli altri) può diventare la strategia per proteggersi da temi dolorosi, che emergono da relazioni affettive tossiche. Citando Gillian Flynn, autrice del romanzo da cui è stata sviluppata la serie televisiva:

Dicono che l’impulso di infliggere dolore sia un bisogno imperioso, a cui non ci si può sottrarre.

Tuttavia, affrontando il dolore, Camille arriverà a scrivere in un suo articolo:

Mi sono perdonata per non essere riuscita a salvare mia sorella e ora mi occupo dell’altra. Lo faccio perché le voglio bene o perché ho la stessa malattia di Adora? Così vacillo tra le due opzioni […] Negli ultimi tempi però credo di essere più incline alla gentilezza.

Camille, entrando in contatto col suo tema doloroso, è riuscita alla fine a cambiare visione di sé, realizzando che essere amate da Adora significava concederle il proprio annientamento. Soprattutto, Camille riesce a perdonarsi per la morte di Marian, evento di cui non ha colpa.

 

SHARP OBJECTS – GUARDA IL TRAILER DELLA SERIE:

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM-5). Milano: Raffaello Cortina Editore.
  • Caselli, G., Ruggiero, G. M., & Sassaroli, S. (2017). Rimuginio: teoria e terapia del pensiero ripetitivo. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  • Flynn, G. (2018). Sharp Objects. Milano: Rizzoli.
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