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Migliora le prestazioni sportive al ritmo della musica

Costas Karageorghis, prof. di psicologia dello sport, è autore di numerosi studi che indagano in che modo la musica può influenzare le prestazioni sportive

Di Annalisa Balestrieri

Pubblicato il 01 Apr. 2021

La ricerca scientifica sugli effetti della musica nello sport ha individuato 5 funzioni specifiche alle quali è stato attribuito il potere di influenzare le performance degli atleti: dissociazione, sincronizzazione, controllo dell’eccitazione, acquisizione di abilità motoria e raggiungimento della trance agonistica.

 

Molto spesso capita di vedere sportivi che si isolano con le cuffiette prima di una gara, di una partita di calcio o durante un allenamento. Non è solo un modo per rendere più piacevole un momento di attesa o di sforzo fisico: diverse ricerche hanno dimostrato che la musica aiuta a migliorare le prestazioni, aumenta il controllo dei movimenti, carica, rilassa, distrae.

Si tratta di musica motivazionale, qualcosa in grado di modificare i sentimenti di una persona, trasformando la tristezza in felicità e la noia in determinazione.

Uno dei maggiori esperti in questo settore è Costas Karageorghis, professore di psicologia dello sport & dell’esercizio alla Brunel University, in Gran Bretagna. Le sue ricerche, pubblicate sul Journal of Sport & Exercise Psychology, lo hanno portato a definire l’uso della la musica nello sport paragonabile a quello di una droga legale. Ma vediamo più nel dettaglio in che modo questi studi hanno riscontrato che la musica può influenzare le prestazioni sportive.

La ricerca scientifica

La ricerca scientifica sugli effetti della musica nello sport si è sviluppata intorno agli anni 90 ed ha individuato 5 funzioni specifiche alle quali è stato attribuito il potere di influenzare le performance degli atleti, sia durante le competizioni che nelle sessioni di allenamento. Si tratta di dissociazione, sincronizzazione, controllo dell’eccitazione, acquisizione di abilità motoria e raggiungimento della trance agonistica.

La dissociazione consiste nell’effetto prodotto dalla musica di distrarre dalla sensazione di fatica e dalla percezione degli sforzi che si stanno compiendo contribuendo a creare uno stato d’animo positivo, allontanando tensioni e paure legate al risultato. Da notare che questo effetto è stato riscontrato solo nel caso di sforzi di media o bassa intensità. Dove lo sforzo è maggiore, la percezione della fatica supera l’effetto della musica che crea comunque un contesto più piacevole, contribuendo ad un maggior benessere dell’atleta.

La sincronizzazione dei battiti e del tempo della musica che si ascolta, con la successione di movimenti ripetitivi tipici di sport quali corsa, ciclismo, sci di fondo, è in grado di migliorare il rendimento dell’attività dando più regolarità al movimento, rendendolo più efficiente e prolungando la resistenza. Fornendo dei riferimenti temporali, consente all’atleta di ottimizzare la sua spesa energetica.

Il controllo dell’eccitazione deriva dal fatto che la musica altera l’eccitazione psicologica, in particolare attraverso il ritmo. Può essere utile sia per stimolare e dare la carica in vista dell’obiettivo da raggiungere, sia per calmare l’ansia, consentendo di raggiungere uno stato mentale ottimale.

L’acquisizione di abilità motorie è di particolare efficacia nei bambini, migliora la coordinazione e consente di acquisire nuove e più complesse abilità motorie, stimola il movimento e rende l’apprendimento più divertente.

Questi elementi concorrono al raggiungimento della trance agonistica ossia quel momento nel quale l’atleta sente in misura minore la fatica e produce una prestazione al di sopra dei suoi livelli abituali.

Gli effetti che l’ascolto della musica può determinare sulle prestazioni sportive ci risultano ancora più evidenti se pensiamo che in alcuni sport, come maratona e ciclismo, si è vietano l’utilizzo degli auricolari durante le gare considerandoli paragonabili all’effetto ottenuto con l’uso di sostanze dopanti.

Importante è scegliere la musica giusta

Per arrivare a questi risultati è importante la scelta della musica. Come abbiamo visto, alcune attività sportive, che possiamo definire più ripetitive, si prestano in modo particolare ad essere accompagnate dalla musica. Inoltre ci sono sport in cui l’ascolto è inteso in modo individuale e altri in cui la musica serve alla squadra per creare spirito di gruppo e sincronizzare i movimenti.

La scelta deve cadere su una musica che risulti gradita e che abbia un tempo ed un ritmo che rispecchino il tipo di attività da svolgere. Spesso si ricorre a vere e proprie playlist create appositamente per seguire un circuito di allenamento con ritmi veloci e volume più alto nei momenti in cui lo sforzo si prevede più intenso, e musiche più lente a volume più basso nei momenti di recupero.

Se utilizzate come abituali compagne di allenamento, queste playlist diventano conosciute agli atleti che sono in grado di anticiparne il flusso sonoro migliorandone ulteriormente l’effetto.

La playlist perfetta dovrebbe quindi contenere questi elementi: essere gradita all’atleta, risultargli familiare, trasmettere forza ed energia, essere in sintonia con i movimenti che si devono compiere, contenere valori edificanti e associabili allo sport quali il superamento dei limiti, lavoro e disciplina associati al trionfo.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Karageorghis, C. I., Jones, L., & Stuart, D. P. (2008).Psychological effects of music tempi, http://shura.shu.ac.uk/18180/
  • Karageorghis, C. I., & Terry, P. C. (1997), Psychophysical effects of music in sport and exercise: an update on theory, research and application, https://eprints.usq.edu.au/4364/
  • Terry, Peter & Karageorghis, C. (2011), Music in sport and exercise. The new sport and exercise psychology companion, https://eprints.usq.edu.au/19163/
  • Balestrieri, A. (2021), La mente in musica. Come ragisce il cervello all'ascolto della musica.
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