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Leggere meglio giocando: come i videogiochi d’azione possono aiutare i bambini con dislessia – Psicologia Digitale

Gli action video games possono aiutare i bambini con dislessia a migliorare la lettura potenziando le funzioni cognitive

Di Chiara Cilardo

Pubblicato il 04 Apr. 2025

Dislessia: prevalenza, definizione e nuove prospettive di intervento

PSICOLOGIA DIGITALE – (Nr. 66) Leggere meglio giocando: come i videogiochi d’azione possono aiutare i bambini con dislessia

Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione (2020/2021), gli alunni con dislessia rappresentano il 37,8% delle diagnosi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).  Sebbene queste statistiche offrano una panoramica utile, la prevalenza reale può variare in base a fattori come la consapevolezza del disturbo, l’accesso alle diagnosi e le differenze territoriali.
La dislessia rientra tra i Disturbi Specifici dell’Apprendimento così come definiti dal DSM-5 (American Psychiatric Association, 2013), che li descrive come difficoltà circoscritte a specifici ambiti dell’apprendimento in presenza di un funzionamento intellettivo nella norma. In particolare, la dislessia riguarda la capacità di decodificare il testo con rapidità e accuratezza. Per molto tempo, è stata spiegata principalmente come un deficit della consapevolezza fonologica, cioè della capacità di riconoscere e manipolare i suoni del linguaggio. Questo approccio ha guidato a lungo gli interventi basati sull’insegnamento delle corrispondenze tra suoni e lettere.
Di recente, si è affermata una visione più articolata che riconosce anche l’importanza di fattori attentivi e percettivi. Tra le ipotesi più accreditate vi è quella del deficit dell’attenzione visiva che porterebbe i bambini con dislessia a elaborare le lettere in modo sequenziale anziché simultaneo. Queste evidenze suggeriscono la necessità di un approccio integrato che combini aspetti linguistici, attentivi, percettivi e motivazionali. In questa direzione si colloca l’impiego dei videogiochi d’azione che sembrano potenziare diverse funzioni cognitive coinvolte nella lettura (Bertoni et al., 2024).

Non solo gioco: l’efficacia di approcci combinati

Una strada promettente è rappresentata dalla combinazione di metodi tradizionali con strumenti innovativi. Lo studio di Murray e Birch (2023) ha esplorato l’efficacia dell’integrazione tra la tecnica della Repeated Reading (RR) e l’uso di videogiochi d’azione. La Repeated Reading, che consiste nella lettura ripetuta ad alta voce dello stesso brano fino a raggiungere una buona fluidità, è una tecnica consolidata, utile soprattutto con studenti preadolescenti e adolescenti per rafforzare consapevolezza fonologica, memoria verbale e velocità di decodifica. Alternando la Repeated Reading e videogiochi d’azione, i partecipanti hanno mostrato progressi più marcati nella lettura in termini di velocità, accuratezza e comprensione rispetto alla sola Repeated Reading, con benefici particolarmente evidenti nei casi più resistenti agli approcci tradizionali. Secondo gli autori, i videogiochi d’azione agiscono anche sul piano motivazionale, aumentando il coinvolgimento e riducendo l’ansia legata alla lettura. Alcuni studenti hanno riportato sensazioni positive come “giocare fa partire il cervello”, oppure che leggere dopo il gioco sembrava più facile. Anche gli insegnanti hanno osservato miglioramenti nella dizione, nell’espressività, nella gestione della punteggiatura e nella consapevolezza durante la lettura. Questo conferma che l’efficacia dei videogiochi d’azione non si limita al piano cognitivo ma si estende anche alla sfera motivazionale ed emotiva (Murray & Birch, 2023).

Come funzionano davvero i videogiochi d’azione?

L’efficacia dei videogiochi d’azione nel trattamento della dislessia sembra risiedere nella loro capacità di allenare funzioni cognitive coinvolte nella lettura già prima della decodifica fonologica. Un ruolo centrale è svolto dall’attenzione visuo-spaziale: leggere richiede infatti di orientare rapidamente l’attenzione su lettere e gruppi ortografici, un processo compromesso nei bambini con dislessia. I videogiochi d’azione, grazie alla loro velocità e all’esigenza di reagire a stimoli distribuiti nello spazio, potenziano la cosiddetta spotlight of attention, ovvero la capacità di focalizzare e spostare rapidamente l’attenzione visiva, migliorando così la selettività attentiva (Franceschini et al., 2015). Inoltre, i bambini con dislessia tendono ad avere un campo visivo più ristretto e faticano a distinguere lettere troppo vicine tra loro, un fenomeno noto come crowding. I videogiochi d’azione aiutano i bambini a distinguere meglio più elementi visivi presenti nello stesso momento. Lo studio evidenzia anche un miglioramento dell’attenzione temporale, ovvero della capacità di processare in sequenza stimoli rapidi come le lettere in una parola. Infine, il training videoludico rafforza il passaggio dal canale visivo a quello uditivo, fondamentale per la conversione grafema-fonema. Tali effetti sarebbero legati alla stimolazione del sistema magnocellulare-dorsale, coinvolto nell’orientamento dell’attenzione e nella percezione del movimento, alterato nei profili cognitivi dei bambini con dislessia (Franceschini et al., 2015).

Verso una nuova generazione di interventi

I videogiochi d’azione, se ben progettati e integrati in percorsi educativi o clinici, sono strumenti efficaci e motivanti per supportare i bambini con dislessia (Murray & Birch, 2023; Bertoni et al., 2024). Non si tratta di sostituire i metodi esistenti, quanto di arricchirli con strategie più coinvolgenti, soprattutto per chi ha vissuto la lettura come fonte di frustrazione e insuccesso. Questa prospettiva apre riflessioni importanti per chi opera nei contesti scolastici e clinici. Psicologi, logopedisti ed educatori possono contare su strumenti capaci di attivare non solo abilità cognitive come attenzione visiva e decodifica, ma anche componenti motivazionali ed emotive, a volte trascurate ma fondamentali per l’apprendimento (Khadem et al., 2024). Interventi ibridi, che combinano tecniche come la Repeated Reading con sessioni strutturate di videogiochi d’azione, rappresentano una direzione promettente per la pratica educativa e riabilitativa (Murray & Birch, 2023). Il loro valore sta nella capacità di stimolare funzioni esecutive e attenzione in modo giocoso e motivante, senza generare ansia da prestazione.
Una cosa è certa: anche per leggere, a volte serve un po’ di azione. E se la motivazione può riaccendersi con un controller in mano, allora vale la pena esplorare questa strada con rigore scientifico, sì, ma anche con apertura mentale. Perché, a volte, anche per leggere… serve un po’ di azione.

Riferimenti Bibliografici
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