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Osservatorio dei Disturbi Emotivi e Mentali – Ottobre 2025

L’Osservatorio dei Disturbi Emotivi e Mentali è un aggiornamento periodico sulla situazione della sofferenza psicologica in Italia e nel mondo

Di Giovanni Maria Ruggiero, Sara Palmieri, Giovanni Mansueto

Pubblicato il 20 Ott. 2025

L’Osservatorio dei Disturbi Emotivi e Mentali

L’Osservatorio dei Disturbi Emotivi e Mentali è un aggiornamento periodico sulla situazione della sofferenza psicologica in Italia e nel mondo. Quali sono i disturbi più diffusi e più gravi e più in crescita, quali segmenti della popolazione sono più colpiti, quali sono le ragioni della loro diffusione e come arginarli con quali cure farmacologiche, psicoterapeutiche e assistenziali.

L’Osservatorio sarà pubblicato su State of Mind dal marzo 2025, uscirà mensilmente e sarà composto consultando i motori di ricerca più rigorosi e avanzati che raccolgono le informazioni pubblicate su riviste scientifiche e su bollettini sanitari affidabili. Il responsabile della composizione dell’Osservatorio è Giovanni Maria Ruggiero con la collaborazione di Sara Palmieri e Giovanni Mansueto.

Osservatorio dei Disturbi Emotivi e Mentali – Ottobre 2025

Presentiamo una panoramica in due parti sulla salute mentale in Europa e negli Stati Uniti, basata sui dati più recenti disponibili (2024-2025) con particolare attenzione alle popolazioni vulnerabili. Il numero di novembre dell’Osservatorio conterrà la seconda parte di questa panoramica.

La crisi silenziosa della salute mentale

La salute mentale è una delle sfide del nostro tempo. Nei paesi occidentali, milioni di persone convivono quotidianamente con disturbi emotivi e mentali, spesso nell’ombra dello stigma e della difficoltà di accesso alle cure. I dati più recenti dipingono un quadro allarmante: il 17% della popolazione europea vive con una condizione patologica di salute mentale (WHO Regional Office for Europe, 2025), mentre negli Stati Uniti questa percentuale raggiunge il 22,8%, coinvolgendo quasi 58,7 milioni di persone (SAMHSA, 2023).

Questi numeri non sono solo statistiche: rappresentano individui, famiglie e comunità che affrontano sfide quotidiane legate all’ansia, alla depressione e ad altre condizioni che influenzano profondamente la qualità della vita. Ma cosa si nasconde dietro queste cifre? Quali sono le popolazioni più vulnerabili? E perché alcuni paesi sembrano affrontare una crisi più profonda di altri?

L’Emergenza Giovanile: Una Generazione sotto Pressione

Il panorama più preoccupante emerge dall’analisi dei disturbi mentali tra i giovani. A livello globale, il 14% degli adolescenti tra 10 e 19 anni presenta problemi di salute mentale (WHO, 2024). Questa percentuale, già di per sé allarmante, nasconde disparità di genere ancora più marcate.

Il divario di genere: un fenomeno sistemico

Il gap di genere nella salute mentale giovanile emerge con chiarezza dai dati del survey HBSC (Health Behaviour in School-aged Children) 2021/2022, che ha coinvolto quasi 280.000 giovani di 11, 13 e 15 anni in 44 paesi europei e dell’Asia centrale. Le ragazze presentano risultati costantemente peggiori dei ragazzi su tutti gli indicatori di salute mentale e benessere, quali soddisfazione di vita, benessere mentale, salute auto-percepita e solitudine (WHO Europe, 2023).

Un dato particolarmente allarmante riguarda la solitudine: circa un quarto delle ragazze di 15 anni ha dichiarato di sentirsi sola la maggior parte del tempo o sempre nell’ultimo anno, rispetto a circa un ragazzo su sette della stessa età. Questo divario si amplifica con l’età, suggerendo che le pressioni e le sfide affrontate dalle adolescenti si intensificano durante la crescita.

La survey ha inoltre rilevato che un quarto degli adolescenti europei (25%) ha riportato di sentirsi giù di morale più di una volta a settimana negli ultimi sei mesi, con prevalenze significativamente più alte tra le ragazze. Un terzo degli adolescenti (33%) ha sperimentato nervosismo o irritabilità più di una volta a settimana, mentre uno su cinque (20%) ha riportato mal di testa frequenti (WHO HBSC, 2023).

Popolazioni giovanili ad alto rischio

Le evidenze scientifiche identificano gruppi specifici che affrontano rischi ancora più elevati. Gli adolescenti LGBTQIA+ hanno una probabilità tre volte maggiore di sviluppare problemi di salute mentale rispetto ai loro coetanei eterosessuali e cisgender. 

Considerando la popolazione universitaria, i giovani universitari negli Stati Uniti mostrano tassi preoccupanti: il 26% riceve trattamento per la salute mentale (SingleCare, 2025), eppure questo dato sottolinea anche un aspetto positivo – molti giovani stanno cercando aiuto.

Il problema? Solo il 13% degli studenti con disturbi mentali utilizza i servizi di supporto psicologico disponibili nei campus universitari. Questo dato rivela un gap critico tra la disponibilità dei servizi e il loro utilizzo effettivo, suggerendo la persistenza di barriere legate allo stigma, alla mancanza di informazione, o all’inadeguatezza percepita dei servizi offerti.

Divari Geografici in Europa

La crisi polacca: il caso più grave d’Europa

La Polonia presenta la situazione più critica tra i lavoratori europei. I dati del Mental Health Index di Telus Health 2024 sono devastanti: la Polonia registra il punteggio più basso in Europa (55,5 su 100), con il 43% dei lavoratori che dichiara di soffrire di depressione e il 51% di ansia (Telus Health, 2024). Questi dati collocano il paese in una categoria di “strain” che indica un rischio significativamente elevato per la salute mentale della forza lavoro.

Quali fattori spiegano questa crisi? Gli esperti indicano una combinazione di elementi: la prossimità geografica al conflitto ucraino e la conseguente insicurezza geopolitica, salari relativamente bassi rispetto al costo della vita crescente, un sistema sanitario sottodimensionato in relazione alle cure per la salute mentale, e fattori culturali che ancora stigmatizzano significativamente la ricerca di aiuto psicologico. Durante la pandemia COVID-19, la situazione era ancora più drammatica, con prevalenze di depressione al 50,38%, ansia al 43,49%, e stress al 61,26% tra la popolazione polacca.

La Spagna presenta dati comparabili per l’ansia tra i lavoratori (51%), ma con percentuali di depressione ancora più alte (48%), mentre l’Italia segue con il 43% dei lavoratori ad alto rischio di problemi di salute mentale. Al contrario, i Paesi Bassi registrano il miglior punteggio del Mental Health Index con 69,0 punti, quasi 14 punti sopra la Polonia, con solo il 24% dei lavoratori ad alto rischio.

Il Regno Unito: la crisi dell’accesso ai servizi

Nel Regno Unito, la crisi si manifesta soprattutto nell’accesso ai servizi per i giovani. I dati più recenti rivelano un sistema sanitario sovraccarico: 270.300 bambini sono ancora in attesa di supporto dopo essere stati indirizzati ai servizi di salute mentale, e 78.577 giovani aspettano da oltre un anno cure per la salute mentale, con il 44% che attende da più di due anni (YoungMinds, 2024).

Tra gli adulti, la situazione non è migliore: il 10% dei pazienti nei servizi comunitari di salute mentale attende almeno 116 settimane (oltre due anni) per ricevere trattamento. Questi dati rivelano non solo l’entità del bisogno, ma anche le drammatiche carenze del sistema sanitario nell’affrontare l’emergenza in merito alla salute psichica.

Stress post-pandemico: un’eredità duratura

L’impatto della pandemia COVID-19 sulla salute mentale europea continua a manifestarsi. Il 35% degli europei risulta più sensibile allo stress rispetto al periodo pre-pandemia (Euronews, 2024), e il 44% dei lavoratori nell’UE, Norvegia e Islanda riporta un aumento dello stress lavorativo dopo la pandemia (Social Europe, 2024).

Un’indagine in sei paesi europei ha rivelato che il 38% dei lavoratori è ad alto rischio di patologie psichiche, con l’ansia che colpisce il 17%, i disturbi del sonno il 14% e la depressione il 12%; il burnout è diventato una realtà quotidiana: le persone colpite da stress lavorativo perdono oltre 60 giorni di produttività all’anno.

Il Divario Stati Uniti – Europa: Due Modelli a Confronto

Gli Stati Uniti presentano prevalenze significativamente più elevate rispetto all’Europa sia nei disturbi mentali generali (22,8% vs 17%) che nell’abuso di sostanze. Nel 2023, 47,7 milioni di americani hanno utilizzato droghe illegali nel corso dell’anno (SAMHSA, 2023). Questa differenza drammatica riflette fattori strutturali: un sistema sanitario meno accessibile che può portare all’automedicazione, una cultura della prescrizione farmacologica più permissiva, e complesse dinamiche socioeconomiche.

Per quanto riguarda i disturbi d’ansia, le differenze sono meno marcate ma comunque significative: 40 milioni di adulti americani (18,1% della popolazione) soffrono di disturbi d’ansia (ADAA, 2025), che rappresentano la forma più comune di malattia mentale negli Stati Uniti. I disturbi d’ansia includono il disturbo d’ansia generalizzato, il disturbo di panico, le fobie specifiche e il disturbo d’ansia sociale.

Dati Comparativi: Una Sintesi

Tabella 1. Prevalenze generali di disturbi mentali: dati verificati

Conclusioni e Prospettive

I dati presentati in questo primo articolo rivelano una crisi della salute mentale che attraversa l’Occidente con intensità diverse ma con caratteristiche comuni. Le giovani adolescenti europee, i lavoratori polacchi e spagnoli, gli adolescenti LGBTQIA+, i giovani che attendono anni per ricevere cure nel Regno Unito – rappresentano le popolazioni più vulnerabili, ma nessun gruppo demografico è immune da questa emergenza silenziosa.

Il divario di genere sistematico nella salute mentale giovanile, con le ragazze che riportano costantemente risultati peggiori su tutti gli indicatori, richiede un’attenzione particolare. La solitudine crescente – un quarto delle ragazze di 15 anni si sente sola la maggior parte del tempo – è un segnale d’allarme che non possiamo ignorare.

Il prossimo articolo (novembre 2025) approfondirà l’analisi dei disturbi specifici, presenterà il paradosso dei paesi nordici che, nonostante gli investimenti massicci, affrontano sfide crescenti, e fornirà raccomandazioni urgenti basate sull’evidenza per affrontare questa crisi sistemica.

Riferimenti Bibliografici
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