Disturbo Ossessivo-Compulsivo perinatale: caratteristiche e prevalenza in neomamme e neopapà
Durante tutto il periodo perinatale, ovvero quell’arco di tempo compreso tra il concepimento e circa il primo anno di vita del neonato, possono comparire alcuni cambiamenti psicofisici e relazionali che possono alterare lo stato psicoemotivo di entrambi i genitori. Una tra le varie psicopatologie che possono insorgere durante l’epoca perinatale è il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), ancora poco studiato in ambito perinatale (Grussu & Bramante, 2016).
Il DOC è un disturbo contraddistinto dalla presenza di ossessioni e compulsioni: le prime sono pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti che vengono vissuti dal soggetto come indesiderati; invece, le compulsioni sono comportamenti o azioni mentali ripetitive messe in atto per placare il disagio suscitato dalle ossessioni. Dallo studio della psicopatologia è emersa una differenza di genere sostanziale relativamente al periodo di insorgenza: negli uomini la frequenza sarebbe maggiore in età infantile, mentre invece nelle donne il tasso è maggiore in età adulta, con una particolare sensibilità al DOC rilevata nel periodo perinatale (American Psychiatric Association, APA, 2013).
Durante il periodo perinatale, la prevalenza del DOC è del 7,8% in gravidanza contro una percentuale che oscilla tra lo 0,7% e il 9% nel postpartum; quindi, l’insorgenza del disturbo potrebbe potenzialmente aumentare nel dopo nascita (Bramante, 2016). Una spiegazione dell’insorgenza del disturbo, di matrice biologica, evidenzia una correlazione positiva tra la comparsa del DOC nel postpartum e il parto cesareo elettivo. Il parto naturale al contrario, stimolando la produzione dell’ossitocina, che solitamente raggiunge il suo picco durante il travaglio, avrebbe un effetto ansiolitico e rilassante sulla madre e diminuirebbe il rischio di sviluppare un DOC (Rosso, Bechon, Bogetto & Maina, 2012).
Poiché in passato le cause del Disturbo Ossessivo-Compulsivo perinatale venivano ricondotte a variazioni ormonali tipiche della gravidanza, tale disturbo era considerato prettamente femminile (Walker, Blackie & Nedeljkovic, 2021). Tuttavia, dal momento che nel corso del tempo si è vista la sua insorgenza in epoca perinatale anche negli uomini, sono aumentati gli studi al riguardo, anche rispetto alle cause. Uno studio recente ha riscontrato una prevalenza del Disturbo Ossessivo-Compulsivo perinatale negli uomini del 3,4% al terzo trimestre di gravidanza e dell’1,8% durante il postpartum (Coelho, Silva, Quevedo, Souza, Pinheiro & Pinheiro, 2014).
Ossessioni e compulsioni nel DOC perinatale
I pensieri intrusivi tipici del Disturbo Ossessivo-Compulsivo perinatale sembrano coinvolgere tutti i neogenitori durante la perinatalità: nello specifico il 69% delle neomamme e il 58% dei neopapà (Zambaldi, Cantilino, Montenegro, Paes, de Albuquerque & Sougey, 2009). I pensieri indesiderati generano timore, disagio e preoccupazione poiché possono essere considerati dal neogenitore come precursori di comportamenti propri pericolosi per il bambino e come indicatori di “incapacità genitoriale”. È proprio l’interpretazione di tali pensieri come minacciosi a favorire lo sviluppo del Disturbo Ossessivo-Compulsivo perinatale (Walker et al., 2021). Le intrusioni sembrano derivare dal senso di responsabilità che entrambi i genitori sperimentano per proteggere e tutelare il figlio da eventuali pericoli.
Seppure il Disturbo Ossessivo-Compulsivo perinatale sembri avere cause comuni in entrambi i genitori, è stato scoperto come – con prevalenze di pensieri intrusivi simili in entrambi i generi – le madri mostrano maggiori sintomi d’ansia. Tale differenza potrebbe essere spiegata in termini di ruolo assunto socialmente dalla figura genitoriale, dal momento che le madri solitamente vengono considerate le principali caregiver all’interno della famiglia (Simões, Andrade, Côrte-Real, Duarte & Pereira, 2023). Anche per quanto riguarda i contenuti delle ossessioni e delle compulsioni sono state riscontrate delle differenze tra madri e padri. Quest’ultimi riportano pensieri intrusivi riguardanti il soffocamento del figlio (SIDS), gli incidenti, la contaminazione, la dimensione e la vulnerabilità del bambino, l’ambiente fisico e la sicurezza, mentre le compulsioni comprendono l’auto-rassicurazione, la ricerca del supporto sociale, il controllo e l’uso di dispositivi di monitoraggio (Walker et al., 2021). È stata rilevata negli uomini anche la presenza di ossessioni relative all’ambito sessuale che “consistono in pensieri e immagini di azioni sessuali che coinvolgono il bambino” (Bramante, 2016; p. 302). Invece, per quanto riguarda le madri, i sintomi variano a seconda del periodo che stanno affrontando: in gravidanza le ossessioni per la contaminazione e le compulsioni di pulizia e lavaggio sono le più comuni; invece, durante il postpartum la paura di danneggiare il proprio bambino a causa dei pensieri aggressivi è affiancata da compulsioni di controllo ed evitamento (Hudepohl, MacLean & Osborne, 2022).
Effetti del Disturbo Ossessivo-Compulsivo perinatale su genitori e bambini
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo perinatale incide anche sul ruolo genitoriale, andando a danneggiare il benessere e gli equilibri dell’intera famiglia (Bramante, 2016; Rosso et al., 2012; Uguz & Ayhan, 2011). Infatti, se il Disturbo Ossessivo-Compulsivo perinatale si manifesta durante la gravidanza, possono presentarsi degli effetti sul bambino a partire da prima della nascita: possono manifestarsi uno scarso accrescimento fetale, un parto pretermine e marcatori infiammatori elevati (Hudepohl et al. 2022).
Inoltre, la reattività materna carente può portare dopo il parto ad attenzioni e cure insufficienti (Hudepohl et al., 2022) e alla messa in atto di comportamenti inappropriati per la salute del feto: ad esempio, il timore di ingerire sostanze nocive potrebbe indurre al rifiuto del cibo da parte della madre (Bramante, 2016).
La comparsa di pensieri intrusivi di vario tipo sia nelle madri che nei padri genera sensi di colpa, frustrazione, angoscia e vergogna. Poiché temono di poter mettere in atto i comportamenti che costituiscono l’oggetto di queste ossessioni, i genitori possono adottare condotte volte ad evitare le possibili conseguenze dei loro pensieri per tutelare il figlio (Bramante, 2016). Dunque, per controllare le ossessioni, solo in pochi ricorrono alle compulsioni in quanto, in realtà, è l’evitamento il principale metodo utilizzato dai neogenitori (Rosso et al., 2012).
Nonostante vengano messe in atto in misura minore, le compulsioni comportano ugualmente un rischio per la salute del neonato: ad esempio, l’ossessione per la contaminazione è collegata alla compulsione della pulizia, quindi il genitore sentirà la necessità di pulire il proprio figlio e la casa, ma l’estrema preoccupazione può portare ad una pulizia troppo vigorosa che potrebbe ferire il bambino o all’utilizzo di prodotti inadeguati per la sua salute (Hudepohl et al., 2022).
Anche l’evitamento può avere ripercussioni sul bambino agendo un’influenza sulla relazione madre-neonato (Rosso et al., 2012). Tuttavia, ciò può accadere anche per i padri, dal momento che questi, preoccupati soprattutto per i contenuti delle ossessioni come immagini sessuali riguardanti il figlio, tendono ad allontanarsi per evitare situazioni potenzialmente rischiose quali il momento del bagnetto e del cambio pannolino. Le madri, invece, hanno principalmente paura che i pensieri aggressivi conducano effettivamente a ferire il bambino, allora solitamente tendono ad evitare situazioni in cui si trovano da sole con lui (Bramante, 2016). Però, è importante sottolineare come le madri con Disturbo Ossessivo-Compulsivo perinatale non siano davvero a rischio di mettere in atto comportamenti aggressivi, poiché il loro insight rimane preservato, al contrario, ad esempio, di ciò che avviene alle donne che manifestano un comportamento psicotico (Hudepohl et al., 2022).
Promuovere il benessere dei neogenitori
Risulta necessario al benessere dei singoli e del nucleo familiare svolgere un’attenta analisi della condizione dei soggetti. È importante intervenire adeguatamente, in primo luogo effettuando una diagnosi clinica accurata. Contribuiscono alla costruzione della diagnosi diverse scale di valutazione del DOC che permettono di indagarlo tramite un’analisi dei sintomi basata sulla loro frequenza e sul disagio che causano all’individuo. Tra le varie scale, una valuta nello specifico il Disturbo Ossessivo-Compulsivo perinatale: la Postnatal Obsessive Compulsive Scale (POCS) (Bramante, 2016).
Rispetto al trattamento, sono diverse le prospettive teoriche che tentano di individuare e spiegare le possibili cause del DOC e il maggior miglioramento è stato rilevato a seguito dell’associazione tra il trattamento proposto dal modello comportamentale e quello cognitivista, ovvero un’unione di tecniche che ha come obiettivo la presa di consapevolezza dei meccanismi maladattivi, la rielaborazione delle associazioni tra situazione e comportamento ormai consolidate nell’individuo e infine la comprensione e la risoluzione delle percezioni distorte che causano il mantenimento dei sintomi nel paziente (Comer, 2017; Bramante, 2016).
Nonostante siano in aumento gli studi sul tema, permangono ancora alcuni quesiti circa le modalità di trattamento e presa in carico di queste persone che si trovano a dover convivere con questa patologia. Pertanto, si auspica un aumento dello studio sulla clinica e i possibili trattamenti per curare il Disturbo Ossessivo-Compulsivo in epoca perinatale.
- American Psychiatric Association (2013), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione (DSM-5), trad. it. Raffaello Cortina, Milano 2014.
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- Coelho, F.M., Silva, R.A., Quevedo, L. deÀ., Souza, L.D., Pinheiro, K.A., & Pinheiro, R. T. (2014). Obsessive-compulsive disorder in fathers during pregnancy and postpartum. Revista brasileira de psiquiatria, 36(3), 271-273.
- Comer, R.J. (2017). Psicologia clinica (A. Granieri & F. Rovetto, Eds.). UTET Università.
- Grussu, P. & Bramante, A. (Eds.) (2016). Manuale di psicopatologia perinatale: Profili psicopatologici e modalità di intervento. Erickson.
- Hudepohl, N., MacLean, J.V., & Osborne, L.M. (2022). Perinatal Obsessive-Compulsive Disorder: Epidemiology, Phenomenology, Etiology, and Treatment. Current psychiatric reports, 24(4), 229-237.
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- Rosso, G., Bechon, E., Bogetto, F., & Maina, G. (2012). La paziente con DOC in gravidanza e nel post partum. Rivista di psichiatria, 47(3), 200-204.
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- Zambaldi, C.F., Cantilino, A., Montenegro, A.C., Paes, J.A., de Albuquerque, T.L., & Sougey, E.B. (2009). Postpartum obsessive-compulsive disorder: prevalence and clinical characteristics. Comprehensive psychiatry, 50(6), 503-509.