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Osservatorio dei Disturbi Emotivi e Mentali – Dicembre 2025

L’Osservatorio dei Disturbi Emotivi e Mentali è un aggiornamento periodico sulla situazione della sofferenza psicologica in Italia e nel mondo

Di Giovanni Maria Ruggiero, Sara Palmieri, Giovanni Mansueto

Pubblicato il 22 Dic. 2025

L’Osservatorio dei Disturbi Emotivi e Mentali

L’Osservatorio dei Disturbi Emotivi e Mentali è un aggiornamento periodico sulla situazione della sofferenza psicologica in Italia e nel mondo. Quali sono i disturbi più diffusi e più gravi e più in crescita, quali segmenti della popolazione sono più colpiti, quali sono le ragioni della loro diffusione e come arginarli con quali cure farmacologiche, psicoterapeutiche e assistenziali.

L’Osservatorio sarà pubblicato su State of Mind dal marzo 2025, uscirà mensilmente e sarà composto consultando i motori di ricerca più rigorosi e avanzati che raccolgono le informazioni pubblicate su riviste scientifiche e su bollettini sanitari affidabili. Il responsabile della composizione dell’Osservatorio è Giovanni Maria Ruggiero con la collaborazione di Sara Palmieri e Giovanni Mansueto.

Osservatorio dei Disturbi Emotivi e Mentali – Dicembre 2025

Nel primo articolo di ottobre 2025 di questo Osservatorio, abbiamo esplorato il panorama generale della salute mentale in Europa e Nord America, evidenziando l’emergenza giovanile e i drammatici divari geografici. In questo contributo di dicembre, approfondiamo l’analisi dei disturbi specifici più diffusi, esploriamo il fenomeno crescente della solitudine adolescenziale, e presentiamo raccomandazioni urgenti basate sull’evidenza scientifica.

I Disturbi d’Ansia: la forma più comune di malattia mentale

I disturbi d’ansia rappresentano oggi la forma più comune di malattia mentale nel mondo occidentale. Negli Stati Uniti colpiscono 40 milioni di adulti, pari al 18,1% della popolazione (Anxiety and Depression Association of America, 2025). In Europa, la situazione varia notevolmente tra paesi, ma i dati dei lavoratori rivelano prevalenze preoccupanti: il 17% soffre di ansia in un campione di sei paesi europei (Social Europe, 2024), con picchi drammatici in Polonia e Spagna dove il 51% dei lavoratori riporta sintomi ansiosi (Telus Health, 2024).

Ma cosa sono esattamente i “disturbi d’ansia”? Non si tratta semplicemente di sentirsi preoccupati o nervosi – condizioni normali della vita quotidiana. I disturbi d’ansia sono condizioni cliniche caratterizzate da paura e preoccupazione eccessive e persistenti che interferiscono con le attività quotidiane. Includono il disturbo d’ansia generalizzato (GAD), il disturbo di panico, le fobie specifiche, e il disturbo d’ansia sociale.

Tra gli adolescenti europei, i dati del survey HBSC 2021/2022 mostrano che un terzo (33%) ha sperimentato nervosismo o irritabilità più di una volta a settimana negli ultimi sei mesi. Questo dato indica che l’ansia non è solo un problema degli adulti lavoratori, ma permea anche le giovani generazioni, con conseguenze potenzialmente durature sul loro sviluppo e benessere futuro.

La solitudine: l’epidemia silenziosa tra gli adolescenti

Uno dei dati più allarmanti emersi dal survey HBSC 2021/2022 riguarda la solitudine crescente tra gli adolescenti europei, in particolare tra le ragazze. Circa un quarto delle ragazze di 15 anni ha dichiarato di sentirsi sola la maggior parte del tempo o sempre nell’ultimo anno, rispetto a circa un ragazzo su sette della stessa età (WHO Europe, 2023).

Il dato sulla solitudine è particolarmente significativo perché questo fenomeno è ormai riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una minaccia globale urgente, con effetti sulla salute comparabili a quelli del fumo, dell’obesità e della mancanza di attività fisica. La solitudine non è solo uno stato emotivo spiacevole – è un fattore di rischio per depressione, ansia, disturbi del sonno, e persino malattie fisiche.

Il divario di genere nella solitudine si amplifica con l’età: mentre a 11 anni le differenze tra ragazzi e ragazze sono minime, a 15 anni quasi il doppio delle ragazze (28%) rispetto ai ragazzi (13%) riporta di sentirsi solo. Questo pattern suggerisce che qualcosa accade durante l’adolescenza che colpisce in modo sproporzionato le giovani donne: le pressioni sociali, le aspettative di genere, l’uso dei social media, e forse una maggiore sensibilità emotiva.

Quando il corpo parla: i sintomi fisici del disagio mentale

Il disagio mentale degli adolescenti si manifesta anche attraverso sintomi fisici multipli. Il survey HBSC ha rilevato che uno su quattro adolescenti (25%) riporta di sentirsi giù di morale più di una volta a settimana, il 29% ha difficoltà del sonno, e il 20% soffre di mal di testa frequenti (WHO HBSC, 2023).

A 15 anni, due terzi delle ragazze riportano di sperimentare lamentele di salute multiple (mal di testa, mal di stomaco, mal di schiena, vertigini, difficoltà ad addormentarsi), rispetto a poco più di un terzo dei ragazzi. Questo divario di genere nei sintomi fisici è il più ampio mai registrato dal 2013/2014, suggerendo un peggioramento progressivo della situazione per le adolescenti.

Il burnout lavorativo: quando il lavoro consuma

Il burnout – caratterizzato da esaurimento emotivo, depersonalizzazione, e ridotto senso di realizzazione personale – è diventato una delle principali minacce alla salute mentale dei lavoratori occidentali. Il 35% degli europei è più sensibile allo stress rispetto al periodo pre-pandemia, e il 44% dei lavoratori nell’UE, Norvegia e Islanda riporta un aumento dello stress lavorativo dopo la pandemia (Social Europe, 2024).

Il burnout ha conseguenze devastanti: le persone colpite da stress lavorativo perdono oltre 60 giorni di produttività all’anno. Un’indagine in sei paesi europei ha rivelato che il 38% dei lavoratori è ad alto rischio di cattiva salute mentale, con i disturbi del sonno che colpiscono il 14% e la depressione il 12% dei lavoratori.

I fattori di rischio per il burnout sono molteplici: carico di lavoro eccessivo, mancanza di controllo sul proprio lavoro, ricompense insufficienti, senso di ingiustizia, conflitto di valori, e mancanza di supporto sociale. La pandemia ha esacerbato molti di questi fattori, introducendo inoltre la sfida del lavoro da remoto e della confusione dei confini tra vita lavorativa e personale.

L’Era Digitale: social media e salute mentale giovanile

Il WHO Regional Office for Europe ha rivelato un aumento preoccupante nell’uso problematico dei social media tra gli adolescenti: i tassi sono cresciuti dal 7% nel 2018 all’11% nel 2022, con le ragazze che riportano livelli più alti di uso problematico rispetto ai ragazzi (13% vs 9%). Inoltre, il 12% degli adolescenti è a rischio di gaming problematico (WHO Europe, 2024).

L’uso problematico dei social media è associato a minore benessere mentale e sociale, livelli più alti di uso di sostanze, meno sonno e orari di addormentamento più tardivi. Oltre un terzo (36%) dei giovani riporta di essere in contatto costante con gli amici online, con i tassi più alti tra le ragazze di 15 anni (44%).

Questi dati sollevano questioni urgenti sul ruolo della tecnologia digitale nella crisi della salute mentale giovanile. Mentre i social media offrono opportunità di connessione e supporto, l’uso eccessivo o problematico può contribuire all’isolamento, alla comparazione sociale, al cyberbullismo, e ai disturbi del sonno.

Sintesi dei dati verificati

Tabella 1. Prevalenze specifiche per disturbo e indicatore

Conclusioni, suggerimenti e raccomandazioni

I dati presentati in questo Osservatorio rivelano una crisi della salute mentale che richiede una risposta coordinata. Le ragazze adolescenti che si sentono sole, i lavoratori polacchi e spagnoli schiacciati da depressione e ansia, i giovani britannici in attesa di cure per anni – non sono solo statistiche, ma persone reali che soffrono mentre noi parliamo.

I dati del survey HBSC 2021/2022, che ha coinvolto quasi 280.000 giovani, ci dicono con chiarezza che le adolescenti europee stanno peggio dei ragazzi su tutti gli indicatori di benessere. Un quarto si sente solo la maggior parte del tempo. Due terzi delle ragazze di 15 anni riporta sintomi fisici multipli. Il divario di genere più ampio mai registrato. Questi non sono dettagli statistici – sono segnali di allarme che non possiamo più ignorare.

La pandemia COVID-19 ha lasciato un’eredità duratura: il 44% dei lavoratori europei riporta stress aumentato, il 38% è ad alto rischio di cattiva salute mentale. Nel frattempo, l’uso problematico dei social media tra gli adolescenti è cresciuto del 57% in quattro anni (dal 7% all’11%), e la solitudine è riconosciuta dall’OMS come una minaccia globale comparabile al fumo.

La salute mentale deve diventare una priorità trasversale a tutte le politiche pubbliche. Non basta aumentare il numero di psicologi o ridurre le liste d’attesa, per quanto necessari siano questi interventi. Serve un ripensamento di come organizziamo il lavoro, l’educazione, le relazioni sociali, la vita urbana, e l’uso della tecnologia. Questo Osservatorio rappresenta un passo verso una comprensione più profonda della crisi.

Riferimenti Bibliografici
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