Praticare l’altruismo
Nonostante viviamo in una società occidentale fortemente individualista, ad ognuno di noi capita quotidianamente di aiutare gli altri. Infatti, tutti mettiamo in atto comportamenti prosociali: dai piccoli gesti come aiutare un anziano a portare le buste della spesa, dare un’informazione ad un turista, o aiutare un amico a studiare, fino ad attività altruistiche più sostanziali come fare volontariato, donare soldi o oggetti in beneficenza o donare il sangue (Pfattheicher et al., 2022). Connesso al concetto di prosocialità vi è il termine altruismo, con cui si intende un comportamento prosociale che promuove il benessere degli altri senza tenere conto dei propri interessi personali (Hoffman, 1978), ovvero viene eseguito senza avere l’aspettativa di ricevere ricompense o evitare punizioni (Eisenberg & Miller, 1987). L’altruismo è anche definito come una norma morale che implica delle aspettative sociali sull’aiutare gli altri, ovvero guida il nostro comportamento all’interno della società: mettiamo in secondo piano i vantaggi personali al fine di promuovere il benessere della collettività (Bykov, 2017).
L’altruismo aumenta il benessere
La ricerca nell’ultimo ventennio ha dimostrato come il fare del bene agli altri porti, di conseguenza, a benefici anche per coloro che mettono in atto comportamenti altruistici e non solo per chi li riceve. Ad esempio, alcuni studi hanno riportato che chi aveva speso del denaro per altre persone aveva riferito una maggiore felicità rispetto a chi aveva speso i soldi per se stesso, indipendentemente dalla cifra (Aknin et al., 2020; Dunn et al., 2008). Altri studi indicano come donare il sangue sia un’attività associata ad un maggiore benessere psicologico (Hinrichs et al., 2008), così come il fare volontariato, che è associato anche ad una migliore qualità di vita (Nichol et al., 2024). Addirittura, da uno studio emerge che compiere atti altruistici (come donazioni di denaro) è in grado di alleviare il dolore fisico indotto e il dolore cronico nei malati oncologici: secondo una ricerca, in seguito all’aver agito comportamenti altruistici, la percezione del dolore e quindi l’attività neurale nella corteccia cingolata anteriore e nell’insula diminuivano, mentre si registrava un incremento dell’attività nella corteccia prefrontale ventromediale via via che i partecipanti attribuivano una certa significatività a quell’atto di altruismo (Wang et al., 2020). I benefici sulla salute sono stati riscontrati anche nel lungo termine: uno studio ha mostrato come i lavoratori che agiscono comportamenti altruistici quotidiani riferiscono una maggiore soddisfazione nei confronti della propria vita e del proprio lavoro e un miglioramento dell’umore (Chancellor et al., 2018).
L’altruismo aiuta la collettività
Aiutare gli altri e fare del bene sembra far parte del nostro essere animali sociali. Aknin e colleghi (2012) hanno sottolineato come, già prima dei due anni, i bambini mostrano una maggiore felicità quando donano dei beni (ad esempio, dei dolci) agli altri rispetto a quando li ricevono; per di più, si mostrano più felici quando regalano ad altri bambini i loro dolcetti anche a costo di rimanere senza, a differenza di quando ne donano altri non rinunciando ai propri. Inoltre, quando mettiamo in atto un comportamento altruistico influenziamo positivamente chi ci circonda: il beneficiario di un atto prosociale di gentilezza tende maggiormente a ricambiare a sua volta con altri gesti gentili rispetto a coloro che non ne hanno ricevuto alcuno. Ciò dimostra che aiutare gli altri è contagioso e li ispira ad agire di conseguenza (Chancellor et al., 2018). Ma non solo, ricevere atti di altruismo sembra migliorare, attraverso l’emergere di sentimenti di gratitudine, la fiducia nelle relazioni sociali, l’empatia verso gli altri e l’ottimismo nei confronti dell’umanità (Hoffman et al., 2020; Rhoads & Marsh, 2023).
Come iniziare a praticare atti di altruismo
Gli esperti offrono alcune linee guida fondamentali per chi desidera impegnarsi nell’aiutare gli altri in modo significativo. Il primo consiglio è di agire subito, senza attendere il momento perfetto. Come sottolinea Dunn, una docente di psicologia dell’università della British Columbia, non bisogna rimandare l’aiuto in attesa della “situazione ideale”, perché anche piccoli gesti, come una esigua donazione, possono fare una grande differenza. Le ricerche hanno infatti dimostrato che, oltre ad aiutare chi riceve il supporto, queste azioni portano anche notevoli benefici emotivi ai donatori, migliorando il loro benessere psicologico.
Un altro consiglio cruciale riguarda l’importanza di pensare in modo locale. Spesso si tende a concentrarsi su grandi organizzazioni internazionali, ma Marsh, una docente della Georgetown University, suggerisce di focalizzarsi sulle realtà vicine, che sono in grado di creare un impatto diretto sulla propria comunità. Aiutare enti locali non solo contribuisce a rafforzare il legame sociale, ma consente anche di osservare da vicino gli effetti concreti delle proprie azioni, favorendo cambiamenti positivi nelle dinamiche sociali del proprio ambiente.
Inoltre, gli esperti suggeriscono di chiedere agli altri quali cause sostengono. Interagire con persone che condividono valori simili può aprire a nuove opportunità di coinvolgimento e ampliare il proprio orizzonte di azioni altruistiche, creando connessioni e rafforzando il senso di comunità.
Infine, è fondamentale concedersi di provare piacere nel dare. Dunn enfatizza che non bisogna sentirsi in colpa per il benessere che deriva dall’aiutare. Al contrario, la soddisfazione che si prova nel fare del bene è un aspetto positivo e salutare, che rende l’esperienza altruistica ancora più gratificante e motivante.
Praticare l’altruismo per crescere
La ricerca scientifica dimostra chiaramente che l’altruismo non solo beneficia chi riceve aiuto, ma arricchisce anche chi lo offre. Compiere atti di generosità, che si tratti di donare tempo, denaro o energia, ha effetti positivi sul benessere psicologico e fisico, riducendo lo stress, migliorando l’umore e persino alleviando il dolore fisico. La sensazione di soddisfazione che si prova nel fare del bene è profonda e radicata nella nostra natura umana, come confermano numerosi studi condotti su diverse culture e persino su bambini molto piccoli.
Per rendere questi benefici ancora più concreti, gli esperti suggeriscono di iniziare subito a compiere gesti altruistici, anche piccoli, e di concentrarsi sulle opportunità di aiuto a livello locale, dove è più facile osservare l’impatto diretto delle proprie azioni. L’altruismo, inoltre, può creare un circolo virtuoso: più si aiuta, più si cresce in felicità e soddisfazione. In definitiva, fare del bene non solo migliora la vita degli altri, ma arricchisce anche la nostra, favorendo un senso di connessione con gli altri e con il mondo che ci circonda. L’altruismo è, quindi, un potente strumento per costruire una società più felice e coesa, e per migliorare la qualità della nostra esistenza.