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Caregivers: l’importanza del sostegno psicologico

Gli interventi psicologici aiutano i caregiver a gestire lo stress, migliorare le relazioni e aumentare il senso di auto-efficacia

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 28 Nov. 2024

Malattie croniche, invecchiamento e caregivers

Negli ultimi decenni si è assistito a un miglioramento generale delle condizioni medico sanitarie, sociali e ambientali della popolazione occidentale, che hanno determinato un allungamento progressivo della speranza di vita e una diminuzione del tasso di mortalità. A livello sanitario, si assiste, di conseguenza, a un aumento delle malattie croniche legate all’età, e tra queste delle persone affette da demenza. Secondo i dati ISTAT del 2018, l’Italia è tra i paesi più vecchi del mondo, insieme a Germania e Giappone. La demenza è una malattia cronica, degenerativa e invalidante, che causa un declino progressivo dal punto di vista cognitivo per una  disfunzione del sistema nervoso centrale, con effetti sul tono dell’umore, sul comportamento e sulle autonomie di base di chi ne è colpito.

Gli effetti di patologie quali la demenza, ma anche di altre patologie gravi e invalidanti, non sono solo a carico del singolo, ma coinvolgono anche i familiari, che sempre più spesso si trovano nella condizione di assistere materialmente ed emotivamente in modo intensivo il proprio caro a livello domestico.

Le ripercussioni della presa in carico domestica non sono solo di tipo economico (a causa dei costi diretti dell’assistenza), ma anche fisici, psicologi e sociali.

Chi è il caregiver?

Con il termine “caregiver” (letteralmente “prestatore di cura”) si intende il familiare che assiste, in modo continuativo a livello domestico un proprio caro non autosufficiente, affetto da patologie invalidanti; il familiare assistito non è in grado di provvedere a sé stesso, totalmente o parzialmente, a causa di problematiche legate a invecchiamento, patologie croniche di carattere fisico, neurologico o psichico, infermità.

In termini di inquadramento normativo, secondo l’ordinamento italiano si legge che la figura del caregiver familiare individua la persona responsabile di un altro soggetto dipendente e non autosufficiente, anche disabile, di cui si prende cura in un ambito domestico. È colui che organizza e definisce l’assistenza di cui necessita una persona, anche congiunta, e in genere è un familiare di riferimento (AS0204 (camera.it)

I caregiver familiari, che devono essere distinti da caregivers professionali e retribuiti, sono familiari che si fanno carico della gestione del congiunto malato, aiutandolo su diversi fronti nella vita quotidiana. L’assistenza include sia l’aiuto nella soddisfazione dei bisogni primari della persona malata, sia attività di natura logistico-amministrativa, burocratica e il supporto psicologico-emotivo.

Secondo i dati CENSIS del 2016, nel 65% dei casi il caregiver è il figlio, nel 25% dei casi il coniuge. Mediamente, è stimato che un caregiver trascorra circa più di 4 ore di assistenza domestica, con attività che comprendono l’igiene personale, le cure mediche, la preparazione e l’assistenza ai pasti.

Gli effetti del caregiving

La dedizione prolungata e continuativa del caregiver nei confronti del proprio familiare può avere delle conseguenze importanti per la salute, in termini di sovraccarico emotivo e psicologico. Il caregiving viene vissuto alla stregua di uno stress cronico, con un peggioramento progressivo della propria salute psico-fisica. Le ricerche confermano che i caregiver di persone affette da demenza sono più a rischio di sviluppare patologie connesse allo stress assistenziale, causate da un aumento del cortisolo e un peggioramento della risposta degli anticorpi (Vitaliano et al., 2003).

Altri studi mettono in evidenza come non ci sia una relazione diretta tra caregiving e ripercussioni psicologiche, ma che la relazione tra questi due fattori sia mediata da variabili individuali che incidono sulla qualità della risposta allo stress, per esempio l’età, il sesso, le caratteristiche di personalità, la capacità o meno di utilizzare strategie efficaci in risposta allo stress, il sostegno sociale e il livello di autoefficacia percepita.

Gli interventi psicologici sul caregiver

Gli interventi psicologici sul caregiver condividono l’obiettivo di migliorare il funzionamento psico-sociale del caregiver, attraverso l’apprendimento di strategie utili che gli permettano di aumentare il senso di auto-efficacia, ridurre la sintomatologia legata allo stress e migliorare le relazioni interpersonali. 

L’intervento più adatto viene individuato e indicato a seconda delle caratteristiche e delle condizioni psicologiche individuali. 

Il servizio di inTHERAPY dedicato ai caregivers

inTHERAPY propone un servizio dedicato ai caregivers che include le seguenti tipologie di intervento: 

  1. Training individuale sulle strategie di coping: l’intervento ha lo scopo di imparare a gestire le situazioni stressanti attraverso strategie di coping funzionali
  2. Training di gruppo: l’intervento di gruppo si basa sulla psicoeducazione mirata ad approfondire la conoscenza del disturbo e degli effetti sui caregiver, migliorare le strategie di coping, potenziare la comunicazione assertiva (utile, ad esempio, per imparare a chiedere supporto ad altri familiari) e apprendere tecniche di mindfulness per la riduzione dello stress
  3. Psicoterapia individuale: la psicoterapia a orientamento cognitivo-comportamentale si pone l’obiettivo di ridurre la sofferenza psicologica e la sintomatologia correlata (ansia, depressione, disturbi del sonno, etc..), e/o flessibilizzare le vulnerabilità personologiche che possono avere un impatto nella gestione della quotidianità del caregiver.

Una valutazione psicodiagnostica iniziale permette di indirizzare il caregiver verso l’intervento più efficace.

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Linda Confalonieri
Linda Confalonieri

Redattrice di State of Mind

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Borella E., Faggian S. (2019). Sostenere chi sostiene. Strumenti e indicazioni per supportare chi si occupa di persone con demenza
  • Vitaliano P.P., Zhang J., Scanlan J.M. (2003). Is caregiving hazardous to one’s physical health? A meta-analysis. Psychological Bullettin, 129(6):946.

 

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