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La poliabortività e le sue conseguenze psicologiche sulla donna, sull’uomo e sulla relazione di coppia

La poliabortività è una condizione potenzialmente traumatica che porta a sperimentare forti emozioni di dolore, scoraggiamento e rabbia

Di Federica Lenta, Annalisa Sensi, Gabriella Gandino

Pubblicato il 30 Ott. 2024

Poliabortività

Con il termine poliabortività si fa riferimento in letteratura alle perdite ricorrenti che occorrono durante la gravidanza. Con “Recurrent Pregnancy Loss” (RPL) si intende il verificarsi di due o più aborti spontanei, generalmente consecutivi; tuttavia, non vi è ancora unanimità sulla definizione, in quanto per alcuni studiosi gli aborti spontanei devono essere almeno tre affinché possa essere definita come tale. La difficoltà nella definizione di questo fenomeno risulta essere una delle principali problematiche che si incontrano, specialmente quando lo si vuole andare a stimare. I dati di cui disponiamo attualmente suggeriscono che l’incidenza varia tra lo 0,4% e l’1% nei casi di tre o più aborti spontanei, mentre la percentuale per due o più aborti spontanei è del 5% (Turesheva et al., 2023). 

Quali sono le cause della poliabortività?

Nonostante ancora nel 75% dei casi non si riesca ad individuare una causa certa (ibidem), ne sono state trovate molteplici di natura medica e psicosociale. Tuttavia, quella che sembrerebbe essere più impattante risulta essere l’avanzare dell’età della donna (Magnus et al., 2019).

Per quanto concerne le cause mediche, sono emerse come responsabili alcune disfunzioni immunitarie, dal momento che durante le prime settimane gestazionali risulta fondamentale la comunicazione immunologica tra madre e feto (Li, Zheng, Zhao, Xu & Wang, 2021). Quindi, il deficit vitaminico, soprattutto di vitamina D, può essere anch’esso una causa (Centanni & Cellini, 2014); infatti, la carenza di quest’ultima è negativamente correlata con i livelli di anticorpi antifosfolipidi che causano la sindrome da anticorpi antifosfolipidi, potenzialmente responsabile di trombosi e aborti ricorrenti (Du et al., 2024; Reddel & Krilis, 1999).

Invece, come possibile causa anatomica sono emerse: le malformazioni uterine congenite e acquisite; le patologie dell’utero, come endometrite cronica e adenomiosi (European Society of Human Reproduction and Embryology, ESHRE, 2022); la celiachia non adeguatamente trattata (Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, 2023); infine, le disfunzioni tiroidee (Barba, 2022), come la tiroidite di Hashimoto. Si è osservato che le probabilità aumentano quando vi è presenza di una condizione di ipotiroidismo (Ruggeri & Giuffrida, 2021).

Per quanto concerne invece i possibili fattori psicosociali è stato evidenziato il fumo di sigaretta (Turesheva et al., 2023), e l’utilizzo di alcol e sostanze stupefacenti in gravidanza. Inoltre, possono incidere anche alti livelli di stress, registrati prima o durante la gravidanza, che impatterebbero sul corretto funzionamento di diverse funzioni corporee (Qu et al., 2017). Oltre ad essere difficile da quantificare, non è ancora del tutto chiaro se lo stress sia una causa o una conseguenza (ESHRE, 2022). 

Aborto ricorrente: quali conseguenze psicologiche sulla donna?

Non sono da sottovalutare le conseguenze psicologiche dell’aborto ricorrente sulla donna, sull’uomo e sulla relazione di coppia; infatti, recentemente si sta ponendo sempre maggior attenzione a questo tema. Per quanto ogni esperienza di perdita ricorrente sia unica, generalmente le donne sperimentano emozioni di scoraggiamento, dolore emotivo e sentimenti quali la rabbia e il senso di colpa (Cuenca, 2023), oltre all’impatto traumatico derivante dall’aborto spontaneo a livello fisico (Serrano & Lima, 2006). Inoltre, svariati studi internazionali sulle conseguenze psicologiche sulla donna mostrano come spesso insorgano psicopatologie a seguito di perdite ricorrenti. Le principali che sono state riscontrate sono il disturbo depressivo e il disturbo ansioso (Issakhanova et al., 2023) alle quali si possono andare ad aggiungere fattori esterni stressanti, come la percezione di uno scarso supporto sociale o l’aver vissuto questa esperienza traumatica durante un altro evento con un forte impatto negativo, come può esserlo stato la recente pandemia di Covid-19 (Wang et al., 2023). Altra psicopatologia che può insorgere è il disturbo bipolare: disturbo psichiatrico complesso caratterizzato da episodi di mania, ipomania, depressione e umore altalenante, il cui rischio sembra aumentare tanti più sono gli aborti spontanei (Liu et al., 2024).

Conseguenze psicologiche dell’aborto ricorrente nell’uomo

Sebbene si stiano iniziando a studiare in misura maggiore le conseguenze psicologiche dell’aborto ricorrente nell’uomo, gli studi che le approfondiscono sono ancora pochi. Questo dato è attribuibile al fatto che, ancora molto spesso, accade che la gravidanza venga considerata fondamentalmente come una “questione femminile” (Due et al., 2017). Inoltre, in un contesto culturale in cui vi sono alcune aspettative sociali legate alle modalità di espressione della sofferenza maschile, può accadere che un uomo fatichi ad esternare le sue difficoltà psicoemotive collegate a una perdita perinatale (Gandino et al., 2018). In letteratura, i principali vissuti riscontrati sono: tristezza, impotenza, ansia, depressione, rabbia, senso di colpa, solitudine e preoccupazione.

Tra i fattori che emergono come negativamente influenti sulla salute mentale maschile vi sono: l’aspettativa che essi siano di sostegno alla partner e che sia loro responsabilità esserlo e lo scarso supporto sociale percepito, spesso inferiore a quello offerto alle donne.

Per quanto riguarda i fattori che hanno un’influenza positiva, emerge uno stile di coping attivo, che si è visto essere in grado di diminuire la possibilità che insorga una psicopatologia. Invece, altri stili di coping spesso adottati sono correlati all’insorgenza di ansia e depressione e un minor sostegno sociale. Questi sono la banalizzazione e il ‘pio desiderio’ (es. sminuire qualcosa che invece è importante per sé o figurarsi scenari alternativi sperati) e il coping depressivo (es. pensieri negativi frequenti riguardanti la situazione) (Voss et al., 2020). Infine, dagli studi condotti finora è emerso che, per quanto presenti, i livelli di depressione, ansia e stress provati sono inferiori rispetto a quelli provati dalle donne (Kagami et al., 2012).

Poliabortività: quali effetti sulla coppia?

La poliabortività può comportare anche il manifestarsi di alcune problematiche sul piano di coppia; infatti, sembrerebbe essere intaccata principalmente la sfera sessuale, la comunicazione e il rapporto di coppia in generale. Per quanto riguarda la sessualità, le donne, in genere, confermano un minor desiderio e una minor soddisfazione quando il rapporto avviene; mentre gli uomini mostrano meno problemi per quanto riguarda questa sfera e risentono maggiormente del peggioramento dell’attività sessuale di coppia. Per quanto riguarda la comunicazione, invece, sono le donne a risentire di una peggior comunicazione di coppia (Serrano & Lima, 2006).

Nel post-perdita possono insorgere differenze di genere nell’affrontare l’aborto e sorgere incomprensioni, può emergere una fatica nel comprendere la reazione dell’altro in quanto differente dalla propria. Ciò condurrebbe successivamente a un aumento dello stress psicologico, che può sfociare in psicopatologia e circolarmente andarsi a riversare sulla relazione (Kagami et al., 2012). Possono aggiungersi inoltre condizioni esterne stressanti, come il rapporto con un personale medico percepito poco empatico e distaccato (Koert et al., 2019). Tuttavia, in alcuni casi, la relazione può mantenersi positiva e addirittura rafforzarsi (Serrano & Lima, 2006).

Alla luce di quanto emerso, risulta opportuno, quando necessario, offrire un supporto psicologico a queste coppie. In letteratura è ricorrente il concetto di tender loving care – ovvero cura tenera e amorevole – un’assistenza che promuove maggior supporto emotivo e monitoraggio per i casi di poliabortività. È stato osservato che le donne a cui era stato fornito un adeguato supporto e monitoraggio avevano avuto esiti positivi nella gravidanza successiva con una percentuale quasi tripla di quella di donne a cui invece non era stato fornito (Cuenca, 2023).

La Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (ESHRE, 2022) ha stilato delle linee guida da seguire per il trattamento di coppie con poliabortività, che possono essere un utile riferimento. Queste prevedono: il riconoscimento dell’unicità della persona e della storia, concedere il giusto tempo, offrire un buon ascolto, il rispetto di entrambi i membri della coppia e della gravidanza persa, utilizzare un linguaggio che sia chiaro, spiegare le cose sinceramente ma al tempo stesso mostrare empatia e comprensione e infine seguire opportunamente la coppia durante la gravidanza successiva. È importante, quindi, ascoltare le coppie per comprendere ciò di cui hanno bisogno e che venga riconosciuto il loro dolore e ogni loro perdita.

Koert e colleghi (2019) sottolineano la necessità di un supporto psicologico soprattutto nelle fasi più delicate, quali il periodo seguente l’aborto, il concepimento e la gravidanza successiva; inoltre, gioverebbe aumentare la formazione degli operatori sanitari coinvolti a saper trattare con le coppie con poliabortività con modalità maggiormente empatiche e accoglienti (Koert et al., 2019; Bilardi & Temple-Smith, 2023).

Le coppie richiedevano anche di imparare a sviluppare strategie di coping maggiormente adattive, legate chiaramente a questa situazione. Uno studio ha mostrano come la terapia sia efficace anche per i partner uomini, sul piano individuale e di coppia; infatti, essi la vedevano sì come una buona opportunità per la compagna, ma che al contempo li avrebbe alleggeriti dalla totale responsabilità di sostegno che ci si aspettava da loro (Koert et al., 2019).

In conclusione, è possibile affermare che la poliabortività è un evento doloroso, le cui conseguenze psicologiche non toccano solo la donna, ma anche l’uomo e il legame di coppia. La perdita ricorsiva di un figlio in gravidanza rientra tra i lutti perinatali. Esso è un evento doloroso non solo per la perdita fisica del feto (Dipaola et al., 2024) ma anche per la rottura di quell’immaginario futuro in cui la coppia si era proiettata nel momento in cui ha iniziato a pianificare la gestazione (Gandino et al., 2019). Sebbene ancora poco presente in letteratura, dagli studi approfonditi emerge l’importanza dell’indagare questo tema nella ricerca e di fornire a queste coppie un adeguato supporto e una maggior assistenza.

Riferimenti Bibliografici
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