Animale domestico: oltre metà della popolazione ne possiede uno
Oltre la metà della popolazione mondiale possiede un animale domestico e a partire dalla pandemia di Covid-19 sempre più persone ne hanno cercato la compagnia. Nel Regno Unito, ad esempio, durante il primo lockdown, la domanda di cani ha subito un’impennata del 104% e nel maggio 2020 per ogni animale sul mercato c’erano circa 420 compratori in competizione. Allo stesso tempo, più di 200 mila tra gatti, conigli e roditori hanno trovato una casa nel regno di re Carlo III (Battersea, 2020; Pets4Home, 2020; Waltham Foundation, 2020).
Animale domestico e qualità di vita
Consideriamo gli animali domestici membri integranti della famiglia; per la ricerca, sviluppiamo con loro profondi legami emotivi e ne umanizziamo emozioni, bisogni e diritti legali (Uccheddu et al., 2019). Sempre più studi esplorano gli effetti benefici della terapia assistita con gli animali in condizioni quali autismo, disabilità intellettiva, schizofrenia, riabilitazione di patologie neurologiche e lesioni cerebrali acquisite (Rodríguez-Martínez et al., 2021; Edwards & Marshall, 2023; Ang et al., 2022; Tyssedal et al., 2023). Non solo, studi che hanno indagato il contributo fornito dagli animali domestici alla qualità di vita dei loro padroni suggeriscono che i nostri amici pelosi possano avere un impatto su umore, preoccupazione, irritabilità, offrire sollievo dalla solitudine, opportunità per socializzare e restare attivi (Brooks et al., 2018), anche malgrado eventi di vita avversi per i proprietari come divorzio, malattia, lutto per una persona amata (Allen et al., 2000; Sable, 1995, 2013 ). Si tratta di un legame unico, stretto con un “altro” significativo con cui condividere la vita (Sable, 2013).
Pet face e legami emotivi coi nostri animali domestici
Un animale domestico non potrà garantire al suo padrone lo stesso livello di stimolazione “intellettiva” fornita da un altro homo sapiens, ma sarà comunque in grado di evocare legami emotivi, a partire dalla sua pet face (Borgi et al., 2014).
In generale, infatti, alcune caratteristiche morfologiche degli animali domestici, quali piccole dimensioni corporee, testa grande e rotonda, occhi grandi, naso e bocca piccoli, sarebbero in grado di innescare negli esseri umani risposte di accudimento, affetto positivo e comportamenti protettivi, così come avviene nei confronti dei neonati.
Si tratta del cosiddetto effetto baby schema o cute response, studiato per la prima volta da Konrad Lorenz (1943), secondo cui specifici tratti fisici e comportamentali dei bambini appena nati sarebbero associati a maggiori risposte di accudimento e tenerezza e minore aggressività negli adulti (Brosch et al., 2007 ; Glocker et al., 2009). Certo, non tutti gli animali domestici possiedono una “pet face” simile a quella di un bebè (pensiamo a draghi barbuti, serpenti, iguane e altri rettili comunemente diffusi nelle nostre case) e non tutti offrono quel contatto fisico e quella dimensione “tattile” alla base delle relazioni d’attaccamento umane; forse per tali motivi, alcuni animali domestici sono considerati dai loro padroni “più perdibili” di altri (Redmalm, 2015; Duhn, 2010).
Reazioni alla perdita di un animale domestico
Se alcuni animali domestici sono così importanti per il nostro benessere psicofisico e con loro costruiamo intensi legami emotivi, quali effetti può avere la loro morte su di noi?
Secondo la ricerca, l’intensità dell’attaccamento tra il proprietario e il suo animale domestico predice l’intensità dell’impatto psicologico della perdita dell’animale sull’essere umano (Uccheddu et al., 2019). Per questo, la morte di un animale domestico può provocare un livello di sofferenza paragonabile a quello per la perdita di una persona cara, o addirittura più duraturo nel tempo (Uccheddu et al., 2019; Hunt & Padilla, 2006).
Le risposte associate alla perdita possono presentarsi sotto forma di ansia, stress, vergogna, dolore, trauma, isolamento e pensieri suicidari (Axelrod, 2020 ; Hughes et al., 2022; Sable, 2013). I bambini possono manifestare reazioni di rabbia, connesse alle loro scarsa comprensione e familiarità con la possibilità della morte (McCutcheon, 2002). La breve durata di vita di un animale domestico può far sì che la perdita dell’animale di casa sia la prima esperienza di morte provata da un bambino o che alcuni padroni sperimentino lutti multipli, ad esempio vivendo la morte di un cane dopo l’altro (Uccheddu et al., 2019).
La perdita di un animale domestico può suscitare effetti paragonabili ad altri tipi di perdite, come quella di un partner, della salute o di un lavoro (ibidem).
Lutto per un animale domestico e dolore privato dei diritti
Tali risposte sono spesso unite a una mancanza di comprensione sociale e si traducono in un processo denominato “dolore privato dei diritti” (disenfranchised grief), che fa riferimento a quelle tipologie di dolore che non vengono riconosciute apertamente, piante pubblicamente o che non ricevono congruo supporto sociale ( Doka, 1989 , p. 4). Il lutto per un animale domestico è generalmente banalizzato dalla società e collegato, oltretutto, a una gerarchia di animali. Tale gerarchia tende ad attribuire maggior valore alla perdita di un cane o un gatto, mentre la morte di altri animali, come pesci e ratti, non riceve solitamente la stessa convalida (Hughes et al., 2022). Alcuni proprietari sperimentano nel loro lutto una “doppia” privazione dei diritti, in quanto il loro dolore non viene riconosciuto dalla società e il loro legame emotivo con un animale considerato in basso nella gerarchia è reputato anomalo.
Fattori che influenzano l’esperienza del lutto di un animale domestico
Per il padrone, la fase più acuta del dolore generalmente si verifica entro due mesi dalla morte dell’animale e dura dai 6 mesi a un anno circa (Packman et al., 2012). Esistono, tuttavia, alcuni fattori in grado di influenzare l’esperienza del lutto per un animale domestico. Come abbiamo visto, un ruolo importante è giocato dalla natura e dall’intensità dell’attaccamento padrone/animale; ulteriori fattori possono essere (Uccheddu et al., 2019):
- qualità del supporto sociale disponibile durante il lutto: maggiore è il livello di supporto sociale percepito, minore è l’ansia riferita dai proprietari (Hughes et al., 2022);
- circostanze della morte dell’animale domestico: i proprietari i cui animali domestici muoiono naturalmente sperimentano maggiore dolore rispetto a quelli con animali sottoposti a eutanasia. Le proprietarie di animali morti naturalmente manifestano maggiormente sintomi di depersonalizzazione, ansia per la morte e ruminazione rispetto ai maschi; i proprietari più giovani sperimentano maggiori reazioni di rabbia, ostilità e disperazione rispetto ai più anziani; coloro che vivono da soli sembrano più inclini a somatizzare il dolore (McCutcheon, 2002). La morte incidentale dell’animale, soprattutto se prevede il coinvolgimento del proprietario o di un membro della famiglia, è associata a senso di colpa, rabbia e più estesi periodi di lutto (Hunt & Padilla Dalmau, 2006);
- sesso ed età del proprietario: le donne sembrano formare un legame più forte col loro animale domestico e quindi sperimentano maggiore dolore degli uomini; inoltre, proprietari tra i 18 e i 35 anni e dopo i 60 anni di età hanno maggiori probabilità di provare dolore (Hughes et al., 2022);
- specie dell’animale: animali tenuti in terrari, acquari o gabbie, risultano in qualche modo separati dal resto della famiglia. In questi casi la perdita ha un peso emotivo minore e l’animale domestico è sostituibile per il proprietario, che non ha sviluppato con esso un forte legame emotivo. È il caso degli allevatori di volatili su larga scala (Redmalm, 2015);
- eventi di vita positivi o negativi concomitanti: un dolore più intenso è stato riportato dai proprietari di animali domestici in lutto che avevano subito avvenimenti di vita più stressanti (McCutcheon & Fleming, 2002).
Dopo la perdita di un animale domestico
Esprimere il proprio dolore attraverso elogi funebri, poesie e discussioni in contesti supportivi, aiuta molte persone che hanno perso un animale domestico a superare il loro lutto, riducendo la portata del dolore provato e la sua durata (Hughes & Lewis Harkin, 2022).
La sofferenza è una risposta naturale alla perdita di una relazione preziosa, che sia con un essere umano o con un animale. Convalidare il proprio dolore, cercare supporto informale o specialistico, leggere e informarsi sulle reazioni più comuni che le persone sperimentano dopo la morte di animale, possono rappresentare utili strategie di cura per noi stessi dopo la perdita.