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Il ruolo essenziale dei caregiver nell’assistenza ai pazienti

La salute mentale e il benessere dei caregiver, cioè di coloro che si prendono cura degli altri, è un fattore essenziale da non trascurare

Di Laura Rapisarda

Pubblicato il 16 Gen. 2024

Il ruolo di caregiver

La neuropsicologia, una disciplina chiave per l’analisi delle connessioni tra il cervello e il comportamento umano, ha un ruolo cruciale nella comprensione e gestione di condizioni mediche complesse come l’Alzheimer, il morbo di Parkinson e la Sclerosi Multipla. Questi disturbi neurodegenerativi rappresentano un ostacolo significativo alla qualità della vita e all’indipendenza dei pazienti, senza prospettive di recupero. In questo contesto, l’attenzione si sposta sui caregiver, che quotidianamente si dedicano all’assistenza di coloro che affrontano tali patologie neurologiche. 

I caregiver, che spesso sono familiari o amici, si assumono la responsabilità di assistere e curare coloro che sono affetti da malattie, disabilità o condizioni che richiedono un’assistenza costante: svolgono un ruolo fondamentale non solo nell’amministrazione di cure mediche e nell’assistenza fisica, ma anche nel fornire supporto emotivo, compagnia e assistenza nelle attività quotidiane. I caregiver fungono da pilastri essenziali nella vita di coloro che necessitano di cure e forniscono un ambiente di sostegno e conforto in un momento di estrema vulnerabilità. 

L’onere del ruolo di caregiver richiede una notevole quantità di risorse cognitive, il che può influire negativamente sulle proprie capacità cognitive e di concentrazione. Questa pressione può risultare estremamente stressante ed emotivamente impegnativa, portando ad ansia, stress, depressione, isolamento, eccessivo carico emotivo e burnout (Boots et al., 2014). Secondo le ricerche più recenti, la maggior parte dei caregiver sono donne con un’età avanzata, la fascia d’età media dei caregiver si attesta intorno ai 50-60 anni (ISTAT). Questa condizione può esporre i caregiver stessi a un rischio maggiore di patologie e condizioni mediche, complicando ulteriormente la situazione (Sorensen et al., 2002).

La salute mentale dei caregiver

L’attenzione alla salute mentale dei caregiver risulta pertanto fondamentale per individuare segnali precoci di problemi psicologici e fornire il supporto necessario. Solo così sarà possibile garantire che essi siano in grado di continuare a prendersi adeguatamente cura dei propri cari. 

L’importanza di esaminare la salute cognitiva e mentale dei caregiver deriva dalla consapevolezza che essi devono essere in grado di gestire situazioni complesse, prendere decisioni difficili e affrontare sfide impreviste. Lo stress cronico sperimentato dai caregiver può avere un impatto significativo sulla salute cerebrale a lungo termine. Il cervello sottoposto a livelli elevati e prolungati di stress può subire cambiamenti negativi, come l’atrofia dell’ippocampo, la riduzione della plasticità cerebrale e la compromissione delle funzioni cognitive (Lupien et al., 1998; McEwen, 2007). Questi effetti possono manifestarsi con problemi di memoria, difficoltà di concentrazione e problemi di apprendimento, influenzando la capacità del caregiver di svolgere le proprie funzioni in modo efficace e compromettendo la sua qualità di vita (Vitaliano, Zhang e Scanlan, 2003). È fondamentale implementare strategie di gestione dello stress e fornire un supporto adeguato a preservare la salute cerebrale dei caregiver e garantire la qualità delle cure fornite.

Studi che esplorano il legame tra l’attività di caregiving e la diminuzione delle capacità cognitive hanno rivelato una maggiore suscettibilità a condizioni come il declino cognitivo lieve e la demenza nei caregiver rispetto a coloro che non si trovano in situazioni di caregiving intensivo (Mausbach et al., 2013). La fatica cognitiva e l’esaurimento emotivo possono contribuire a questo fenomeno, mettendo in luce la necessità di interventi mirati a preservare la salute cognitiva e mentale dei caregiver attraverso strategie di gestione dello stress, supporto psicologico e programmi di assistenza dedicati (Pinquart et al., 2006). 

Diversi fattori influenzano la qualità della vita e la salute mentale dei caregiver, tra cui la disponibilità di supporto sociale, l’accesso a risorse di assistenza e la capacità di gestire efficacemente lo stress e le sfide legate al caregiving (Cohen e Wills, 1985). L’isolamento sociale e la mancanza di reti di supporto possono esacerbare i problemi di salute mentale, mentre un’adeguata rete di supporto sociale può fornire un sostegno prezioso e una fonte di conforto durante momenti difficili (Pearlin et al., 1990).

Le strategie di coping efficaci per i caregiver

Per affrontare le sfide emotive legate al caregiving, è fondamentale adottare strategie di coping efficaci. Queste strategie possono includere l’implementazione di pratiche di auto-cura, come l’esercizio fisico regolare, la meditazione e l’adeguata gestione del tempo libero. Il coinvolgimento in attività piacevoli e il mantenimento di una comunicazione aperta con amici e familiari possono aiutare a mitigare i livelli di stress e a preservare la salute mentale dei caregiver (Fredrickson et al., 2008; Benson et al., 2023). I caregiver dovrebbero essere a conoscenza delle risorse disponibili nella propria comunità, come gruppi di supporto, servizi di assistenza domiciliare e programmi di assistenza psicologica. La partecipazione a tali programmi può offrire un sostegno cruciale e una rete di persone con esperienze simili, promuovendo un senso di appartenenza e solidarietà. Questi programmi comprendono servizi di consulenza individuale, gruppi di supporto, corsi di formazione sul caregiving e servizi di assistenza domiciliare specializzati. In Italia, alcune associazioni e organizzazioni offrono supporto e assistenza. Tra queste, da segnalare sono l’Associazione Alzheimer, l’Auser, la Croce Rossa, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) o l’Associazione Italiana Parkinson (AIP). È consigliabile contattare queste organizzazioni per maggiori informazioni sui programmi specifici offerti nella tua area. Inoltre, molte città e comunità locali hanno centri di assistenza e strutture di supporto che offrono servizi simili. Consultare i servizi sociali locali, gli ospedali e i centri comunitari può essere un ottimo modo per trovare programmi e risorse aggiuntive per i caregiver.

In conclusione, le sfide emotive del caregiving, tra cui ansia, depressione e isolamento sociale, possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita e sulla salute mentale dei caregiver. Tuttavia, l’implementazione di strategie di coping efficaci, il sostegno sociale e l’accesso a risorse di assistenza possono contribuire a mitigare gli effetti negativi del caregiving, preservando il benessere e la salute mentale dei caregiver stessi.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Benson JJ, Washington KT, Landon OJ, Chakurian DE, Demiris G, Parker Oliver D. When Family Life Contributes to Cancer Caregiver Burden in Palliative Care. Journal of Family Nursing. 2023;29(3):275-287. doi:10.1177/10748407231167545
  • Boots, L. M., de Vugt, M. E., van Knippenberg, R. J., Kempen, G. I., & Verhey, F. R. (2014). A systematic review of Internet-based supportive interventions for caregivers of patients with dementia. International journal of geriatric psychiatry, 29(4), 331–344.
  • Cohen, S., & Wills, T. A. (1985). Stress, social support, and the buffering hypothesis. Psychological bulletin, 98(2), 310–357.
  • Fredrickson, B. L., Cohn, M. A., Coffey, K. A., Pek, J., & Finkel, S. M. (2008). Open hearts build lives: positive emotions, induced through loving-kindness meditation, build consequential personal resources. Journal of personality and social psychology, 95(5), 1045–1062. 
  • Lupien, S. J., de Leon, M., de Santi, S., Convit, A., Tarshish, C., Nair, N. P., Thakur, M., McEwen, B. S., Hauger, R. L., & Meaney, M. J. (1998). Cortisol levels during human aging predict hippocampal atrophy and memory deficits. Nature neuroscience, 1(1), 69–73.
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  • Schulz, R., & Sherwood, P. R. (2008). Physical and mental health effects of family caregiving. The American journal of nursing, 108(9 Suppl), 23–27. 
  • Sörensen, S., Pinquart, M., & Duberstein, P. (2002). How effective are interventions with caregivers? An updated meta-analysis. The Gerontologist, 42(3), 356–372. 
    Vitaliano, P. P., Zhang, J., & Scanlan, J. M. (2003). Is caregiving hazardous to one’s physical health? A meta-analysis. Psychological bulletin, 129(6), 946–972. 
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