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Fenomeni graduali del cambiamento climatico e impatto sul benessere psicologico dell’individuo e delle comunità

Il cambiamento climatico si manifesta anche con fenomeni graduali, che possono impattare sulla salute mentale delle persone e delle comunità

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 25 Gen. 2024

L’impatto del cambiamento climatico

Il cambiamento climatico può essere osservato anche in relazione a mutamenti ambientali che avvengono con gradualità, che non assumono la forma di eventi climatici estremi, e che tuttavia possono impattare in modo significativo e cronico sulla salute mentale e sul benessere psicologico a livello individuale e a livello di comunità.

Secondo l’American Psychological Association il cambiamento climatico può impattare sulla salute mentale delle persone e delle comunità di cui fanno parte, con effetti sia a breve sia a medio-lungo termine. In un precedente articolo pubblicato su State of Mind abbiamo introdotto cosa si intende per ecoansia e quali sono gli effetti a breve-medio termine di eventi climatici estremi. Tuttavia, vi sono anche casi in cui l’impatto del cambiamento climatico si attualizza gradualmente e incrementalmente, al di là degli eventi ambientali estremi; tali effetti si osservano incrementalmente sul benessere e sulla salute mentale degli individui e delle comunità.

Il caldo dovuto al cambiamento climatico come fattore stressante a livello psicologico

A causa del cambiamento climatico, sono sempre più frequenti, durature e intense le ondate di calore e alte temperature, con effetti deleteri sulla salute degli individui (National Weather Service, 2020). È riconosciuto che le temperature elevate rappresentato uno stressor psicologico oltre che fisiologico-somatico. Sempre più ricerche evidenziano che l’aumento delle temperature è associato a peggiori esiti in termini di salute mentale, ad esempio riguardo i disturbi dell’umore, i disturbi d’ansia, la schizofrenia e la demenza vascolare (Liu et al., 2021), con un aumento di accessi ai servizi di emergenza per la salute mentale (Mullins & White, 2019; Thompson et al., 2018). Tali evidenze si sono raccolte in svariati paesi, tra cui Israele, Australia, USA, Francia e Canada (Vida et al., 2012).

Sembra dunque che le temperature elevate agiscano come ulteriore fattore di rischio e quindi peggiorativo per le condizioni di popolazioni cliniche già vulnerabili dal punto di vista della salute mentale.

In generale, al di là di condizioni cliniche pre-esistenti, il calore eccessivo ed estremo può comunque avere effetti negativi sul benessere psicologico nella misura in cui rappresenta una condizione che spesso viene soggettivamente vissuta come spiacevole e faticosa, che può creare un carico di stress non sempre evidentemente manifesto né diagnosticabile esplicitamente come una psicopatologia. In una survey condotta negli USA, le persone intervistate hanno riferito minori emozioni positive, maggiori emozioni negative e la sensazione di stanchezza nei periodi in cui le temperature superavano i 70 gradi Fahrenheit; questi dati si sono evidenziati come ancora più intensi per temperature superiori ai 90 gradi Fahrenheit (Noelke et al., 2016).

Inoltre è ampiamente dimostrata da una significativa mole di ricerche la correlazione tra elevate temperature e aumento dell’aggressività e di episodi di violenza interpersonale (Stevens et al., 2019; Younan et al., 2018; Miles-Novelo & Anderson, 2019). La relazione tra l’aumento delle temperature e delle tendenze aggressive può essere spiegata dall’impatto che il calore può avere sul livello di attivazione fisiologica dell’organismo (arousal) e sull’irritabilità, con una conseguente diminuzione delle capacità autoregolatorie dell’individuo (Miles-Novelo & Anderson, 2019). In tal senso, alcuni studi evidenziano che il calore può avere effetti negativi sulle funzioni cognitive implicate nella risoluzione dei conflitti con modalità assertive e non aggressive (Cedeño Laurent et al., 2018).

Siccità, desertificazione e qualità dell’aria influenzate dal cambiamento climatico

In molte parti del mondo il cambiamento climatico sta portando a un aumento della siccità e della desertificazione del suolo fertile. Tali aspetti rappresentano una minaccia da più punti di vista, anche per gli agricoltori che vedono aumentare le difficoltà in termini lavorativi, economici e finanziari; in generale, si delinea la possibilità di una diminuzione della disponibilità di cibo e acqua, creando ansia, depressione e disperazione nelle comunità agricole (Vins et al., 2015;  Austin et al., 2018; Howard et al., 2020). 

Anche il peggioramento della qualità dell’aria è tra i fattori legati al cambiamento climatico che può impattare sul benessere psicologico degli individui. Secondo alcuni studi (Lowe et al., 2021), elevati livelli di inquinamento dell’aria possono aumentare il rischio di difficoltà psicopatologiche e impattare sulla soddisfazione di vita (Lu, 2020).

Solastalgia: la perdita di luoghi significativi per il cambiamento climatico

Dal momento in cui il cambiamento climatico trasforma in misura più o meno intensa i luoghi vissuti dalle persone, allora può emergere un senso di perdita verso i luoghi soggettivamente significativi per la persona (Cunsolo & Ellis, 2018). 

La sensazione di perdita di un luogo significativo per sé, per come è sempre stato, in relazione ad alcune modificazioni ambientali legate al cambiamento climatico è definito da alcuni autori come “solastalgia” (Albrecht, 2005). Questo fenomeno può insorgere gradualmente se dovuto a cambiamenti incrementali ambientali di un certo luogo. Tuttavia, tale sensazione di perdita per un luogo a sé caro e familiare può ovviamente occorrere a seguito di eventi climatici estremi. La relazione di attaccamento con il luogo in cui si vive fornisce un senso di stabilità, sicurezza e contribuisce alla formazione del proprio senso identitario. 

I mutamenti ambientali incrementali e cronici legati al cambiamento climatico potrebbero in un futuro richiedere a molte persone di lasciare i loro luoghi di residenza e di ricollocarsi in altre aree e località, a causa di temperature estreme, siccità e innalzamento del livello del mare, portando a fenomeni migratori che implicano una serie di rilevanti difficoltà materiali e psicologiche (Cattaneo et al., 2019).

Perdite di identità culturale legate al cambiamento climatico

Il cambiamento climatico può accompagnarsi a profonde trasformazioni dell’ambiente e del contesto naturale in cui alcune comunità sono sempre vissute; per tali comunità il contesto ambientale in cui risiedono rappresenta una parte fondante della loro identità culturale. Per alcune comunità indigene lo stress legato al cambiamento climatico è particolarmente intenso; ad esempio, per le comunità indigene residenti in zone climatiche artiche, il rapido aumento delle temperature risulta particolarmente impattante. Alcuni ricercatori (Middleton et al., 2020) hanno approfondito gli effetti del cambiamento climatico in una comunità Inuit residente nella regione subartica del Canada. Gli Inuit vedono il clima freddo come parte essenziale della loro identità, un elemento naturale caratterizzante la loro cultura, le loro tradizioni e il loro modo di interagire nelle relazioni. I membri di questa comunità indigena hanno riportato un senso di forte attaccamento alla loro terra e vissuti emotivi negativi riguardo l’innalzamento delle temperature e i risvolti per la loro comunità, quali ad esempio maggior incertezza riguardo il reperimento di cibo secondo le modalità tradizionali, tristezza, rabbia, aumento dello stress in famiglia e un minor senso di coesione sociale (Middleton et al., 2020; Ostapchuk et al., 2015). 

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Redattrice di State of Mind

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