Un’esplorazione cantata dell’animo umano: così recita il sottotitolo del libro-cd “Abitarsi. La psicantria delle emozioni”, quarta opera degli “Psicantria” – al secolo Cristian Grassilli e Gaspare Palmieri, psicoterapeuti e cantautori di psicopatologia cantata, che con “quel po’ di follia” e passione da diversi anni ormai ci allietano con la loro fantasia, da sempre fedelmente accompagnati dall’arte musicale di Lorenzo Mantovani.
Molto spesso le persone che abitano i nostri studi professionali arrivano analfabete da un punto di vista emotivo. Ci accorgiamo sin da subito che le emozioni non sono nominate, riconosciute, distinte, integrate; spesso sono tenute strette o al contrario saltano fuori in maniera disregolata. Il nostro lavoro spesso comincia proprio da un viaggio di esplorazione del loro mondo emotivo e il lavoro che adesso presentiamo chissà che non possa rappresentare – come gli autori stessi si propongono – uno strumento di facilitazione per affacciarsi nel mondo delle emozioni, avvicinandosi con melodie leggere, che riescono a far vibrare corde interiori profonde, capitolo dopo capitolo, traccia dopo traccia.
La Psicantria è un progetto nato nel 2010 e sin dalla sua genesi si è posto come obiettivo quello di rendere lo “psicomondo” conoscibile attraverso la musica. Sono nati così “La Psicantria: manuale di psicopatologia cantata” (2011), “Psicantria della vita quotidiana. Fenomeni psicosociali cantati” (2014), “Neuropsicantria infantile” (2018), tutti lavori editi dalla casa editrice La Meridiana.
La canzone si fa ponte per condurre chi ne fruisce verso una nuova consapevolezza di sé e del proprio mondo interno; crea empatia e partecipazione, aiuta a sdrammatizzare il tabù della malattia mentale e condividere, per abbattere sospetto e diffidenza, come osservava Guccini nell’introdurre l’opera prima del progetto psico-musicale dei nostri amici. Questo l’obiettivo, ampiamente superato.
La cura si pone così tra arte e scienza, cuore e cervello, parole e note. E gli autori lo sanno fare bene, perché lo fanno con un’anima pulita, vera, con dolce ironia, alta responsabilità e un immenso rispetto umano, oltre che professionale. Con loro abbiamo dissipato dubbi e differenze tra le diverse professionalità di cura; col sorriso abbiamo riguardato quadri di personalità e addolcito le amare sofferenze dei nostri pazienti, come l’anoressia, la depressione, l’ipocondria, le tendenze suicidarie. Abbiamo sviscerato alcuni fenomeni psicosociali del nostro tempo, quali i cambiamenti familiari, l’avvento della tecnologia digitale, il bullismo, il paradossale stress da vacanze. Abbiamo colorato con la musica la sofferenza emotiva infantile e approcciato con ironia il misterioso mondo della mindfulness; con impegno è stato da loro difeso il lavoro di Franco Basaglia, a 40 anni dall’apertura di “quei cancelli” e il superamento del pregiudizio verso quel fratello un po’ “matto”. Tutto questo senza dimenticare mai di aver specialmente cura di noi.
E così siamo giunti, oggi, a questo condominio di emozioni. Le prime note ci invitano a entrare in una casa “senza scuri né pareti”, metafora riuscita della nostra dimora interiore. E come un tour, giriamo tra piani, stanze, corridoi, solchiamo pavimenti, accendiamo luci, esploriamo arredamenti. L’invito è quello di imparare ad abitarsi e ad abitare le nostre emozioni. Accomodiamoci, perché da qui in avanti ha inizio un viaggio intenso tra “paesaggi sorprendenti”, uno per ogni capitolo/traccia.
Troviamo il coraggio, “tra i versi di una canzone”; scopriamo che “ci si può vergognare, senza scomparire”, che “la paura può salvarti la vita”, che c’è una rabbia che sale, che “senti nella pancia” o che ci può essere una “rabbia sana”, o ancora che la rabbia, se ne trovi la causa, puoi disinnescarla. Dopo alcune emozioni primarie, gli autori si spostano su due grandi sentimenti, l’amore e l’odio: ci mostrano come sia possibile diventare amici di noi stessi o quanto purtroppo sia facile odiare. In punta di piedi, arriva poi la “canzone gentile”, che con “il suo ritornello può farti da ombrello” e che ci trasporta verso alcune emozioni secondarie, “più complesse e nobili”, come gli stessi autori le descrivono. Ed ecco, quindi, l’invidia, che si insinua a suon di clavicembalo; la gratitudine, che rende tutto quanto “un po’ meno scontato”. E così, nota dopo nota, con pazienza ci si avvia alla fine, “basta andare a passo di danza, finché c’è musica, c’è speranza”!
Un lavoro che scalda le case in cui risuona e i cuori di chi le abita; un lavoro potente, arricchito da diversi contributi di altrettanti autori, tutti fan degli Psicantria, che raccontano del tema a ciascuno assegnato in maniera incarnata, vissuta, sentita. Un valore aggiunto per un’opera già preziosa e di conforto, che mira a rendere piacevolmente navigabile il grande mare –sconosciuto e temuto– delle emozioni.
Gli autori tengono il timone con gentilezza, ma con fermezza. A voi lettori non resta che spiegare le pagine, premere play, respirare e tuffarvi.
Cari psicantrici, la nostra gratitudine va al vostro coraggio!
ABITARSI – Guarda il video: