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Le lacrime di Nietzsche (2006) di Irvin D. Yalom – Recensione del libro

Le lacrime di Nietzsche, libro di Yalom uscito in Italia nel 2006, racconta la cura delle parole tra Breuer e Nietzsche, tra verità storica e romanzo. Nonostante si tratti di una sorta di psicoanlisi ante-litteram, offre al lettore numerosi spunti di riflessione sul modo di fare terapia oggi

Di Virginia Valentino

Pubblicato il 07 Nov. 2018

Le lacrime di Nietzsche di Yalom è stato una conferma. Senza dubbio. Narrazione affascinante, ritmo incalzante, stesura fluida. Niente da dire. Ma quando una fredda mattina di settembre ho concluso la lettura di questo libro non ho potuto fare a meno di provare una emozione strana.

 

Ho già avuto modo di leggere Yalom. Ho letto La cura Shopenahuer, Il dono della terapia ed ora Le lacrime di Nietzsche.

Mi sono sentita “sospesa”. Nel monitorare quello che sentivo ho rintracciato la tristezza, la mia, quella di Breuer e Nietzsche, ed un senso misterioso di speranza ed appagamento.

Le lacrime descritte non appartengono soltanto a Nietzsche ma ad ogni essere umano che si confronta con il dolore ed il dispiacere della realtà terrena, che a volte è magica e speciale ma altre volte cruda e terrorizzante. Anche Breuer, dopo un viaggio guidato nella sua mente, comprende la pienezza di quello che ha nella sua vita, mentre prima se ne sentiva appesantito: accettandone i limiti riconosce di non volere altro, di non volere più quello che credeva di volere.

Le lacrime di Nietzsche: Nietzsche e Breuer in psicoanalisi in incognito

Non potendo svelare i dettagli di questo incontro, per non anticipare troppo ai lettori, mi limito a descrivere in linee generali quello che accade.

Josef Breuer, il medico del momento, uno psichiatra che ha in cura nomi illustri viennesi, incontra Lou Salomé, una donna bellissima e affascinante che gli chiede di aiutare il suo amico Nietzsche, entrato in una profonda crisi. Il tutto, senza che quest’ultimo se ne possa rendere conto. Cosa ardua, direte. Effettivamente come si fa a curare una persona senza che questa capisca di essere un paziente in terapia? L’enigma viene risolto in modo eccellente da Breuer ed i due iniziano a scambiarsi spesso e volentieri il ruolo di paziente e terapeuta in un clima molto simile a quello che è un setting terapeutico come lo intendiamo oggi.

In Le lacrime di Nietzsche si legge anche di tecnica, di ipnosi, dell’attenzione alla relazione che noi oggi chiamiamo terapeutica. Loro parlano di “spazzare il camino” per riferirsi alle libere associazioni, parlano di tecniche comportamentali e anti-ruminatorie che troviamo nei protocolli cognitivo-comportamentlai del DOC, come la dilazione, l’esposizione con prevenzione della risposta e poi troviamo, in un modo molto grezzo e approssimativo, un accenno a quello che si intende per “narrazione vs teoria”. Breuer, infatti, scrive:

…le vostre parole sono cariche di bellezza ed efficacia, tuttavia, quando me le leggete, non mi pare che tra noi esista un rapporto personale. Il senso di ciò che dite lo capisco dal punto di vista intellettuale…ma per potermi aiutare tutto questo deve arrivare dove ha le sue radici…altrimenti non avverto nessuna crescita, non genera alcuna stella danzante! Ho unicamente confusione e caos.

In questo stralcio Breuer invita Nietzsche ad entrare nello specifico di un momento di vita ben preciso, in modo da poterne osservare insieme i dettagli piuttosto che perdersi in un racconto globale e fattuale.

In modo molto velato, questo introduce i due in una dimensione relazionale improntata alla condivisione e tale dimensione segna il punto di inizio di una esperienza in cui entrambi si aprono all’altro, al punto di risolvere alcuni sintomi che li affliggevano.

Le lacrime di Nietzsche: un dipinto sulla cura del parlare

Quella che loro chiamano “la cura del parlare” ha i suoi frutti soltanto in una relazione in cui uno sente di spostare determinate cose nella mente dell’altro e soltanto in questa modalità si realizza una conoscenza che lascia spazio agli aspetti emotivi. Proprio queste considerazioni, sperimentate realmente, fanno sì che i due si rendano conto di essere davvero paziente e terapeuta e non più solo per gioco.

È molto interessante la vicenda che riguarda Bertha Pappenheim e Breuer, che si innamora della giovane isterica passata alla storia come Anna O. A tal proposito compare la figura di Freud, come amico e confidente del professore viennese, con cui scrisse “Studi sull’isteria” in cui descrissero proprio il caso di Anna O. L’eccessiva attenzione di Breuer verso la giovane donna fu causa della crisi matrimoniale con Mathilde, evento abbondantemente conosciuto nella biografia del dottore. Allo stesso tempo, vengono sviscerate le vicissitudini che vedono Nietzsche impegnato in un rapporto pseudo-sentimentale con Lou Salomé ed il loro amico Paul Rée.

A tal proposito, l’attendibilità storica delle vicende è discutibile. Certamente alcune informazioni storico-culturali sono vere, come ad esempio il fatto che la relazione tra Nietzsche e Lou Salomé era contrastata dalla sorella di lui, Elisabeth, e che fu questo a dare avvio alla profonda depressione, con tendenze suicide, del filosofo. Di lui si parla spesso degli atroci attacchi di emicrania, che lo costrinsero a girare l’Europa alla ricerca di un trattamento efficace. Yalom sottolinea che nel 1882 la psicoanalisi ancora non era nata ma crede profondamente che Nietzsche fosse molto indirizzato allo studio dell’io e alle turbe della personalità. Per il resto, Breuer e Nietzsche non si sono mai realmente incontrati. Altri personaggi, però, sono davvero esistiti, pochi sono frutto di fantasia. Inoltre leggiamo di un backgroud storico culturale ben preciso, con le ideologie del momento. Le lacrime di Nietzsche è ambientato nel 1882, Nietzsche non aveva ancora scritto “Così parlò Zarathustra” ma Yalom lo ha più volte citato in quanto credeva che il filosofo avesse già delineato le linee di tale progetto nella sua mente.

Le lacrime di Nietzsche: perchè leggerlo

Oltre alla narrazione della storia principale, nel testo Le lacrime di Nietzsche ci sono delle lettere, alcune vere, tra i vari personaggi chiamati in causa. Quelle più intense riguardano Nietzsche e la donna verso cui provava sentimenti poco chiari. Altre parti, ugualmente notevoli, riguardano gli appunti che Breuer e Nietzsche scrivevano sull’altro dopo ogni loro incontro. Questa stesura, così dinamica, rende la lettura del testo dalle dimensioni notevoli più semplice e scorrevole.

Le lacrime di Nietzsche è un testo commovente, crudamente vicino alla realtà e spunto di riflessione sulla realtà terapeutica e clinica, all’epoca ad uno stato embrionale. Esprime, in molti tratti, la bellezza di una prosa poetica e drammatica, che interseca l’intensità delle esperienze umane a livello sentimentale e corporeo affrontando, ad esempio, aspetti legati al tradimento, alla passione intellettuale che spesso spinge al desiderio sessuale, costringendo a dare significati diversi ai ruoli che la società ci impone.

Per comprenderlo, ma soprattutto per viverlo, consiglio la lettura del testo con uno spirito di apertura e di curiosità anche se, a tratti, richiede un certo impegno intellettuale.

 

LEGGI ANCHE LE ALTRE RECENSIONI DEI LIBRI DI IRVIN YALOM:

Il dono della terapia (2016) di Irvin D. Yalom – Recensione del libro

 

Creature di un Giorno (2015) di Irvin D. Yalom – Recensione del libro

Sul lettino di Freud di Irvin D. Yalom (2015) – Recensione

Le lacrime di Nietzche di Irvin Yalom (2006) – Recensione

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Yalom, Irvin D. (2006). Le lacrime di Nietzsche. Neri Pozza
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