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Il Legame Fraterno: una Prospettiva Relazionale

Legame Fraterno. "Ogni figlio è il risultato dell’incontro di quattro generazioni, per cui il corredo genetico è solo in parte condiviso".

Di Simona Noviello

Pubblicato il 18 Set. 2012

Aggiornato il 25 Mar. 2013 16:57

 

Legame Fraterno: una prospettiva relazionale. - Immagine: © gekaskr - Fotolia.com

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Nell’ambito della letteratura psicologica e non solo, spesso si è parlato del legame connotandolo dei più svariati significati e attribuendovi diverse modalità relazionali.

La mia idea è quella di parlare del legame fraterno in una cornice di tipo sistemico-relazionale.

Quando si pensa a questo tipo di legame, spesso vengono in mente concetti come simmetria, pariteticità e somiglianza che portano alla costituzione di un legame basato sulla collaborazione (fratelli che vanno d’accordo e che collaborano tra loro) mentre, legami basati sulla competitività portano a un innesco reciproco di violenza (fratelli che non perdono occasione per litigare fino a giungere a delle escalation violente).

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Queste due tipologie di legame risultano utili per comprendere come il legame fraterno possa avere in sé delle differenze che, come ricordano Cigoli e Scabini (2000), sono differenze intese in senso Batesoniano: ogni informazione proveniente da altro da me è differenza che fa differenza e arricchisce il mio potenziale relazionale.

Infatti, come sostengono questi autori, “ogni figlio è il risultato dell’incontro di quattro generazioni, per cui il corredo genetico è solo in parte condiviso” (Cigoli e Scabini, 2000). Inoltre, ogni figlio ha un sesso distintivo, occupa un ordine di genitura, nasce in un certo periodo della vita familiare, è investito di attese specifiche da parte della parentela.

Quindi, parafrasando Cigoli, la relazione fraterna è come “un vincolo”, ovvero un legame di dipendenza e di connessione dei figli-fratelli con le generazioni precedenti. Questo vincolo implica che tra genitori e figli ci siano delle regole implicite/esplicite da rispettare (lealtà, rispetto).

Considerando il ruolo che gioca il caso, diversi studiosi si sono interessati a studiare le differenze relazionali in cui i fratelli sono implicati. In virtù di questo, la relazione fraterna se considerata nella sua matrice, va riferita al potenziale differenziante della famiglia, ovvero, alla capacità di questa di creare legami unici con ciascun nuovo nato.

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Sulla base dei risultati della ricerca psicosociale e clinica di Cigoli e Scabini (2000) destano notevole interesse le differenze trovate nella relazione genitori-figli e le differenze riscontrate nella relazione tra fratelli. Infatti, è stato riscontrato che nella cementificazione del legame fraterno, avendo lo studio come categorie di riferimento il potenziale differenziante della famiglia e la sensibilità alla differenza da parte dei figli-fratelli, gioca un ruolo importante il fatto che la famiglia riesca o meno nel compito di differenziare tra di loro i figli, cioè, di conferirgli unicità personale.

La capacità della famiglia di riuscire a instaurare legami con i figli che abbiano caratteristiche di unicità e diversità è fondamentale, in quanto permette di rendere il legame di un figlio con un genitore diverso rispetto a quello che il genitore ha con l’altro figlio e questo evita omologazioni avventate tra legami che, in quanto costituiti da persone diverse, non possono essere uguali. Tuttavia, queste differenze di trattamento nei legami possono essere prodromo di potenziali conflitti fra fratelli nel caso in cui il trattamento ricevuto dal genitore non corrisponda alle aspettative del figlio.

Elemento, invece, che sembra accomunare i fratelli è l’incastro di coppia coniugale-genitoriale. Infatti, sempre nella ricerca Cigoli-Scabini, è emersa l’interdipendenza presente tra il legami di coppia (aspetto coniugale e genitoriale) ed il legame con i figli.

Sembrerebbe infatti, per i figli, che la qualità del rapporto tra i coniugi e e quello tra figli e genitori sia di grande importanza per lo sviluppo della relazione fraterna, nel senso che ne fa da matrice. Quindi, alle basi del legame fraterno, sembrano giocare un ruolo importante la relazione della coppia (coniugale-genitoriale) e la capacità della famiglia di creare legami differenti con ogni figlio al fine di evidenziarne l’unicità del legame stesso.

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Simona Noviello
Simona Noviello

Psicologa, Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale

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