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Schema Therapy e Mode: le nuove teorizzazioni

Le nuove teorizzazioni più aggiornate per le categorie inerenti ai Mode Bambino e ai Mode di Coping, utilizzate dai terapeuti Schema Therapy

Di Angelo Valente

Pubblicato il 29 Apr. 2024

Le evoluzioni del modello Schema Therapy

Come già accennato in articoli precedenti, il modello della Schema Therapy vanta di un ordinato assetto teorico che permette di affrontare sistematicamente le nuove sfide legate alla salute mentale e alla psicopatologia, con particolare riferimento ai disturbi di personalità e alle problematiche che implicano un profondo disagio emotivo. All’interno del setting terapeutico, uno dei primi scopi verte sull’identificazione degli schemi maladattivi precoci, delle modalità di coping e dei Mode, seguiti dall’impiego di tecniche cognitive ed esperienziali al fine di ottenerne una modifica graduale tramite lo sviluppo di competenze apposite da parte della persona. I Mode, come già precedentemente accennato, vengono identificati come pattern comportamentali impiegati per delineare delle configurazioni tese a riflettere uno stato emotivo, cognitivo e comportamentale temporaneo dell’individuo in risposta all’attivazione degli Schemi Maladattivi Precoci, che invece rappresentano le caratteristiche più stabili della personalità (Arntz et al., 2021). 

Presa visione della classica tassonomia elaborata da Young nel 2003, gli anni di ricerche susseguitesi nei contesti clinici hanno permesso di ampliare ulteriormente il disegno teorico-strutturale dell’autore americano. Proprio in questo contesto emerge una visione più articolata delle quattro macrocategorie di Mode che, per ricordarlo velocemente, sono conosciute come Mode Bambino, Mode Genitore, Mode di Coping e Mode Adulto Sano. 

In questo articolo verranno quindi delineate le nuove teorizzazioni più aggiornate per le categorie inerenti ai Mode Bambino e ai Mode di coping, ad oggi utilizzate da tutti i terapeuti più appassionati verso questo approccio integrato di psicoterapia.

I Mode Bambino nella Schema Therapy

Per quanto concerne i Mode Bambino, sono emerse consistenti modifiche strutturali che vanno ad arricchire ulteriormente le prime teorizzazioni di Young (2003). In particolare, sono state apportate integrazioni dettagliate alle suddivisioni originarie, enfatizzando maggiormente le sfumature delle categorie dei Mode Bambino Vulnerabile, Bambino Arrabbiato e Bambino Impulsivo. 

Mode Bambino Vulnerabile

  • Bambino solo: questo Mode si caratterizza per un mancato soddisfacimento dei bisogni emotivi fondamentali durante l’infanzia. Ciò porta l’individuo a percepirsi come solo, vuoto, socialmente inadeguato o indegno di amore (Arntz e Jacob, 2012). La sua caratteristica predominante è determinata da un’alta disregolazione dei livelli di tristezza (Dadomo et al., 2016).
  • Bambino abbandonato (o abusato): chi manifesta questo Mode sperimenta profondo dolore emotivo e una grande paura di essere abbandonato o abusato (Arntz e Jacob, 2012). Il comportamento si riflette similmente in quello di un bambino indifeso e bisognoso, caratterizzato da sensazioni di paura e vulnerabilità (Dadomo et al., 2016). Di fatto, questo tipo di attivazione è tipica di persone in balia di un bisogno ossessivo di trovare un figura di riferimento che si prenda cura dei propri bisogni (Arntz e Jacob, 2012). Chi lo manifesta prova solitamente alti livelli di angoscia (Dadomo et al., 2016).
  • Bambino umiliato: questo Mode si manifesta accompagnato da una sensazione di incapacità di gestire le proprie responsabilità, evidenziando tendenze regressive infantili e un forte desiderio di essere accuditi da qualcuno. Questi schemi sono tipici di chi non ha sviluppato un senso adeguato di autonomia e autosufficienza. Infatti, la caratteristica predominante del Mode è data proprio dall’intensa sensazione di vergogna provata dalla persona (Dadomo et al., 2016).

Mode Bambino Arrabbiato

Per questa specifica categoria di Mode sono state concettualizzate invece due ulteriori sottocategorie.

  • Bambino ostinato: coloro che manifestano questo Mode solitamente sperimentano sentimenti di rabbia senza esprimerli apertamente. Al contrario, mostrano invece una propensione a persistere in modo ostinato nelle proprie richieste, al punto tale da lasciarle apparire irragionevoli agli occhi delle altre persone (Arntz e Jacob, 2012; Dadomo et al., 2016).
  • Bambino furioso: questo Mode è caratteristico di individui che vivono livelli così intensi di rabbia al punto tale da arrivare a sfociare in aggressioni fisiche verso le altre persone o a distruggere oggetti con il solo scopo di annientare il presunto aggressore (Dadomo et al., 2016; Arntz e Jacob, 2012).

Mode Bambino Impulsivo

Per questa categoria è stata aggiunta una sola sottocategoria.

  • Bambino indisciplinato: chi manifesta questo Mode non riesce a portare a termine i normali compiti routinari e noiosi della vita di tutti i giorni. Di conseguenza, preferisce rinunciarvici anziché impegnarsi nel raggiungimento di obiettivi a lungo termine (Brockman et al., 2023; Dadomo et al., 2016).

I Mode di Coping nella Schema Therapy

Riguardo ai Mode di coping sono state apportate modifiche significative, che hanno determinato l’inclusione di nuovi Mode atti a riflettere in modo ottimale le tre modalità di coping precedentemente menzionate. 

Coping di evitamento

Oltre al già noto Protettore Distaccato, la prima categoria di Mode di coping di evitamento ha subito sviluppi che hanno portato alla creazione delle seguenti sottocategorie.

  • Protettore Arrabbiato: chi manifesta questo Mode è costantemente pervaso da flussi di rabbia e rancore, adottati come forma di difesa da cui si potrebbero percepire minacce o derisioni qualora le proprie vulnerabilità venissero esposte (Dadomo et al., 2016; Brockman et al., 2023). Ciò implica la creazione di una distanza emotiva tra sé e gli altri, dinamica attuabile anche all’interno del setting terapeutico, in quanto spingerebbe l’individuo a simulare emozioni non autentiche (Arntz e Jacob, 2012). 
  • Protettore Evitante: questo Mode è tipico di chi tende a evitare situazioni percepite come scomode o potenzialmente fonti di disagio per timore di mostrare comportamenti ritenuti inadeguati (Dadomo et al., 2016). Questa evidenza si riscontra particolarmente nei casi di ritiro sociale, in cui la persona preferisce evitare le situazioni del mondo esterno che potrebbero causare l’attivazione di schemi negativi, generando di conseguenza stati emotivi avversi (Brockman et al., 2023). 
  • Consolatore Compiacente: Mode caratteristico di chi cerca di eludere le emozioni travolgenti attraverso attività compulsive e solitarie che implicano relax e distrazione (Brockman et al., 2023; Dadomo et al., 2016). Coloro che manifestano questo Mode spesso si abbandonano all’uso di sostanze, abbuffate, binge watching, comportamenti sessuali promiscui, fantasie compulsive, gioco d’azzardo o workaholism (Dadomo et al., 2016; Arntz e Jacob, 2012; Brockman et al., 2023). Questo pattern può anche riflettersi nella mancanza di contatto interpersonale con il terapeuta durante il trattamento (Arntz e Jacob, 2012).

Coping di ipercompensazione

Per questa categoria dei Mode di coping sono state invece introdotte sei nuove concettualizzazioni che riflettono varie modalità attraverso cui l’individuo fronteggia le sfide.

  • Autoesaltatore: chi manifesta questo Mode agisce in modo egoistico, senza alcuna considerazione empatica per i bisogni e le esigenze altrui. La credenza è quella di sentirsi esentati dal rispetto delle regole comuni, con lo scopo di migliorare il proprio status sociale e ottenere ammirazione imponendo il proprio controllo sulle altre persone (Brockman et al., 2023). Le emozioni associate comportano spesso sentimenti di rabbia qualora il proprio status dovesse essere percepito sotto minaccia (Dadomo et al., 2016).
  • Prepotente/Violento: Mode caratterizzato da comportamenti intimidatori volti a prevenire possibili minacce fisiche ed emotive da parte delle altre persone. In alcuni casi può sfociare in condotte antisociali e criminose, con emozioni prevalentemente orientate verso la rabbia e la soddisfazione derivante dalle difficoltà altrui (Dadomo et al., 2016; Brockman et al., 2023).
  • Ricercatore di attenzione e approvazione: questo Mode si manifesta in individui costantemente desiderosi di attirare l’attenzione verso di sé tramite comportamenti inappropriati, esagerati o eccentrici, spesso attuati in risposta a emozioni di tristezza e solitudine (Dadomo et al., 2016).
  • Ipercontrollante: Dopo i recenti sviluppi teorici, questo Mode è stato a suddiviso in due ulteriori sottocategorie, il Perfezionista ipercontrollante e il Paranoico ipercontrollante. Il primo è associato a una ricerca ossessiva della perfezione al fine di evitare critiche, disappunti e fallimenti. Il secondo rappresenta individui sospettosi che esercitano controllo a causa di presunte intenzioni malevole da parte delle altre persone (Brockman et al., 2023; Dadomo et al., 2016).
  • Imbroglione e Manipolatore: chi manifesta questo Mode adotta comportamenti mirati a manipolare gli altri spesso tramite bugie e frodi. Il fine è quello di ottenere ciò che vuole a spese degli altri o evitare di essere puniti, senza assumersi alcuna responsabilità (Dadomo et al., 2016; Brockman et al., 2023).
  • Predatore: questo Mode è caratterizzato da schemi comportamentali che mirano ad eliminare plausibili minacce e ostacoli rivolti ai propri obiettivi. Chi lo manifesta tende infatti ad assumere un’attitudine razionale e priva di empatia in relazione alle altre persone (Dadomo et al., 2016; Brockman, 2023).

Perché questi cambiamenti nella Schema Therapy?

In conclusione, l’approccio della Schema Therapy offre un quadro teorico sempre più ampio, che negli anni ha visto la collaborazione di diversi ricercatori provenienti diversi scenari socioculturali. L’obiettivo base sarà mirato sempre su una comprensione più approfondita delle sfaccettature sottese alle manifestazioni sintomatologiche di disagio, fornendo ai professionisti del settore delle basi ancora più solide per un decorso trattamentale efficace. 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Dadomo, H., Grecucci, A., Giardini, I., Ugolini, E., Carmelita, A., & Panzeri, M. (2016). Schema Therapy for Emotional Dysregulation: Theoretical Implication and Clinical Applications. Frontiers in Psychology, 7, 1987.
  • Arntz, A., & Jacob, G. (2012). Schema therapy in practice: An introductoryguide to the schema mode approach. West Sussex, UK: Wiley.
  • Arntz, A., Rijkeboer, M., Chan, E., Fassbinder, E., Karaosmanoglu, A., Lee, C.W., & Panzeri, M. (2021). Towards a Reformulated Theory Underlying Schema Therapy: Position Paper of an International Workgroup. Cognitive Therapy and Research, 45, 1007–1020.
  • Brockman, R.N., Simpson, S., Hayes, C., & van der Wijngaart, M. S. (2023). Cambridge Guide to Schema Therapy. Cambridge: Cambridge University Press.
  • Young, J. E., Klosko, J. S., & Weishaar, M. E. (2003). Schema Therapy: A Practitioner’s Guide. New York: The Guilford Publications (trad. it. Schema Therapy. La terapia cognitivo-comportamentale integrata per i disturbi di personalità, Firenze: Eclipsi, 2007).
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