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Schema Therapy: cosa sono i Mode

In Schema Therapy i mode descrivono le componenti emotive e cognitive, ma anche i modelli comportamentali spesso collegati al sintomo

Di Angelo Valente

Pubblicato il 22 Apr. 2024

Cosa sono i Mode

All’interno del disegno concettuale della Schema Therapy (ST), un ruolo imprescindibile è mediato dai “mode“, i quali appongono una lente comprensiva in merito alle dinamiche emotive, cognitive e comportamentali di un individuo in risposta all’attivazione degli Schemi Maladattivi Precoci (SMP), che invece costituiscono gli attributi più duraturi e costanti dell’ampio spettro caratteriale che compone l’identità psicologica dell’individuo (Arntz et al., 2021).

I mode, di fatto, delineano configurazioni temporanee tradotte in stati emotivi intensi associati a specifici schemi cognitivi. Caratterizzati da una natura transitoria, possono inoltre generare risposte di coping sia adattive che non adattive (Young et al., 2003; Dadomo et al., 2018). A differenza degli Schemi Maladattivi Precoci, i mode non solo descrivono le componenti emotive e cognitive, ma definiscono anche i modelli comportamentali spesso collegati ai problemi o ai sintomi manifestati dall’individuo in una data situazione (Arntz et al., 2021).

Questo concetto è stato pensato a seguito delle prime ricerche condotte tra pazienti con Disturbo Borderline di Personalità diagnosticato, dalle quali venne evidenziata la rapida alternanza tra un’ampia varietà di schemi e risposte di coping (Young et al., 2003). A quel punto ne conseguì la preliminare formulazione di 10 mode distinti in quattro categorie principali: i mode bambino, i mode coping disfunzionali, i mode genitore disfunzionale e i mode adulto funzionale (Arntz et al., 2021).

La suddivisione dei Mode

La suddivisione in categorie riflette la costruzione di due tipologie di mode: funzionali e disfunzionali (Young et al., 2003). I mode funzionali sono caratterizzati dalla presenza di Schemi Maladattivi Precoci e risposte di coping che favoriscono un adattamento positivo. In contrasto, i mode disfunzionali si distinguono per la presenza di Schemi Maladattivi Precoci o risposte di coping che possono culminare in stati di angoscia, strategie di evitamento o comportamenti autosabotanti, esercitando un’influenza significativa sul comportamento e sul funzionamento emotivo dell’individuo (Dadomo et al., 2016). 

A seguire, vengono descritti in dettaglio i mode appartenenti a ciascuna categoria, sia funzionali che disfunzionali.

I Mode Bambino

I Mode Bambino appresentano una categoria peculiare, essendo fortemente correlati agli Schemi Maladattivi Precoci (SMP) nei quali l’individuo si trova immerso in uno stato che lo conduce a pensare, sentire e comportarsi con modalità analoghe a quelle di un bambino (Arntz et al., 2021). Tali modelli derivano dal mancato soddisfacimento di bisogni primari durante l’infanzia, lasciando un’impronta significativa sulla struttura emotiva dell’individuo (Dadomo et al., 2016). La loro struttura è caratterizzata da una mancanza di controllo emotivo, che si manifesta attraverso espressioni di rabbia, vergogna o tristezza (Dadomo et al., 2016).

Categorie

  • Bambino Vulnerabile: Questo mode emerge quando vengono attivati SMP generatori di disagio, oltre che dalle esperienze similmente vissute durante l’infanzia, accompagnate da intense emozioni quali tristezza, vergogna, angoscia e paura (Brockman et al., 2023; Young et al., 2003).
  • Bambino Arrabbiato: caratterizzato da un’espressione inadeguata di emozioni intense quali rabbia, frustrazione o indignazione, derivante dalla frustrazione dei bisogni emotivi primari nello stadio dell’infanzia. Chi attiva questo Mode spesso trascura le potenziali implicazioni derivanti da un’espressione tanto aggressiva di tali emozioni, avanzando costanti richieste alle persone con cui ha solitamente a che fare (Brockman et al., 2023; Young et al., 2003; Dadomo et al., 2016).
  • Bambino Impulsivo: caratterizzato da un comportamento distinto da reazioni istintive e immediate ai propri bisogni, senza tenere conto delle possibili implicazioni delle azioni su di sé e sugli altri (Brockman et al., 2023; Dadomo et al., 2016; Young et al., 2003). Coloro che attivano questo Mode mostrano difficoltà nel privilegiare gratificazioni a lungo termine rispetto a quelle immediate (Dadomo et al., 2016).
  • Bambino Felice: appartenente alla categoria più ampia dei Mode funzionali, rappresenta schemi comportamentali di un fanciullo estremamente gioioso e appagato di sé e degli altri in un preciso momento della sua quotidianità (Young et al., 2003). Esprimendolo si sperimenta una sensazione di piena felicità, comprensione, amore, protezione e accettazione, poiché i bisogni emotivi fondamentali sono stati adeguatamente appagati (Dadomo et al., 2016; Arntz e Jacob, 2012). Questo Mode si distingue per la flessibilità nell’adattamento alle situazioni senza compromettere i propri bisogni (Brockman et al., 2023).

I Mode di Coping

Questa più vasta categoria si focalizza specificamente sui Mode di Coping, equivalenti alle tre modalità di coping conosciute come evitamento, ipercompensazione e resa. Anche questi possono essere distinti in funzionali e disfunzionali (Young et al., 2003). In generale, i Mode di Coping disfunzionali si contraddistinguono per strategie regolative che procurano un sollievo momentaneo, mantenendo, tuttavia, elevati livelli di disregolazione emotiva, in modo simile a quanto le teorie psicoanalitiche definiscono come meccanismi di difesa (Dadomo et al., 2016; Dadomo et al., 2018). Gli individui, di fatto, possono percepire un certo sollievo a breve termine, ignorando le problematiche che nel lungo periodo possono compromettere il proprio funzionamento a livello soggettivo e interpersonale (Arntz e Jacob, 2012). In questa categoria sono state identificate tre teorizzazioni: Arreso Compiacente, Protettore Distaccato e Ipercompensatore (Young et al., 2003).

Categorie

  • Evitamento: come suggerisce il nome, l’attenzione di concentra sulla fuga dalle emozioni suscitate dall’attivazione degli SMP e dai Mode Bambino e Genitore disfunzionali (Arntz e Jacob, 2012). Nel modello originale di Young (2003), è stato individuato il Protettore Distaccato: questo Mode si palesa in coloro che tendono a distaccarsi emotivamente e psicologicamente dalla realtà per sfuggire alle sensazioni sfavorevoli associate agli schemi (Brockman et al., 2023), mediante la repressione dei propri stati emotivi (Dadomo et al., 2016). Ciò porta a una sensazione di completa disconnessione nei rapporti interpersonali, con esperienze costanti di vuoto, noia o depersonalizzazione (Brockman et al., 2023). In sintesi, la persona gestisce le proprie interazioni quotidiane in modo ordinario e meccanico, pur conservando una distanza emotiva dagli altri (Brockman et al., 2023).
  • Ipercompensazione: questa categoria di Mode comporta l’adozione di comportamenti estremi volti a contrastare l’implementazione degli Schemi Maladattivi Precoci, con conseguenze dannose per sé e gli altri, simboleggiate dal Mode Ipercompensatore (Young et al., 2003). Chi attiva questo Mode cerca di difendersi da eventuali rischi e pericoli, concreti o immaginati concentrando l’attenzione su dettagli superflui e un rimuginio continuo (Arntz e Jacob, 2012; Dadomo et al., 2016).
  • Resa: questa categoria è esemplificata esclusivamente dal Mode Arreso Compiacente. Chi lo esprime si conforma generalmente ai bisogni e ai desideri degli altri (Arntz et al., 2012), mostrando condotte passive e servili, continuamente orientate a ottenere l’approvazione delle altre persone (Dadomo et al., 2016). Ne consegue che la persona trascura i propri bisogni per dare priorità alle esigenze altrui (Brockman et al., 2023).

I Mode Genitore

L’obiettivo di questa macrocategoria è di riflettere i pattern acquisiti in stretto contatto con le figure di attaccamento principali durante l’infanzia (Young et al., 2003). La manifestazione di questo modo di funzionare tipicamente riflette l’internalizzazione degli standard morali e dei comportamenti adottati dai genitori nei confronti dell’individuo durante l’infanzia o l’adolescenza (Arntz e Jacob, 2012; Arntz et al., 2021). Le suddivisioni all’interno di questa categoria di Mode sono state definite come Genitore Punitivo e Genitore Esigente (Young et al., 2003).

Categorie

  • Genitore Punitivo: chi attiva questo Mode è persuaso che il sacrificio personale sia necessario per il benessere degli altri, tanto da assumersi tale responsabilità a spese dei propri bisogni (Arntz e Jacob, 2012). Di conseguenza, crede di non dover soddisfare le proprie esigenze se ciò potrebbe mettere a rischio i desideri degli altri (Arntz e Jacob, 2012). Induce nell’individuo una forte ansia nel commettere sbagli, generando un giudizio negativo su sé stesso che suscita sensi di colpa anche per il semplice bisogno di esprimere sé stesso e le proprie emozioni (Dadomo et al., 2016; Arntz e Jacob, 2012). Questo pattern può portare all’indirizzamento auto-diretto di sentimenti di ira e avversione, talvolta culminando in condotte autocastiganti (Dadomo et al., 2016). Questi comportamenti possono derivare non solo da modelli parentali eccessivamente punitivi ma anche da un processo di “parentificazione”, in cui la persona assume la responsabilità del benessere dei propri caregiver. Non a caso, questo Mode è spesso riscontrato in lavoratori delle professioni assistenziali (Arntz e Jacob, 2012).
  • Genitore Esigente: questo Mode è tipico di coloro che vivono un senso di inadeguatezza e affrontano continue pressioni a fronte della mancata realizzazione delle proprie speranze di successo in diversi ambiti della vita di tutti i giorni (Arntz e Jacob, 2012; Dadomo et al., 2016). L’individuo tende quindi a stabilire standard prestazionali elevati con l’obiettivo di ottenere l’approvazione degli altri (Dadomo et al., 2016). Chi attiva questo Mode ha spesso alle spalle una storia caratterizzata da figure genitoriali orientate al successo, che non necessariamente influenzavano il bambino in modo esplicito, ma trasmettevano comunque una concezione distorta in merito al perseguimento di comportamenti che implicano il mantenimento di standard molto elevati (Arntz e Jacob, 2012).
  • Adulto Sano: appartenente alla sfera dei Mode Funzionali (Arntz et al., 2021), questo Mode si distingue per la capacità dell’individuo di adattarsi alle situazioni, rispondendo alle esigenze del Bambino Vulnerabile per garantire una propria autonomia, insieme a una compassione sia verso sé che verso gli altri (Brockman et al., 2023; Dadomo et al., 2016). Coloro che lo attivano manifestano una percezione identitaria solida, che favorisce lo sviluppo di un’attitudine in grado di offrire e ricevere cure. Di conseguenza, traggono beneficio dall’esprimersi liberamente e dall’instaurare relazioni con gli altri e con l’ambiente circostante (Brockman et al., 2023). Una volta attivato, questo Mode ha la capacità di interrompere il ciclo di auto-sostenimento creato dagli schemi, ponendo un’enfasi primaria sulla realizzazione dei propri bisogni nel tempo (Brockman et al., 2023).

I Mode in terapia

Data la complessità del lavoro sugli schemi, un approccio mirato sui Mode consente di identificare le dinamiche e le circostanze determinanti l’attivazione di questi pattern disfunzionali, apponendo maggiore comprensione sul modo in cui influiscono negativamente sulla vita del paziente. Pertanto, attraverso l’utilizzo di tecniche terapeutiche mirate, il focus si direziona verso l’attivazione e il potenziamento dei Mode funzionali, soprattutto quello dell’Adulto Sano. Ciò permetterebbe di interrompere i cicli dannosi di automantenimento adottando delle strategie più adattive alle esigenze della persona, impartendo un metodo basato sulla capacità di autoregolazione emotiva e sul soddisfacimento dei propri bisogni. 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Young, J. E., Klosko, J. S., & Weishaar, M. E. (2003). Schema Therapy: A Practitioner’s Guide. New York: The Guilford Publications (trad. it. Schema Therapy. La terapia cognitivo-comportamentale integrata per i disturbi di personalità, Firenze: Eclipsi, 2007).
  • Brockman, R.N., Simpson, S., Hayes, C., & van der Wijngaart, M. S. (2023). Cambridge Guide to Schema Therapy. Cambridge: Cambridge University Press.
  • Dadomo, H., Grecucci, A., Giardini, I., Ugolini, E., Carmelita, A., & Panzeri, M. (2016). Schema Therapy for Emotional Dysregulation: Theoretical Implication and Clinical Applications. Frontiers in Psychology, 7, 1987.
  • Dadomo, H., Panzeri, M., Caponcello, D., Carmelita, A., & Grecucci, A. (2018). 133 Schema Therapy for emotional dysregulation in personality disorders: a review. Current Opinion in Psychiatry, 31 (1), 43-49.
  • Arntz, A., & Jacob, G. (2012). Schema therapy in practice: An introductoryguide to the schema mode approach. West Sussex, UK: Wiley.
  • Arntz, A., Rijkeboer, M., Chan, E., Fassbinder, E., Karaosmanoglu, A., Lee, C.W., & Panzeri, M. (2021). Towards a Reformulated Theory Underlying Schema Therapy: Position Paper of an International Workgroup. Cognitive Therapy and Research, 45, 1007–1020.
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