La Schema Therapy e gli Schemi Maladattivi Precoci
La Schema Therapy di Joeffrey Young nasce nel 1990 come un approccio per il trattamento dei pazienti con Disturbi di Personalità o con una grande resistenza al cambiamento. La Schema Therapy ha radici cognitiviste ma cerca di colmare alcune lacune del modello di Beck grazie all’integrazione di altre importanti teorie come quella comportamentista, quella dell’attaccamento, la teoria della Gestalt e la psicodinamica (Young et al., 2007).
Nucleo teorico centrale della Schema Therapy è che ogni essere umano, fin dall’infanzia, ha dei bisogni fondamentali da soddisfare, tra cui i bisogni emotivi primari, ovvero:
- il bisogno di sicurezza e protezione
- il bisogno di amore, cura e attenzione
- il bisogno di accettazione e lode
- il bisogno di comprensione empatica
- il bisogno di autonomia ed esplorazione
- il bisogno di validazione
- il bisogno di limiti realistici
Se nell’ambiente in cui è cresciuto il bambino, i bisogni sono andati incontro, in modo continuativo, a una soddisfazione non adeguata, allora l’individuo svilupperà una valutazione negativa non solo dell’altro ma anche di sé. È importante sottolineare come sia il soddisfacimento non adeguato a creare sofferenza nel bambino (e futuro adulto), quindi sia il non rispondere/rispondere poco ai bisogni che il rispondervi in modo eccessivo, possono portare all’insorgenza di alcune problematiche.
Quando non vi è un soddisfacimento adeguato dei bisogni primari, nascono gli Schemi Maladattivi Precoci.
Schemi Maladattivi Precoci: definizione
In campo psicologico si tende a definire schema un qualsiasi principio organizzativo tramite cui una persona può interpretare le esperienze vissute.
Secondo Young (1990, 1999), alcuni schemi – soprattutto quelli che si formano nell’infanzia in seguito alle esperienze negative – potrebbero essere all’origine dei disturbi di personalità o di altre patologie croniche.
Esempio: se un bambino ha bisogno di comprensione empatica ma nessuno degli adulti di riferimento sa rispondervi adeguatamente, nel piccolo si formerà pian piano l’idea che è inutile mostrarsi bisognosi di empatia (“è meglio se non mostro a nessuno le mie emozioni”) e l’idea che gli altri non sono in grado di capirlo (“Nessuno può capirmi e aiutarmi”). Ecco che si formano degli schemi che, se non “contraddetti” o disconfermati, resteranno nella mente del piccolo, influenzando la sua crescita, lo sviluppo del suo sé e il suo modo di relazionarsi con gli altri fino all’età adulta.
Gli schemi derivanti da un soddisfacimento inadeguato dei bisogni primari sono detti Schemi Maladattivi Precoci (SMP).
Le caratteristiche principali di uno Schema Maladattivo Precoce sono le seguenti:
- è formato da ricordi, emozioni, pensieri e sensazioni somatiche;
- è utilizzato per comprendere se stessi e il rapporto con gli altri;
- è sviluppato nell’infanzia o nell’adolescenza;
- è presente in tutte le fasi della vita;
- è poco funzionale.
Gli Schemi Maladattivi Precoci non vanno confusi con il comportamento disfunzionale: secondo Young i comportamenti maladattivi sono risposte allo schema, sono da questo innescati ma non sono la stessa cosa. Uno schema, ad esempio, può attivare più comportamenti.
Spesso anche i problemi che viviamo nel presente hanno le loro radici negli Schemi Maladattivi Precoci.
Gli Schemi Maladattivi Precoci sono resistenti al cambiamento: essi sono ben conosciuti dal soggetto e, pur essendo fonte di sofferenza, risultano sicuri e familiari.
Classificazione degli Schemi Maladattivi Precoci
Young (2002) individua in particolare 18 Schemi Maladattivi Precoci, raggruppabili in cinque domini. Una persona può presentare anche più Schemi Maladattivi Precoci contemporaneamente.
Dominio di Distacco e Rifiuto
Gli schemi di questo dominio si formano nella persona i cui bisogni di cura, empatia, sicurezza, amore e accettazione non sono stati soddisfatti. Questo dominio è tipico delle famiglie distaccanti e/o abusanti.
1 – Schema di Abbandono/Instabilità: “Anche tu mi abbandonerai come gli altri”
Le figure significative sono percepite come inaffidabili: a volte rispondono adeguatamente ai bisogni del bambino ma poi, senza un perché, lo abbandonano. È così che la persona cresce con la paura di un abbandono imminente da parte dell’altro.
2 – Schema di Sfiducia/Abuso: “Anche tu mi ferirai come gli altri”
La persona con questo schema vive nella costante convinzione che gli altri la umilieranno, la feriranno e/o se ne approfitteranno. Spesso le persone che presentano questo schema sono state manipolate durante l’infanzia dagli adulti di riferimento.
3 – Deprivazione emotiva: “Non posso contare su nessuno”
La persona con questo schema sente che i propri bisogni emotivi non saranno mai adeguatamente soddisfatti dagli altri. Si sente solo. L’ambiente in cui vive è freddo, senza empatia e protezione. A differenza degli altri schemi, in cui la persona, seppur in modo sbagliato, riceve qualcosa dall’altro, in questo schema la persona non riceve nulla dagli altri.
4 – Inadeguatezza/Vergogna: “Non posso mostrare chi sono davvero”
Chi vive con questo Schema sente di essere sbagliato, inadeguato. Ha la sensazione che se gli altri vedessero chi è davvero, non lo accetterebbero più.
5 – Esclusione sociale: “Nessuno mi accetta”
La persona con questo schema non si sente mai parte di un gruppo. Questo Schema Maladattivo Precoce si può formare più tardi nello sviluppo, ad esempio in adolescenza o con l’inizio della scuola.
Dominio di Mancanza di Autonomia e di Abilità
Gli schemi di questo dominio spesso si formano in quegli ambienti familiari in cui non si supporta e/o promuove lo sviluppo dell’autonomia dell’altro. Si ha difficoltà nel differenziarsi dai genitori (con i quali si è ancora una cosa sola) e dunque diventa difficile fare a meno degli altri. Le famiglie di questo tipo sono invischiate e iperprotettive: i genitori si sostituiscono ai figli e non permettono loro di vivere la propria vita.
6 – Dipendenza / incompetenza: “E ora cosa faccio senza te?”
La persona con lo Schema Maladattivo Precoce di Dipendenza / incompetenza si sente incapace di gestire la propria vita quotidiana senza l’aiuto degli altri. Non sa prendere decisioni, né sa come affrontare le difficoltà. La persona si sente impotente.
7 – Vulnerabilità al pericolo e alle malattie: “È tutto così pericoloso!”
Chi presenta questo schema ha la costante paura che potrebbe accedere qualcosa di molto brutto a sé stesso e ai propri cari e che non può far nulla per impedirlo (es. catastrofi esterne, gravi problemi fisici, trovarsi in situazioni pericolose, ecc).
8 – Invischiamento/sé poco sviluppato: “Ma io chi sono senza te?”
La persona con questo schema è estremamente coinvolta con una o più figure di attaccamento. Questo gli impedisce di sviluppare pienamente la propria identità; in questo modo non sa riconoscere i propri bisogni (spesso confusi con quelli dell’altro) e i propri pensieri. È frequente, in queste persone, provare una sensazione di vuoto. Quando viene a mancare la persona importante, si ha la tendenza a rimpiazzarla subito.
9 – Fallimento: “Sono un buono a nulla!”
Chi vive con questo schema ha la sensazione di non possedere le capacità per raggiungere i propri obiettivi. Si sente inferiore rispetto agli altri. Questa è una valutazione personale che il paziente fa di se stesso (al contrario dello schema di inadeguatezza e vergogna, dove invece la valutazione è più legata al giudizio degli altri). La sensazione di essere poco intelligenti e/o senza talento si crea se e quando i genitori non danno al figlio la possibilità di esplorare sufficientemente il mondo esterno.
Dominio di Mancanza di Regole
Questo dominio è caratterizzato dall’assenza di regole: l’individuo non ha sviluppato regole adeguate in ambito relazionale, non è stato educato al rispetto per gli altri. Questo dominio si trova in quegli ambienti familiari in cui non c’è reciprocità nei rapporti, in cui non è stato insegnato il senso di responsabilità e l’importanza della collaborazione. Molto spesso i genitori iper-rispondono ai bisogni dei figli, li fanno sentire superiori e speciali rispetto a tutti gli altri. Ai figli non sono insegnate le conseguenze negative delle proprie azioni.
10 – Pretese / Grandiosità: “Tu non sai chi sono io!”
Questo schema è tipico delle persone che sentono di avere qualsiasi diritto e meritare ogni privilegio. Spesso non rispettano le regole, sono poco empatici, non sono preoccupati dalla possibilità di poter arrecare danno agli altri. Il loro unico obiettivo è raggiungere uno status di superiorità rispetto agli altri, visti come mediocri.
11 – Insufficiente Autocontrollo: “Andate tutti a quel paese!!”
La persona con questo schema non ha la capacità di controllarsi o di gestire la frustrazione. Mostra difficoltà nel contenere gli impulsi o nel regolare le proprie emozioni, evita qualsiasi forma di disagio o di confronto col dolore.
Dominio di Orientamento all’altro
Questo dominio di Schemi Maladattivi Precoci è caratterizzato da un’attenzione esagerata ai pensieri e alle emozioni altrui, che porta a mettere da parte i propri bisogni, ciò con lo scopo di meritare amore e attenzione dagli altri. Vi è un’elevata tendenza a reprimere la rabbia. Questo dominio si sviluppa tipicamente in quelle famiglie in cui è presente un atteggiamento di accettazione condizionata rispetto a ciò che il bambino fa (il bambino è amato/coccolato/lodato solo quando si comporta in un certo modo). Il bambino si sente quindi obbligato a comportarsi in un determinato modo per essere accettato e quindi reprime i propri bisogni. In queste famiglie i genitori sono più attenti ai propri bisogni emotivi che a quelli del bambino.
12 – Sottomissione: “Faccio tutto ciò che vuoi!”
La persona che presenta questo Schema Maladattivo Precoce tende a sottomettersi all’altro. Si dimostra sempre compiacente e reprime i propri bisogni, desideri ed emozioni che sente come inopportuni. Non esterna la rabbia per evitare che l’altro si possa arrabbiare o che possa trattarlo male; la rabbia repressa però può comparire in diversi altri modi, ad es. con atteggiamenti passivo-aggressivi, con disturbi psicosomatici o anche con l’utilizzo di sostanze.
13 – Autosacrificio: “Mi fa tanto piacere aiutarti”
Mentre nello Schema di Sottomissione la persona si sente costretta a compiacere l’altro, nello schema di autosacrificio la persona tende a rinunciare in modo sistematico e volontario alle gratificazioni personali pur di soddisfare i bisogni degli altri. Non vuole provare colpa, né vuole sentirsi egoista. Questa grande sensibilità alle sofferenze altrui alla lunga porta la persona a realizzare di fare tanto per gli altri senza ricevere nulla, questo la porta a sviluppare un senso di risentimento verso gli altri.
14- Ricerca di approvazione: “Devo assolutamente piacervi!”
Questo Schema porta la persona a cercare in maniera eccessiva l’accettazione altrui. L’attenzione è rivolta costantemente a come gli altri reagiscono a ciò che fa e a modulare se stessa in base alle loro aspettative. Questa continua ricerca di approvazione non consente alla persona di capire davvero chi è e questo può compromettere lo sviluppo del sé.
Dominio di Ipercontrollo e Inibizione emotiva
Gli schemi di questo dominio portano la persona a reprimere le proprie emozioni, le proprie preferenze e gli impulsi nel tentativo di aderire agli standard rigidi che si sono interiorizzati in infanzia. Questo dominio solitamente si sviluppa in quelle famiglie in cui i genitori hanno un atteggiamento negativo e cinico verso la vita, sono esigenti, mirano al rispetto delle regole e dei doveri e al perfezionismo. Vi è un pessimismo costante e la preoccupazione che possa accadere qualcosa di negativo se non si rispettano le regole.
15 – Negatività / Pessimismo: “La mia vita è così dura!”
La persona con questo schema mostra un’attenzione costante agli aspetti negativi del vivere. Sottovaluta gli aspetti positivi della propria vita e crede che qualsiasi cosa avrà una fine negativa. Ha quindi paura che i propri errori possano portare a delle perdite o a delle sciagure. Questo timore porta la persona ad avere difficoltà nel fare/gestire le cose o nel prendere decisioni.
16 – Inibizione emotiva: “Non provo niente”
Chi ha sviluppato questo Schema sente di non poter esprimere le proprie emozioni, in modo da prevenire le critiche, la vergogna e la perdita di controllo. Le principali forme di inibizione emotiva sono quattro: inibizione di rabbia e aggressività (la persona non si mostra mai arrabbiata); eccessiva manifestazione di impulsi positivi (manifesta solo gioia ed emozioni positive o eccitazione sessuale); vulnerabilità (difficoltà nel parlare e comunicare i propri bisogni); tendenza all’estrema razionalità.
17 – Standard severi/Ipercriticismo: “Devo dare di più”
La persona con questo schema sente di dover sottostare a standard severi ed elevati di varia natura (etici, lavorativi, sociali, ecc.). Spesso nel suo passato qualcuno le ha fatto percepire di aver raggiunto questi standard e l’ha lodata per questo; tali standard vengono così interiorizzati come l’unico modo per evitare le critiche, essere accettati e stare bene. Per questo motivo la persona con questo schema si sente sempre sotto pressione, non riposa mai né si impegna in attività che potrebbero allontanarla da quegli standard. La salute è in secondo piano, l’autostima è bassa e, nonostante il duro impegno, si sente sempre lontano dai suoi obiettivi. Vi è una tendenza al perfezionismo e la sensazione di essere inferiore agli altri e meno efficienti degli altri, accompagnate dalla sensazione di non fare mai abbastanza.
18 – Punitività: “Chi sbaglia deve pagare”
La persona con questo schema ha la pretesa che chi sbaglia deve essere severamente punito. Non tollera chi non rispetta le norme e le regole. È una persona severa, giudicante, punitiva; fa fatica a sopportare le imperfezioni e i difetti e a perdonare gli errori propri e altrui. Spesso manca di empatia e di autocompassione.
Gli Schemi Maladattivi Precoci in terapia
Quello degli Schemi Maladattivi Precoci, insieme ai comportamenti di coping e ai mode, è uno dei concetti cardine della Schema Therapy.
L’obiettivo terapeutico della Schema Therapy è quello di rendere consapevole il paziente dell’esistenza e del funzionamento di questi schemi e di aiutarlo a trovare strategie di coping più efficaci per soddisfare i propri bisogni.