Il training autogeno è inoltre una tecnica molto utile anche nell’ambito dello sport. Grazie a questa tecnica, infatti, si ottengono molti benefici psicofisici, migliori prestazioni sportive, maggiore resistenza fisica e un più rapido recupero delle energie (Peresson, 1977).
I benefici del training autogeno
Il training autogeno è attualmente uno strumento molto usato per migliorare il benessere psicofisico e per il trattamento di vari disturbi di natura psicosomatica. Permette di regolarizzare le funzioni vitali spesso variate a causa dello stress e di scaricare delle tensioni migliorando la qualità della vita (Schultz, 1986).
Schultz (1986) evidenzia come gli esercizi di training autogeno permettano di ottenere molti benefici:
– Autoinduzione di uno stato di calma, rilassamento;
– Benessere psicofisico;
– Miglioramento delle prestazioni, recupero energie;
– Diminuzione della percezione del dolore;
– Autodeterminazione, formulazione di proponimenti;
– Modificazione delle capacità mnestiche;
– Introspezione.
Il training autogeno e il trattamento di alcuni disturbi
Questa tecnica favorisce l’autoregolazione di funzioni normalmente involontarie sollecitando le funzioni del sistema nervoso parasimpatico e inibendo quelle del sistema nervoso simpatico (Schultz, 1986; Hoffman,1980).
Il Training Autogeno risulta dunque particolarmente indicato in medicina psicosomatica per il trattamento di alcuni disturbi psico-vegetativi (Schulz, 1986; Hoffman, 1980; Wallnöfer, 1993, Peresson, 1984):
– Disturbi gastro – intestinali (gastrite, colite, ulcera, stitichezza e diarrea);
– Disturbi respiratori (asma, rinite, bronchite);
– Disturbi cardio-circolatori (tachicardia e ipertensione);
– Disturbi sessuali (frigidità, impotenza, eiaculazione precoce, dispareunia);
– Disturbi della pelle (eczema e psoriasi);
– Balbuzie;
– Disturbi del sonno;
– Cefalea vasomotoria.
L’impiego del training autogeno nello sport
Il training autogeno è inoltre una tecnica molto utile anche in ambito sportivo. Grazie a questa tecnica, infatti, si ottengono molti benefici psicofisici, migliori prestazioni sportive, maggiore resistenza fisica e un più rapido recupero delle energie (Peresson, 1977). Hoffmann (1980) parla di Training Autogeno come “doping psichico naturale e consentito” per il miglioramento delle prestazioni sportive.
Uno studio di Z. Tomita con un gruppo di nuotatori che avevano appreso il Training Autogeno evidenziò (Peresson, 1977):
– Minore tendenza a sentimenti depressivi e a sentimenti di inferiorità;
– Maggiore apertura sociale;
– Maggiore obiettività nel considerare le situazioni di gara.
Nello sport, il Training Autogeno viene utilizzato in maniera diversa a seconda delle caratteristiche della particolare disciplina sportiva e degli effetti che si vogliono ottenere. Ovviamente negli sport di squadra va preferito l’apprendimento in gruppo, che consente di lavorare contemporaneamente anche sulla condivisione di esperienze e sul clima di squadra.
Grazie all’apprendimento del Training Autogeno si ottengono molteplici benefici, sia per il singolo atleta sia per la squadra (Peresson, 1977):
– può essere usato come “pausa profilattica” tra un tempo e l’altro della gara, per favorire il recupero delle energie psicofisiche;
– rappresenta un valido aiuto per contrastare l’ansia da prestazione in quanto permette di scaricare la tensione e l’emotività e di acquisire un maggior controllo su fattori emotivi che possono interferire negativamente con il buon esito di una prestazione sportiva;
– favorisce il rilassamento muscolare, riducendo così il rischio di contratture e di infortuni;
– praticato prima di una gara, favorisce una maggiore concentrazione durante la gara stessa;
Il Training Autogeno favorisce anche un miglioramento del “clima di squadra”: maggiore armonia, superamento di rivalità e antagonismi e aumento del senso di appartenenza e di coesione.