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Bambini e status sociale: i più piccoli riconoscono gli individui di status elevato?

Un recente studio condotto dai ricercatori di Aarhus BSS e dall'Università della California Irvine ha messo in evidenza che i bambini sono in grado di percepire le dinamiche inerenti lo status sociale e, sulla base di questo, scegliere quali persone preferiscono o non preferiscono.

Di Giovanni Belmonte

Pubblicato il 28 Set. 2018

Aggiornato il 21 Nov. 2018 12:04

I bambini non solo sono in grado di percepire le dinamiche che coinvolgono lo status sociale ma, come avviene anche in altri animali, sembrano preferire le persone di status elevato ma solo se il loro ruolo è riconosciuto dagli altri e non rivendicato con la forza fisica.

 

Abbandonata la visione comportamentista che concepiva l’individuo alla nascita come una tabula rasa, moltissime ricerche, negli ultimi decenni, hanno evidenziato la presenza di una moltitudine di abilità nei neonati. Sulla base di questi studi, si è passati da una visione del neonato come passivo nei confronti dell’ambiente, ad attivo costruttore della propria esperienza.

A tal proposito, uno studio recente condotto dai ricercatori di Aarhus BSS e dall’Università della California Irvine ha messo in evidenza che i bambini sono in grado di percepire le dinamiche inerenti allo status sociale e, sulla base di questo, scegliere quali persone preferiscono o non preferiscono.

In precedenza, Lotte Thomsen, professore di psicologia all’Università di Oslo e professore associato presso Aarhus BSS, e i suoi colleghi, avevano dimostrato che i neonati di nove mesi erano in grado di cogliere situazioni in cui vi erano dei conflitti di interessi.

Sulla base di questo studio, il nuovo obiettivo dei ricercatori è stato quello di comprendere come i bambini percepiscono lo status sociale e come reagiscono a individui di alto e basso status. A questo riguardo, Ashley Thomas della UCI Irvine afferma che il modo in cui ci si comporti in un conflitto di interessi rivela qualcosa sul proprio status sociale.

La ricerca

Per rispondere a tali quesiti, gli studiosi hanno utilizzato un paradigma di base che prevedeva la presenza di due burattini che tentavano di attraversare un palco in direzioni opposte. Quando questi si incontravano nel mezzo, si bloccavano a vicenda. Un burattino poi cedeva all’altro spostandosi di lato, permettendo così all’altro burattino di continuare e raggiungere l’obiettivo di attraversare il palco.

Successivamente, ai bambini, tra 21 e 31 mesi, sono stati presentati i due pupazzi. In questa condizione sperimentale, venti bambini su ventitrè hanno raggiunto il fantoccio che aveva “vinto” il conflitto, ovvero il fantoccio che aveva attraversato il palco. I bambini preferivano il burattino di alto rango rispetto a quello a cui altri si arrendevano volontariamente.

A seguire, lo scopo dei ricercatori è stato quello di esplorare se i bambini avessero preferito ancora il burattino vincente nel caso in cui quest’ultimo avesse vinto utilizzando la forza.

A questo punto, i ricercatori hanno esposto un nuovo gruppo di neonati alla stessa situazione sperimentale con la differenza che, questa volta, un burattino avrebbe forzatamente colpito l’altro fantoccio per raggiungere il suo obiettivo.

In questa condizione sperimentale, diciotto bambini su ventidue hanno evitato il burattino vincente e hanno invece raggiunto la vittima.

Conclusioni

I bambini, quindi, non solo sono in grado di percepire le dinamiche che coinvolgono lo status sociale ma, come avviene anche in altri animali, sembrano preferire le persone di status elevato, ma solo se il loro ruolo è riconosciuto dagli altri. Al contrario, i neonati sembrano evitare coloro che per mantenere il proprio ruolo ricorrono all’utilizzo della forza fisica.

È interessante notare come i bambini, in questa condizione, differiscono dai nostri parenti primati più vicini, le scimmie bonobo, che invece raggiungono ancora coloro che usano la forza fisica per mantenere alto il proprio rango.

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