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Perché dire “non lo so” ai bambini è formativo?

L'utilità dell’umiltà intellettuale e le strategie per insegnarla ai bambini, favorendo migliori relazioni sociali e risultati scolastici

Di Lucia Salatini

Pubblicato il 01 Dic. 2023

L’umiltà intellettuale

Spesso i genitori e gli insegnanti si sentono molto in difficoltà ad ammettere che non sanno rispondere ad una domanda posta loro da un bambino. Si tende a pensare che sia necessario fornire sempre delle risposte ai bambini, non rendendosi conto che invece questo approccio potrebbe non essere sempre utile in quanto la pretesa di avere sempre delle risposte potrebbe minare la capacità dei bambini di apprendere e creare relazioni significative con persone che non condividono il loro punto di vista. Ammettere quando abbiamo torto e quando non siamo a conoscenza della giusta risposta, riconoscendo i nostri limiti, aiuta bambini e ragazzi a sviluppare una mentalità aperta, in grado di aiutarli nei contesti scolastici e relazionali. Questa capacità di riconoscere i nostri errori, le nostre mancanze e ammettere che la nostra conoscenza è limitata per poter imparare di più viene definita “umiltà intellettuale” (Abdullah, 2023). 

Perché l’umiltà intellettuale è così importante?

Uno studio (Porter et al., 2022) ha dimostrato che le persone con un’alta umiltà intellettuale risultano maggiormente competenti in ambiti scolastici e di vita rispetto a persone con bassa umiltà intellettuale, in quanto tendono ad essere più curiosi rispetto alla disinformazione, indagando maggiormente, e risultano più motivati a ricevere dei feedback. Tendono a rispettare il diritto di libertà di parola anche qualora una persona abbia una visione che si discosta dalla loro e perdonano di più le persone anche dopo aver avuto un conflitto. Infine, sono più inclini a sostenere valori, quali l’altruismo, la gratitudine e l’empatia.

Le persone con una bassa umiltà intellettuale invece, tendono a sminuire l’intelligenza di coloro che ritengono “avversari”, rifiutando la possibilità di stringere amicizie o di seguirli sui social media

Perché mettere in pratica l’umiltà intellettuale risulta così arduo?

Ma perchè è cosi difficile mettersi in gioco con umiltà intellettuale?

Secondo uno studio condotto da Tenelle Porter (Porter et al., 2022), professoressa di psicologia presso la Rowan University, noi siamo programmati per affermare i nostri primi pensieri e cercare prove che vadano a confermarli, piuttosto che cercare indizi che spronano a rivalutare quanto detto.

Un secondo possibile ostacolo all’umiltà intellettuale potrebbe essere la tendenza a sopravvalutare ciò che pensiamo di sapere, impedendoci di comprendere meglio qualcosa visto che siamo convinti di saperne già a sufficienza.

Infine, anche le pressioni sociali possono influire sulla nostra capacità di rivedere umilmente le nostre opinioni. Di fatto, spesso le persone adottano le opinioni e i valori di coloro che li circondano cedendo al conformismo sociale perché i gruppi sociali svolgono una fortissima influenza e sono in grado di modellare significativamente il punto di vista e i comportamenti di una persona (Abdullah, 2023). 

Come possiamo cercare di promuovere l’umiltà intellettuale nei nostri figli?

  • Innanzi tutto, creando varie opportunità per approfondire svariati punti di vistaSicuramente incoraggiare i bambini a leggere libri con pareri e punti di vista discordanti incoraggia la discussione e l’esplorazione, consentendo al bambino, oltre che agli adulti, di discostarsi da una sola ed unica visione delle cose. 
  • Riflettere a proposito di un cambio di prospettiva che ha avuto un esito positivo. È importante mostrare ai bambini che cambiare idea può spesso risultare estremamente utile e che il pensiero flessibile è una competenza importante. 
  • Sperimentare quanto una convinzione di lunga durata possa essere in realtà non corretta o incompleta. Secondo alcuni autori (Grant, 2021) è ad esempio  consigliabile effettuare una conversazione settimanale con tutta la famiglia per esplorare alcuni miti comuni su diversi argomenti e creare opportunità non solo per ammettere che certe cose non si sanno, ma anche per scoprirle assieme e accrescere il proprio bagaglio culturale. In questo modo i bambini si sentiranno più a loro agio nel riconoscere che non c’è nulla di male nell’ammettere di non sapere, nel rivedere le proprie opinioni e nel caso rimodellarle. 

Attraverso l’umiltà intellettuale è possibile individuare i propri pregiudizi e perdonare maggiormente se stessi quando si commettono errori. Risulta quindi fondamentale per i genitori essere in grado di riconoscere i propri limiti, per poi essere in grado di trasmettere questa apertura all’incertezza anche ai loro figli e permettere loro di crescere pieni di curiosità, senza paura di rivalutarsi, rimodellarsi e ricredersi. 

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