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Come rafforzare la resilienza dei bambini?

Quali sono le strategie più efficaci per aiutare i bambini a rafforzare la loro resilienza? Cosa possono fare i genitori per supportarli?

Di Lucia Salatini

Pubblicato il 11 Dic. 2023

La resilienza nei bambini

Per resilienza si intende la capacità di superare e rispondere ad eventi avversi, cambiamenti o fallimenti. Nei bambini, la resilienza è associata all’empatia, alla risoluzione di problemi e alle capacità di coping, inoltre, lo sviluppo della resilienza dei bambini risulta essere un ottimo metodo per contrastare l’ansia e la depressione giovanile. La nostra società tende spesso a farci credere che se non facciamo le cose per bene, allora siamo dei falliti. I bambini in alcune situazioni tendono a non esporsi particolarmente, cercando di rimanere in un contesto sicuro che non possa mettere in discussione la loro bravura e di conseguenza il loro valore. In questi casi, una soluzione particolarmente efficace risulta essere quella di far sentire i bambini appoggiati e protetti sia dal punto di vista fisico che emotivo, per poi incoraggiarli ad affrontare nuove sfide, assumendosi dei rischi e fronteggiando i fallimenti, sempre con la consapevolezza che saranno amati anche se dovessero fallire. Così facendo è possibile rafforzare la resilienza.

Resilienza nei bambini: l’importanza di capire quando fermarsi

La zona di sviluppo prossimale indica l’area in cui si può osservare cosa il bambino è in grado di fare da solo e quali sono i potenziali apprendimenti possibili nel momento in cui è sostenuto da un adulto competente.

Tenendo a mente questo concetto, è quindi fondamentale che l’asticella di ciò che viene richiesto al bambino risulti congrua alle sue capacità. Nel caso in cui si dovesse richiedere ad un bambino di portare a termine un compito che è nettamente al di fuori della sua portata, si genererebbe in lui una sensazione di fallimento, oltre alla logorante convinzione di aver deluso i genitori o i caregiver. Per capire bene cosa il bambino si sente o meno di fare, è consigliabile chiedere direttamente a lui cosa si sente in grado di svolgere, sia da solo che in presenza di un adulto. 

Resilienza nei bambini: facciamoci guidare dai loro interessi

La strategia più efficace per sviluppare la resilienza è fare delle attività per cui si è motivati, indipendentemente dall’età. È quindi necessario che gli adulti cerchino di comprendere gli interessi dei bambini e che questi ultimi non vengano obbligati a svolgere attività che interessano unicamente ai genitori e che per loro non risultano stimolanti. In generale, più attività vengono fatte sperimentare ai bambini, meglio è. Nello specifico, lo sport, è il luogo ideale per imparare a sviluppare la resilienza, in quanto, per forza di cose, viene vissuto il fallimento. Anche attività come la musica o i compiti scolastici risultano particolarmente utili al fine della costruzione della resilienza

Resilienza nei bambini: non rendere le cose sempre eccessivamente facili

Un compito fondamentale dei genitori e degli adulti che hanno l’incarico di educare i bambini è quello di spingere, seppur gentilmente, i bambini fuori dalla loro zona di comfort. Capita spesso che i bambini si disperino perché non vogliono affrontare una determinata attività, ma risulta di fondamentale importanza spronarli a perseverare in quello che stanno facendo. All’inizio potrebbero mostrarsi particolarmente arrabbiati e non di certo grati nei confronti degli adulti, ma questi sentimenti verranno poi sostituiti dall’orgoglio per i risultati raggiunti. 

Resilienza nei bambini: impariamo a rendere la comunicazione priva di paura

È importantissimo tenere sempre a mente che i bambini vanno spronati e incoraggiati, posti in situazioni nuove, utili a farli crescere e a sviluppare la resilienza, ma sempre facendo attenzione che tutto ciò non sfoci nella paura di comunicare cosa li impaurisce o cosa ritengono troppo complesso. Il timore è quello di vedere dei bambini che si preoccupano eccessivamente del parere dell’adulto e che decidano di affrontare determinate sfide per non deludere i genitori o chi li circonda. Ecco che la comunicazione e la condivisione delle esperienze emotive deve essere messa al primo posto, nel tentativo di comprendere cosa è davvero eccessivo per il bambino e cosa, invece, può essere svolto anche se con un po’ più di fatica.  

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