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Lacrime di coccodrillo o lacrime reali? Gli psicopatici potrebbero non riconoscere la differenza

Persone con alti livelli di tratti di psicopatia mostrano una ridotta capacità di discriminare le espressioni di disagio autentiche da quelle finte. In particolare sembrerebbe che questi soggetti abbiano maggiori difficoltà nel discriminare l'autenticità delle emozioni di tristezza e paura.

Di Greta Riboli

Pubblicato il 26 Set. 2018

Secondo i risultati di un recente studio, le persone con alti livelli di psicopatia non rispondono alle emozioni genuine allo stesso modo della maggior parte delle persone e si dimostrano meno inclini ad aiutare qualcuno che sta esprimendo un vero disagio.

 

La ricercatrice Dawel, della Research School of Psychology dell’Australian National University (ANU) ha indagato come le persone con alti livelli di tratti psicopatici hanno difficoltà a capire quando qualcuno è sinceramente spaventato o turbato, basandosi sulle espressioni facciali delle persone.

Si tratta del primo studio che ha compiuto questa indagine; nello specifico si è cercato di capire come i tratti psicopatici possono influenzare le risposte al disagio genuino (ad esempio un’autentica tristezza) versus disagio finto (ad esempio una finta tristezza volta a manipolare le altre persone).

Lo studio sperimentale

Lo studio è stato condotto su 140 soggetti non clinici, concentrandosi sulle caratteristiche affettive della psicopatia (insensibilità, scarsa empatia, affetto superficiale). Ai partecipanti veniva richiesto di osservare le fotografie di volti che esprimevano un ventaglio di emozioni diverse. Alcuni dei volti fotografati mostravano vere emozioni, mentre altri le fingevano.

I risultati mostrano come le persone con alti livelli di tratti psicopatici non rispondono alle emozioni genuine allo stesso modo della maggior parte delle persone:

molte persone quando vedono qualcuno che è veramente turbato, si sentono male per loro e questo li motiva all’aiuto – ha detto Dawel – Le persone con uno spettro molto elevato di psicopatia non mostrano questa risposta.

È emerso che le persone con alti livelli di tratti di psicopatia mostrano una ridotta capacità di discriminare le espressioni di disagio autentiche da quelle finte; inoltre le persone con bassi livelli di tratti psicopatici riportano una maggiore intenzione di aiutare le persone il cui volto mostra un genuino disagio, propensione che si indebolisce, tendendo a scomparire, quando i tratti di psicopatia aumentano: le persone con alti tratti psicopatici non sono disposte ad aiutare qualcuno che sta esprimendo un vero disagio, così come invece lo è la maggior parte delle persone.

Il dato più interessante emerso è che questi deficit nell’individuazione e nella risposta alle emozioni altrui sembrano esser presenti solo nel caso di emozioni di tristezza o paura.

Nel caso di emozioni quali la rabbia, il disgusto e la gioia, le persone con tratti di psicopatia elevati non hanno mostrato alcun deficit nel comprendere se qualcuno stesse o non stesse fingendo.

Conclusioni e prospettive future

La dott.ssa Dawel auspica che i risultati del suo studio possano portare ad una migliore comprensione della psicopatia e di conseguenza a migliori trattamenti e interventi volti ad una promozione dello sviluppo morale.

Successivi studi andrebbero condotti su un campione di bambini, in quanto la ricercatrice ipotizza un possibile contributo genetico alla presenza di tratti psicopatici: uno studio condotto all’inizio dell’infanzia potrebbe aiutare a far più chiarezza anche su questo punto.

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