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Tradimento e amore romantico – Tracce del tradimento Nr. 09

Chi cerca tracce di tradimento lo fa per gelosia, per non investire in un partner che lo inganna. E fin qui questa gelosia sembra ragionevole e prudente...

Di Roberto Lorenzini, Sandra Sassaroli

Pubblicato il 15 Mag. 2015

RUBRICA TRACCE DEL TRADIMENTOIX: Tradimento e amore romantico

 

Proseguiamo la nostra esplorazione della gelosia e del tradimento. Chi tradisce è alla ricerca della passione. Chi cerca tracce di tradimento lo fa per gelosia, per non investire in un partner che lo inganna. E fin qui questa gelosia sembra ragionevole e prudente. La ricerca diventa inspiegabile quando si continua a cercare nonostante non ci siano indizi e nonostante tutte le ricerche diano esito negativo, come se si fosse guidati dalla incrollabile e talvolta delirante certezza che indubitabilmente l’altro non può davvero amare.

 

Carolina aveva ormai cresciuto i suoi due figli con il compagno di sempre, un ragazzo, ormai uomo, che era stato un ottimo amico e compagno di strada, dedito, pur con qualche bizza, come il fatto di volere andare sempre a pesca di lucci la domenica. Affettuoso con i figli, presente, continuava a dirle che le voleva bene e che la trovava ancora carina e attraente. Carolina però in quel momento della vita si sentiva angosciata, storta, insoddisfatta. Le sembrava che le cose si fossero messe in un modo stabile e poco soddisfacente, la carriera nel suo ufficio non procedeva come avrebbe voluto, l’assenza dei figli da casa cominciava a pesare, e gli anni passavano in un modo veloce e troppo uguale. Il capufficio si presentò come un evento fulminante e improvviso, inaspettato e del tutto imprevedibile, era bastato uno sguardo, una sera che si stava fino a tardi a finire un bilancio da chiudere. A Carolina sembrò che la sua vita si rompesse, iniziò a essere ossessionata da quel pensiero quelle immagini di lui che interrompevano continuamente il pacifico flusso delle sue pratiche di vita quotidiane. Le cose della vita che prima la soddisfacevano erano divenute insipide e senza senso. Quando il capufficio si fece avanti le sembrò che potesse avverarsi un sogno di vita diversa, più larga, più allegra. Senza nessuna rete, si gettò in una storia difficile senza proteggere il largo spazio vitale che in venti anni di matrimonio aveva costruito. Le cose andarono come dovevano. Il capufficio era sposato e si impaurì non poco di questa reazione eccessiva a quella che avrebbe voluto confinare in una avventura sessuale con una donna simpatica e capace. All’inizio, questo innamoramento folle lo divertì e lo fece sentire bene ma molto presto di fronte alle richieste di vicinanza di lei, valutò che i rischi erano esagerati e non volendo mettere in crisi il suo matrimonio si tirò indietro dicendole che non la meritava.

Carolina cominciò a perseguitarlo, ad aspettarlo sotto casa, a lasciare tracce di telefonate e di lettere in casa, fino a quando il marito preoccupato e finalmente insospettito la seguì e la mise alle strette. La donna non ebbe la capacità strategica di negare la storia e disperata si rivolse a un terapeuta per capire bene cosa fare della sua vita. Il marito deluso e completamente sfiduciato si trasformò. Cominciò a uscire di casa la sera e in pochi mesi annunciò alla moglie che non aveva più desiderio di rimanere con lei lasciandola e andando a vivere da solo, mentre iniziava una storia con una donna più giovane. Dopo un periodo di disperazione e dopo essere uscita dall’ossessione amorosa che la aveva rapita e confusa, la donna cominciò a rendersi conto in modo realistico delle difficoltà della sua vita, del futuro che vedeva in modo oscuro e senza speranze, ebbe una serie di periodi depressivi che affrontò con coraggio e vogliosa di capire i movimenti affettivi che la avevano condotto in questa situazione. Solo alcuni anni dopo, di nuovo in equilibrio, e ormai quarantacinquenne, trovò vicino un amico vedovo che aveva desiderio di iniziare una nuova vita accanto a lei. In modo tranquillo e affettivo si lasciò andare al sentimento quotidiano di calore e solidarietà che alcuni anni prima aveva abbandonato senza alcuna consapevolezza.

 

L’amore passionale è stato al centro di larga parte della letteratura dai primi greci ai romantici. La sensibilità romantica ha influenzato il nostro modo attuale di intendere l’amore rendendo impossibile l’idea dei matrimoni combinati e non fondati sulla reciproca scelta passionale (che peraltro sembra funzionassero non molto peggio dei nostri liberamente e emotivamente scelti). La letteratura, non solo romantica, è piena di passioni dolorose e ostacolate, da Shakespeare a Goethe, da Tristano e Isotta a Proust .

Della letteratura sulla sofferenza dell’impossibilità di ottenere l’oggetto amato il dongiovannismo rappresenta la parte tecnica, collezionistica, emotivamente consapevole, melanconica e algida. Esso è caratteristico dell’animo maschile, è l’essenza dello stato di inquietudine e insoddisfazione che è alla base della passione amorosa ed è ben descritta nel libro di Citati che del dongiovannismo fa una erudita e attenta disamina:

..non voglio che il mio dongiovanni abbia ad essere un libertino dal sangue acceso eternamente a caccia di femmine. È in lui una Sehnsucht; quella di trovare la donna che sia l’incarnazione totale della femminilità: che gli consenta di godere nell’unica tutte le donne, delle quali gli è vietato singolarmente il possesso. Ma poiché passando dall’una all’altra come ebbro, lo coglie il disgusto. E il disgusto è alla fine, il demonio che se lo porta via…

e ancora…tende già dall’inizio a un assoluto che non coglierà. Egli beve nella stessa coppa del piacere gocce amare, cova voluttuosamente la sua tristezza. Ama la conquista, ma assai più il distacco, sempre invocando una voluttà suprema che non giunge: “si uniscono più dolcemente“ dice una volta ”le labbra già pronte a staccarsi”. E il presentimento della separazione da all’amore il suo fascino…

 

Il don Giovanni nasce in epoche di grandi rigidità morali dove alle donne era prescritta rigidamente la forma e le regole che doveva assumere il sentimento. L’incarnazione in un uomo dell’insoddisfazione può oggi leggersi in modo più vasto e non relegata al solo sesso maschile.

Il problema sembra essere più in generale, non è tanto il perfezionismo e il collezionismo dell’uomo, ma l’impossibilità della passione in una relazione in cui non vi sia una minaccia di abbandono.

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Questo è ben raccontato in un bel libro di Cohen, (Bella del Signore) dove una coppia perfetta, una donna e un uomo ideali e perfettamente innamorati, scadono pian piano in una aridità e in uno svuotamento sentimentale ineluttabile e mortifero, che era già nelle premesse della loro vicenda. Qualcosa di estremamente simile celebra magistralmente Gaber nella canzone “Il Dilemma”, dove canta a proposito di una coppia perfetta che vede spegnersi la passione e insinuarsi uno sciocco e banale tradimento

il loro amore moriva come quello di tutti, perché morire e far morire è una antica usanza che suole aver la gente”.

 

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GELOSIASESSO & SESSUALITA’

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Sandra Sassaroli
Sandra Sassaroli

Presidente Gruppo Studi Cognitivi, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Professore Onorario presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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