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Un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre. Gelosia (2021) di Jo Nesbo – Recensione

“Gelosia” descrive a più riprese, e sotto svariate sfumature, il significato di questa forte emozione, con la quale ciascuno di noi si trova a fare i conti

Di Cristi Marcì

Pubblicato il 17 Ott. 2022

L’autore scandinavo, capostipite della letteratura nordica, torna con un nuovo romanzo, “Gelosia”, in grado di mettere in luce i lati più oscuri dell’animo umano.

 

Dalla sua penna stavolta non incontriamo una nuova indagine condotta dal detective Harry Hole, bensì, analogicamente parlando, l’ingresso in un tunnel entro cui il lettore potrà scegliere se entrare o tenersi a margine di quanto lo attende.

“Gelosia”, edito dalla collana Torinese Einaudi, non rappresenta solo un semplice libro ma un “dizionario” capace di descrivere a più riprese, e sotto svariate sfumature, il significato di questa forte emozione, con la quale ciascuno di noi, almeno una volta nella vita, ha dovuto fare i conti.

Spesso si presenta quale un’emozione sconosciuta, ma che pian piano può tramutare la sua forma nutrendosi della stessa paura di chi la vive e che, pagina dopo pagina, illustra tutta la sua fisionomia e la sua metamorfosi in sette indimenticabili racconti.

Da una semplice passeggera di linea desiderosa di morire, alla rivalità di due gemelli monozigoti, Nesbo illustra l’innesco di tutti i substrati di questa forte emozione, rispetto alla quale convergono non solo aspetti puramente cognitivi e percettivi, ma al contempo un cambiamento psicofisico di cui spesso e volentieri non si ha il controllo.

Ciascun personaggio danza su ogni pagina al ritmo di un crescendo, dove leggerezza e intensità, vuoto e pienezza, gioia e dolore creano il giusto mix di ingredienti per un piatto amaro e difficile da digerire in un sol boccone!

Sin dalla prima pagina ci si sente catturati, incuriositi, ma al contempo in guardia, dinanzi a tutte le sensazioni che, riga dopo riga, vengono descritte e dalle quali non sembra esserci via di scampo.

In ciascun racconto il lettore incontrerà insicurezze, ragionamenti privi di logica e dinamiche comportamentali ricchi di un grande significato: ciascuno fomentato dal ragionevole dubbio del sospetto.

La gelosia, infatti, non solo sembra nutrirsi di fattori astratti e spesso privi di fondamento, ma è essa stessa l’equazione perfetta tra una scarsa autostima e il proprio background esperienziale.

In questa lettura infatti non si incontreranno certezze assolute, bensì contenuti emotivo-percettivi che altro non fanno che fomentare ulteriori insicurezze circa la propria integrità intrapsichica ed interpersonale.

Perché, se da un lato questa emozione così forte è figlia della fragilità e della vulnerabilità individuale, è pur vero che essa presenta una propria stratificazione capace di avvelenare la propria psiche.

Passai per tutti i tormenti della gelosia, dall’incredulità alla disperazione e alla collera, all’autodisprezzo e infine alla depressione” dice uno dei protagonisti, l’ispettore Niko Balli.

E in preda ad essa feci delle cose in cui non mi riconoscevo”, perché la gelosia purtroppo innesca una serie di comportamenti di natura autodistruttivi, rispetto ai quali non sempre si ha la giusta dose di consapevolezza.

Talvolta ci si crede autoimmuni a questo veleno, ma come spesso accade ciò che non si conosce può risultare contagioso più di quanto non si creda.

E in quanto veleno, spesso e volentieri da un singolo pensiero si innesca uno stato mentale vero e proprio, seduttivo e invitante (Siegel, 2001).

Un romanzo davvero consigliato, in grado di fungere da specchio in cui vedere il riflesso delle proprie paure, di quello che è stato o che magari ci si trova a vivere in questo preciso momento!

Nesbo dunque consegna al pubblico in maniera magistrale un copione di quanto spesso è difficile riconoscere, ma che sotto il profilo mitologico rende attuale, un’emozione così forte, presente sin dalla notte dei tempi; presentificando ciò che di ancestrale altri prima di noi hanno vissuto.

Leggere le proprie paure e scoprire pagina dopo pagina qualcosa di nuovo.

Leggere un libro è più di un semplice coinvolgimento di più parti, rappresenta un vero e proprio incontro. Durante la lettura non ci si limita a farsi assorbire cognitivamente dal contenuto, ma si incontra un qualcosa di sconosciuto dal quale ci si lascia leggere (Recalcati, M., 2018).

È un evento in cui i piani dell’attività e della passività si ribaltano e si confondono: “non sono più io che leggo il libro, ma è il libro che mi legge”. Ciò significa che nell’incontro con un libro si incontra sempre una parte di sé stessi, un punto in cui l’enigma più singolare e indecifrabile della propria esistenza viene gradualmente svelato, quasi come la parte più intima dell’individuo emergesse in superficie; pronta ad acquisire un nuovo dono.

Quello di una nuova consapevolezza.

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Cristi Marcì
Cristi Marcì

Psicologo, Specializzando in Psicoterapia

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Nesbo, J. (2021). Gelosia. Einaudi.
  • Recalcati, M. (2018). A libro aperto, una vita è i suoi libri. Feltrinelli Editore.
  • Siegel, J. D. (2001). La mente relazionale. Raffaello Cortina Editore.
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