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In Treatment – Psicoterapia in TV. S01E05 Gina

In Treatment - Recensione Quinto Episodio - Gina: Questa puntata è molto potente mostra la differenza tra visioni della psicoterapia.

Di Giovanni Maria Ruggiero

Pubblicato il 28 Gen. 2013

 

In Treatment – Psicoterapia in TV

QUINTA PUNTATA

Gina

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In Treatment – Psicoterapia in TV. S01E05 Gina. - Immagine: © HBO
In Treatment S01E05 – Immagine: © HBO

In Treatment – Recensione Quinto Episodio – Gina: Questa puntata è molto potente mostra la differenza tra visioni della psicoterapia.

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È venerdì, la settimana finisce e Paul va in terapia. O va in supervisione. O va in terapia e in supervisione. O nessuna delle due cose. Non si capisce bene, a dire il vero. E non lo capisce nemmeno Paul. E nemmeno Gina.

Potrebbe essere un incontro tra due vecchi colleghi che non si vedono da un pezzo (dieci anni) oppure l’inizio di una terapia o di una supervisione o entrambe le cose o nessuna delle due. Insomma, come molte delle relazioni di Paul, è tutto un gran pasticcio.

Noi spettatori guardiamo, affascinati e confusi. Una cosa è sicura: Gina Toll è una vecchia collega di Paul e da un bel po’ non si vedevano. Paul le chiesto di incontrarla, piuttosto sconfortato, alla fine della puntata precedente e le ha chiesto di vederlo. Gina è in pensione e lo riceve in casa, non in studio (ulteriore elemento di confusione). I due iniziano a parlare, in una situazione estremamente ambigua. Si intuisce che dieci anni prima Paul ha lavorato in un gruppo clinico capeggiato da Gina. Insomma, Gina è stata il capo di Paul. Ma non solo il capo. Paul conosceva il marito di Gina. C’era una relazione di amicizia. Poi qualcosa è accaduto, non si sono più visti, e Paul non è nemmeno andato al funerale del marito di Gina. Insomma, qualcosa deve essere andato storto, molto storto. Qualcosa che ancora dura dolorosamente. Paul, infatti, in questa situazione ambigua (è una terapia? Una supervisione? Una richiesta di aiuto e conforto a una vecchia amica?) inizia a parlare delle sue difficoltà con i pazienti: le offerte sessuali di Laura, il narcisismo di Alex, le amnesie di Sophie, le violenze della coppia. A tutto questo si aggiungono le difficoltà tra Paul e Gina.

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Gina, infatti, nutre grossi dubbi sulla capacità di Paul di gestire i pazienti. Sembra dare per scontato che Paul abbia già ceduto all’offerta sessuale di Laura. Poi sospetta –erroneamente- che Sophie sia una compagna di classe della figlia di Paul, Rose. Poi sottolinea il cedimento non terapeutico di Paul di fronte alla coppia, quando ha detto loro di abortire. La tensione tra Gina e Paul sale.

Non è finita. Dal dialogo veniamo a sapere che Gina dieci anni prima ha già avuto Paul in supervisione. Poi Paul aveva interrotto, insoddisfatto: Paul riteneva che Gina interferisse con la sua azione terapeutica. Gina rinfaccia tutto questo a Paul e lo rimprovera di essere passato al gruppo degli psicoanalisti relazionali, capeggiati da Stephen Mitchell a New York! Insomma, intuiamo che Gina è probabilmente legata al paradigma della psicologia dell’Io di Heinz Hartmann.

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Sia la psicologia dell’Io (Hartmann, 1951, 1958) che la psicoanalisi relazionale (Mitchell, 1988) sono ramificazioni della psicoanalisi freudiana, ma differiscono. La psicologia dell’Io da importanza alla consapevolezza auto-controllata e razionale degli atti mentali del pensiero cosciente, quella relazionale all’emotività e affettività delle situazioni interpersonali. Tutto questo non è solo teoria: Gina appare distaccata e razionale mentre Paul è sempre invischiato nelle relazioni, nel bene e nel male.

 Gina insomma rimprovera a Paul di avere scelto un modo di fare psicoterapia pericoloso, di eccessivo coinvolgimento con i pazienti e di rottura delle distanze e dei confini. Paul a sua volta rimprovera a Gina freddezza, carenza di umanità e di contatto. Lo scontro in passato è stato anche più violento e intuiamo che dieci anni prima Paul ha abbandonato il gruppo di lavoro di Gina in maniera traumatica.

Questa puntata è molto potente e, pur tra qualche semplicismo, mostra la differenza tra visioni della psicoterapia basate sull’analisi razionale degli stati mentali e terapie basate sulla coltivazione degli stati affettivi nella relazione terapeutica. La prima visione è fredda, la seconda calda. Questa distinzione non è solo della psicoanalisi, ma anche di altri approcci. Per esempio, anche nel paradigma cognitivo esiste uno stile razionalista che si oppone a uno stile relazionale. Insomma, c’è della gran confusione sotto il sole.

E confusi sono Paul e Gina. Alla fine dell’incontro (o seduta? O supervisione?) Paul saluta Gina, apparentemente senza accordarsi su un altro incontro. Dall’esterno lo spettatore sa che si vedranno ancora, dato il formato della serie. Ma all’interno della storia la puntata termina con un senso di perplessa sospensione e di oscurità del futuro che sta diventando, in qualche modo, il marchio di fabbrica della serie…

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Giovanni Maria Ruggiero
Giovanni Maria Ruggiero

Direttore responsabile di State of Mind, Professore di Psicologia Culturale e Psicoterapia presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna, Direttore Ricerca Gruppo Studi Cognitivi

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