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Le caratteristiche del paziente e del terapeuta che influiscono sull’alleanza terapeutica

Ackerman e Hilsenroth (2003) hanno rilevato e analizzato alcune caratteristiche che ogni terapeuta dovrebbe avere per una buona allenza terapeutica

Di Giorgia Del Bianco

Pubblicato il 08 Feb. 2023

L’alleanza terapeutica affonda le proprie radici nella psicodinamica ed è un elemento presente e fondamentale in tutti gli approcci terapeutici.

Le origini dell’alleanza terapeutica

 Il legame tra il clinico e il paziente, l’alleanza delle due figure verso un obiettivo, il sentimento di protezione e fiducia nei confronti del clinico, sono temi trattati nelle prime opere di Sigmund Freud (1917). Infatti, il concetto di “alleanza terapeutica” nasce in ambito psicoanalitico con Freud, il quale afferma nelle sue teorie che i rapporti terapeutici sono basati sul transfert, ovvero un fenomeno inconsapevole di trasferimento delle emozioni dal cliente all’analista. Freud sostiene che l’alleanza terapeutica sia quel legame di stima e fiducia che permette al paziente di affidarsi alle cure del medico e collaborare con lui (Gazzillo & Ortu, 2013).

Bowlby, studioso dell’attaccamento, ha concettualizzato il costrutto come una guida per la pratica clinica: infatti, sosteneva, non solo che il terapeuta può diventare una figura di attaccamento con cui creare un legame indissolubile, ma anche che è molto importante che il terapeuta diventi un compagno affidabile per il paziente, che lo accompagni lungo tutto il percorso terapeutico, rimanendo al suo fianco e guidandolo verso il raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Lo psicoterapeuta, secondo Bowlby, deve fornire al paziente una base sicura da cui l’individuo può sentirsi libero di riflettere sul proprio vissuto e sperimentare aspetti della propria vita affrontando anche esperienze dolorose. Il clinico, dunque, rappresenta una sorta di specchio per il paziente, attraverso il quale andare alla scoperta di sé (Bowlby, 1988). Secondo lo studioso dell’attaccamento i pazienti si rivolgono al terapeuta come rifugio sicuro nei momenti di difficoltà per avere conforto e sostegno (Gazzillo & Ortu, 2013).

La definizione di alleanza terapeutica proposta da Bordin (1979) si colloca in una visione pan-teorica dell’alleanza, presente in ogni psicoterapia indipendentemente dal loro modello teorico e operativo e capace di trascendere il modello psicoanalitico da cui ha avuto origine. Secondo Bordin (cit. in Safran & Muran, 2019) l’alleanza è basata su tre componenti: l’accordo sugli obiettivi della terapia, il consenso sui compiti della terapia e il legame affettivo tra cliente e terapeuta. L’autore fornisce una delle definizioni più recenti dell’alleanza terapeutica ponendo l’accento sulla collaborazione attiva e su quanto sia fondamentale la partecipazione del paziente nel raggiungimento degli obiettivi.

L’alleanza, come si è visto precedentemente, affonda le proprie radici nella psicodinamica e oggi è un elemento presente e fondamentale in tutti gli approcci terapeutici, poiché considerata l’essenza stessa della terapia. L’alleanza terapeutica è dunque in ottica comportamentale un legame di fiducia, mentre in ambito psicoanalitico una forma di complicità basata sul raggiungimento di uno o più obiettivi di benessere, ed è importante capire quali sono le caratteristiche comportamentali ed emotive delle due figure protagoniste che possono influire sull’alleanza terapeutica agevolando, quindi, l’intero percorso di cambiamento.

Le caratteristiche del terapeuta

 Gli studiosi Ackerman e Hilsenroth (2003) hanno rilevato e analizzato alcune caratteristiche che ogni terapeuta dovrebbe avere per una buona predisposizione alla creazione del legame. Il primo obiettivo del clinico è quello di creare un dialogo con il proprio paziente e di rendere il luogo e il tempo a lui dedicato il più confortevole possibile, dunque il terapeuta deve mostrarsi flessibile, poiché non conosce le caratteristiche del paziente e un atteggiamento aperto e rispettoso agevolerà la conoscenza. L’onestà e il rispetto sono due caratteristiche fondamentali per una buona alleanza poiché alla base del rapporto deve esserci il sincero desiderio di aiutare e di essere aiutati. È importante mostrarsi interessati, calorosi e affidabili in modo da creare il sentimento di fiducia sul quale si potrà costruire un buon rapporto. Il paziente deve sentirsi accolto, compreso e ascoltato, senza sentirsi giudicato o ignorato, solo così potrà affidarsi completamente all’altro rendendo l’intero percorso terapeutico valido. Il paziente riporta la sua vita, i suoi sentimenti e tutti i suoi stati interni, il compito del terapeuta è quello di saper accoglierli e averne cura. Al contrario, una scarsa alleanza terapeutica è data da caratteristiche negative del terapeuta che portano il paziente a distaccarsi e chiudersi. L’essere distante, poco interessato, critico o stanco non crea la sintonia che dovrebbe esserci tra paziente e clinico poiché, mentre il paziente si racconta, sarà molto attento alle reazioni del terapeuta che non deve mostrarsi disattento o giudicante perché potrebbe creare delle rotture nell’alleanza difficili da riparare.

Le caratteristiche del paziente

Norcross (2011) individua anche dei fattori legati a caratteristiche dei pazienti che influenzano l’alleanza terapeutica: il funzionamento interpersonale, il funzionamento difensivo e le aspettative di miglioramento. Il funzionamento interpersonale è un fattore molto importante per ogni relazione, soprattutto in quella d’aiuto, poiché la capacità di mantenere il legame agevola la relazione stessa, il sentimento di fiducia e il raggiungimento degli obiettivi (Muran & Barber, 2010). Se il funzionamento interpersonale predice una buona alleanza, al contrario un funzionamento difensivo, potrebbe creare un legame debole e instabile (Gatson et al., 1988). Il paziente deve essere mosso da un desiderio di cambiamento e miglioramento per intraprendere un percorso terapeutico ma, alcune volte, potrebbe iniziare la terapia senza essere completamente consenziente e mostrarsi distaccato, poco collaborativo e critico, non essendo quindi d’aiuto alla relazione con il clinico e alla terapia stessa. È importante che i pazienti capiscano che la terapia è per loro un aiuto, un momento di ascolto sincero e privo di giudizi, che l’unico fine del clinico è l’aiuto e che quindi una collaborazione può giovare solamente. Un ultimo fattore individuato che predice una buona alleanza è l’aspettativa al miglioramento: Joyce e Piper (1998) suggeriscono che il desiderio da parte del paziente di migliorare aiuta la creazione del rapporto con il terapeuta, poiché il paziente sarà più collaborativo e determinato.

Conclusioni

A sostegno della tesi di Bordin (1979) che aveva definito l’alleanza terapeutica “panteorica”, è interessante notare che nel corso degli anni non siano state individuate caratteristiche differenti per il paziente e il clinico a seconda dell’approccio psicoterapeutico e della scuola di pensiero, poiché l’alleanza terapeutica è un fattore comune e insito in tutte le terapie senza il quale viene meno la terapia stessa (Muran & Barber, 2010).

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Ackerman, S. J., & Hilsenroth, M. J. (2003). A review of therapist characteristics and techniques positively impacting the therapeutic alliance. Clinical Psychology Review, 23(1), 1–33. https://doi.org/10.1016/S0272-7358(02)00146-0
  • Bordin, E. S. (1979). The generalizability of the psychoanalytic concept of the working alliance. Psychotherapy: Theory, Research, and Practice
  • Bowlby, J. (1988), A secure base. Clinical applications of attachment theory. Routledge, London. tr. it. Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento. Raffaello Cortina Editore, Milano, 1989.
  • Freud, S. (1915-17) Introduzione alla psicoanalisi.  Torino: Bollati Boringhieri, 1985.
  • Gazzillo, F., & Ortu, F. (2013). Sigmund Freud: La costruzione di un sapere. Carocci.
  • J. Christopher Muran e Jacques P. Barber. (2010). L’alleanza terapeutica. Una guida evidence based per la pratica clinica.
  • John C. Norcross. (2011). Quando la relazione psicoterapeutica funzioina... (Vol. 1). Sovera.
  • Joyce, A. S., & Piper, W. E. (1998). Expectancy, the therapeutic alliance, and treatment outcome in short-term individual psychotherapy. The Journal of Psychotherapy Practice and Research, 7(3), 236–248.
  • Safran, J. D., & Muran, J. C. (2019). Teoria e pratica dell’alleanza terapeutica. Laterza.
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