Il libro Psicoterapia come esperienza umana è suddiviso in tre sezioni fondamentali: la prima è dedicata ai colloqui conoscitivi; la seconda, alle fasi centrali della terapia e la terza, infine, alla fase conclusiva del rapporto clinico.
Il libro Psicoterapia come esperienza umana (Nicastro, 2022), come anticipato dallo stesso autore, è un “anti-manuale”, avente lo scopo non di illustrare una specifica metodologia o teoria rigida sulla quale basarsi per la conduzione della propria esperienza clinica, ma piuttosto di offrire uno spunto di riflessione sull’importanza delle caratteristiche personali, “umane”, del terapeuta, e sul valore che esse rivestono nello svolgimento di un lavoro in cui, indubbiamente, l’aspetto relazionale assume un ruolo centrale. Il volume è suddiviso in tre sezioni fondamentali: la prima è dedicata ai colloqui conoscitivi; la seconda, alle fasi centrali della terapia e la terza, infine, alla fase conclusiva del rapporto clinico.
La prima parte è incentrata sull’instaurazione e lo sviluppo della relazione terapeutica e sugli effetti esercitati, su essa, dalle pratiche attuate dal professionista, con particolare riguardo alla decisione di compiere o meno un’indagine diagnostica mediante l’utilizzo di test e strumenti valutativi, e all’eventuale scelta di coinvolgere altre persone (siano esse familiari del paziente o professionisti) nella relazione terapeutica. Nell’affrontare tali tematiche, Nicastro si sofferma non solo sull’analisi delle dinamiche del paziente, ma anche sull’indagine dei processi interni al clinico, fondamentali da riconoscere e gestire al fine di evitare che le sue scelte riguardo alle modalità d’azione possano essere guidate più dalle proprie credenze, emozioni e fattori interni che dalla ricerca del benessere del paziente.
La seconda parte, relativa al “cuore” del percorso trattamentale, inizia con una serie di interessanti riflessioni sul progetto terapeutico e sui processi di mantenimento e consolidamento dell’alleanza tra clinico e paziente, che si presuppone essersi creata nel corso della prima fase. In questo senso, una particolare importanza viene rivestita dalla costruzione -più o meno tacita- di accordi relativi al mantenimento e all’evoluzione degli obiettivi clinici, che possono ampliarsi e modificarsi nel tempo, sulla base delle necessità e dei progressi del paziente. Particolarmente interessanti, in questa sezione del volume, sono le riflessioni sui fattori che influenzano la possibilità di predire la durata della terapia, sull’importanza dell’empatia del terapeuta e sul valore dei contenuti irrazionali emersi all’interno dello spazio del colloquio. Dalla trattazione, emerge una visione della terapia intesa come percorso, intrapreso non solo dall’utente, ma anche dal clinico, che deve apprendere a rendere flessibili gli strumenti a propria disposizione al fine di adattarli, di volta in volta, alla complessità di ognuno degli individui con i quali condividerà lo spazio del setting.
L’ultima parte del libro, relativa alla conclusione della terapia, è incentrata sui cambiamenti insorti nel paziente lungo il percorso e sul modo per valutarne i progressi. Specialmente in questa fase, secondo l’autore, è necessario che il professionista prenda le distanze dalla tentazione di affidarsi, nell’elaborazione delle considerazioni personali, sugli obiettivi raggiunti al momento della conclusione della terapia, a schemi troppo rigidi con i quali rischierebbe di non tener conto delle caratteristiche uniche del paziente. Il capitolo offre, inoltre, numerosi spunti di riflessione sulla necessaria continuità tra le caratteristiche del terapeuta all’interno ed all’esterno del setting clinico.
In definitiva, l’immagine del terapeuta e, in generale, del percorso di psicoterapia presentata dal volume di Marco Nicastro, è estremamente interessante e richiede al professionista una notevole capacità di adattamento, oltre alla caratteristica di non sentirsi mai “arrivato”, ma di mantenere un elevato livello di apertura e flessibilità, requisito necessario per conservare nel tempo la capacità di approcciarsi ad ogni percorso di terapia come ad un nuovo viaggio, stimolante ed arricchente. Il volume offre al lettore numerosi spunti di riflessione, sulla professione e su se stesso, costituendo così una lettura interessante anche per clinici con un orientamento teorico diverso da quello dell’autore.