Una definizione di arousal
È possibile considerare le risposte emotive emesse dagli esseri umani come delle reazioni complesse che si verificano in seguito all’esposizione a uno stimolo evocativo, es. un immagine, un suono o un odore. Queste ultime comprendono l’identificazione del significato dello stimolo, la produzione di uno stato affettivo e la regolazione di quest’ultimo (Phillips et al., 2003). Le risposte emotive coinvolgono molteplici aspetti, tra cui l’arousal. Nell’esperienza e nell’espressione emotiva, l’arousal gioca un ruolo fondamentale, poiché, assieme alla valenza (la proprietà di un affetto che specifica l’attrazione o l’avversione verso un oggetto, un evento o una situazione) viene considerata come una dimensione emotiva trasversale alle culture (Russell, 1994). Tuttavia, se la valenza emotiva riflette la misura in cui un’emozione è positiva o negativa, l’arousal si riferisce invece alla sua intensità, cioè alla forza dello stato emotivo associato (Citron et al., 2014). Nel dettaglio, l’arousal è definibile come il grado di eccitazione o di attivazione fisiologica e motivazionale che una persona sperimenta in risposta all’esposizione a un antecedente emotigeno, es. uno stimolo interno (e.g., pensiero) o esterno (e.g., ragno sul muro) che dà origine a una reazione caratterizzata da una serie di cambiamenti fisiologici, es. l’accelerazione del battito cardiaco, il cambiamento del ritmo respiratorio, il rossore in viso e così via (Bradley et al., 2001). Valstar (2015) definisce l’arousal come una sensazione globale di dinamismo o di letargia che coinvolge l’attività cerebrale e la preparazione fisica all’azione.
Come cambia l’arousal nell’arco di vita
Per quanto riguarda l’andamento dei livelli di arousal nell’arco di vita, è possibile notare delle differenze significative legate all’età che influenzano il processamento delle emozioni di cui facciamo esperienza nella vita di tutti i giorni. Ad esempio, è stato dimostrato che, rispetto ai giovani adulti, gli individui anziani mostrano generalmente una diminuzione dell’arousal dovuta all’esposizione a stimoli negativi e un aumento dell’arousal conseguente all’esposizione a stimoli positivi (Kessler & Staudinger, 2009). Questo risultato potrebbe allacciarsi al dato che, a differenza dei più giovani, i soggetti anziani prestino solitamente maggior attenzione agli stimoli positivi che ricordano peraltro più facilmente rispetto a quelli negativi (Isaacowitz et al., 2006).
Tuttavia, nel qui ed ora, ossia quando i soggetti vengono esposti a stimoli fortemente evocativi registrando i loro livelli di arousal per un lasso di tempo molto ristretto, le tendenze si invertono: gli individui più anziani valutano le immagini negative come più attivanti rispetto ai più giovani e le immagini positive come meno attivanti rispetto a quest’ultimi (Grühn & Scheibe, 2008). Queste differenze nell’arousal emotivo fanno pensare alla presenza di traiettorie dissimili di sviluppo nelle componenti di tratto (stabili), e di stato (temporanee), della regolazione emotiva (Dolcos et al., 2014), es. capacità di un individuo di modulare l’entità o la durata delle proprie risposte emotive (Gross et al., 2011). A tal proposito, soggetti anziani mostrano una maggiore capacità di regolazione delle emozioni rispetto ai giovani adulti (Urry & Gross, 2010). I primi possono persino essere apostrofati come regolatori cronici delle emozioni, in quanto le loro reti neuronali di regolazione delle emozioni risultano cronicamente attivate (Dolcos et al., 2014). In aggiunta, la letteratura scientifica comprende delle evidenze in merito a differenze di età nella percezione degli stimoli emotivi nella vita quotidiana.
In merito alla percezione delle espressioni facciali, per esempio, Svärd et al. (2014) hanno dimostrato che adulti più anziani sperimentano un minor livello di arousal in seguito alla visione di volti maschili arrabbiati rispetto a individui più giovani. Per quanto riguarda invece l’impiego di parole evocative, alcuni studi indicano una relazione tra l’età, l’arousal e la valenza. Ad esempio, è stato dimostrato che individui più anziani si sentano più felici quando vengono presentate loro parole che innescano un basso stato di arousal, mentre essi si sentono meno felici quando vengono presentate loro parole che producono elevati livelli di attivazione dell’organismo; questa relazione non è stata osservata nei partecipanti più giovani (Bjalkebring et al, 2015).
Arousal e genere
Oltre all’età, una seconda variabile associata ai livelli di arosual è il genere. Studi scientifici hanno dimostrato che le femmine sono maggiormente responsive agli eventi spiacevoli rispetto ai maschi e che mostrano al contempo un aumentato livello di arosual rispetto a quest’ultimi in seguito all’esposizione a stimoli emotigeni, soprattutto se questi sono negativi (Bradley et al., 2001). Tra gli studi che indagano le differenze di genere nell’arosual impiegando immagini di volti evocativi, Thayer e Johnsen (2000) ipotizzano che le femmine esibiscono una maggior attivazione fisiologica rispetto ai maschi e che si basino persino su quest’ultima durante il processamento delle espressioni facciali che stanno osservando.
Passando alle parole evocative, Soares et al. (2012) hanno evidenziato delle differenze di genere nell’arousal di un campione di studenti ai quali erano state presentate una serie di parole in lingua portoghese classificate in negative, neutre e positive: le femmine mostravano dei punteggi di arousal più elevati rispetto ai maschi. Infine, sono state osservate delle differenze di genere nella regolazione di emozioni evocate da stimoli emotogeni particolarmente attivanti. In particolare, sono state rilevate differenze fisiologiche e neuronali tra maschi e femmine. Per esempio, McRae et al. (2008) hanno dimostrato che al diminuire dell’esperienza emotiva soggettiva, le femmine esibivano una maggior attivazione delle regioni cerebrali associate alla ri-valutazione cognitiva dello stimolo (re-appraisal), alla risposta emotiva e al processamento della ricompensa rispetto ai maschi. Per quanto riguarda la regolazione delle emozioni e l’arousal sperimentato dai soggetti non sono state riscontrate differenze di genere a livello comportamentale (McRae et al., 2008).
Considerazioni conclusive sull’arousal
Riassumendo, l’arousal è un aspetto fondamentale dell’esperienza, dell’espressione e della regolazione delle emozioni e, proprio per questa ragione, esso costituisce un oggetto di studio degno di approfondimento. A questo scopo, volti e parole evocative possono rivelarsi degli ottimi antecedenti emotigeni e dunque fungere da strumenti eccellenti per l’indagine dell’arousal nell’essere umano. Studi futuri possono far luce sulla relazione tra attivazione emotiva e variabili diverse dal genere e dall’età, come ad esempio il grado di difficoltà nella regolazione delle emozioni o la gravità di sintomi depressivi e ansiosi (Deckert et al., 2020).