Cosa sono i disturbi dell’adattamento?
I disturbi dell’adattamento comprendono condizioni di salute mentale tra loro eterogenee, caratterizzate da sintomi emotivi e comportamentali, sviluppati in risposta a uno o più eventi di vita stressanti. Il disagio sperimentato dall’individuo risulta eccessivo rispetto alla gravità dell’evento stressante e può comportare problemi significativi nelle relazioni interpersonali, nel rendimento scolastico, lavorativo e in ambito familiare (American Psychiatric Association, 2013).
Sintomi dei disturbi dell’adattamento
I sintomi dipendono dal particolare sottotipo di disturbo dell’adattamento sviluppato. In generale, la diagnosi di disturbo dell’adattamento avviene in presenza delle seguenti condizioni (APA, 2013):
- sintomi emotivi e comportamentali manifestati entro 3 mesi dal verificarsi di uno o più eventi stressanti
- sofferenza accentuata e sproporzionata rispetto alla gravità e all’intensità dell’evento (o degli eventi) stressante vissuto, anche in relazione a fattori culturali o del contesto che possano influenzare la manifestazione del disturbo
- funzionamento alterato dell’individuo nei principali ambiti di vita quotidiana (es. lavorativa, scolastica, familiare e sociale).
I sintomi compaiono entro 3 mesi dal verificarsi dell’evento stressante e generalmente si risolvono entro 6 mesi dalla cessazione del fattore di stress e delle sue conseguenze. Se la durata supera 6 mesi, il disturbo può avere un andamento persistente (cronico).
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (2013) individua sei tipologie di disturbi dell’adattamento:
- con umore depresso: umore basso, perdita di speranza e facilità al pianto;
- con ansia: nervosismo, intensa preoccupazione e ansia di separazione dalle figure di attaccamento;
- con ansia e umore depresso misti: è il più diffuso, con una combinazione di sintomi relativi ad ansia e depressione (Yaseen, 2017);
- con alterazione della condotta: con prevalenza di comportamenti incauti, mancato rispetto delle regole sociali, simulazione, danni a oggetti o persone;
- con alterazione mista dell’emotività e della condotta: comprende sia sintomi emotivi (ansia e depressione), sia sintomi della condotta (comportamenti impulsivi e a rischio);
- non specificati: comprendono reazioni disadattive non classificabili all’interno dei tipi precedenti.
In bambini e adolescenti i disturbi dell’adattamento tendono a mostrarsi maggiormente con sintomi a carico della condotta, e possono includere assenze ingiustificate a scuola, aggressività e menzogne.
Gli eventi stressanti possono essere singoli (ad esempio, un licenziamento) o multipli (come diversi lutti di persone significative), ricorrenti o continui (ad esempio, conflitti coniugali e malattie invalidanti). Tali eventi possono coinvolgere il singolo individuo, l’intero nucleo familiare o una porzione più o meno estesa della comunità (come in caso di calamità naturali). Inoltre, alcuni fattori stressanti possono essere caratteristici di particolari tappe della vita (ad esempio, iniziare un nuovo ordine scolastico, lasciare la casa dei genitori ecc.). Nelle persone con disturbo dell’adattamento può aumentare il rischio di suicidio o di tentativi di suicidio (APA, 2013).
Cause dei disturbi dell’adattamento
I disturbi dell’adattamento rappresentano un insieme di reazioni disadattive a un evento stressante. Gli agenti stressanti variano anche nella loro durata, intensità ed effetto. Non vi sono al momento prove disponibili che indichino l’esistenza di un fattore specifico in grado di causare i disturbi dell’adattamento. Alcuni studi suggeriscono che la predisposizione o la vulnerabilità individuale allo stress possono svolgere un ruolo nel favorire l’insorgenza dei sintomi. Questo implicherebbe una sorta di “sindrome da vulnerabilità allo stress”, non corrispondente a una precisa categoria diagnostica (Carta et al., 2009).
Prevalenza, sviluppo e decorso dei disturbi dell’adattamento
Benché la prevalenza possa variare significativamente in base alla popolazione e alle misure di valutazione adottate, si stima che la diagnosi di disturbo dell’adattamento possa oscillare tra il 5% e il 20% negli individui sottoposti a trattamenti in regime ambulatoriale. È più diffuso nella fascia d’età tra i 15 e i 25 anni, e tra i fattori di stress psicosociale più comuni vi sono malattie (28,8%), seguite da problemi nelle relazioni amorose (26%) e problemi domestici (16,4%) (Yaseen, 2017).
A seguito del verificarsi di un evento stressante, l’insorgenza del disturbo è generalmente immediata (entro pochi giorni) e la durata si esaurisce entro 6 mesi, salvo diventare persistente nel caso l’evento stressante e le sue conseguenze continuino.
Disturbi dell’adattamento e reazioni allo stress
Un disturbo dell’adattamento differisce dal comune “sentirsi stressati”, che comporta cambiamenti temporanei nei pensieri, nelle reazioni emotive e nei comportamenti di chi sperimenta lo stress. Al contrario, un individuo con un disturbo dell’adattamento mostra un insieme di reazioni a un fattore di stress, che supera quanto ci si potrebbe comunemente aspettare (anche in relazione alla cultura d’appartenenza) e interferisce col suo funzionamento quotidiano.
Generalmente, di fronte al verificarsi di un avvenimento stressante (ad esempio, un lutto, una separazione, un trasferimento, una malattia ecc.) le persone sviluppano un adattamento – a livello cognitivo, emotivo e comportamentale – alla nuova condizione. In presenza di un disturbo dell’adattamento, la risposta all’evento stressante può invece restare “bloccata” e la sofferenza psichica può eccedere ciò che ci si aspetterebbe normalmente in una situazione simile.
In alcuni casi, i sintomi depressivi possono in parte sovrapporsi alla depressione clinicamente definita. È il caso del sottotipo di disturbo dell’adattamento con umore depresso, anche definito depressione reattiva (o situazionale), i cui sintomi rappresentano una risposta a uno specifico evento stressante.
Trattamento dei disturbi dell’adattamento
Vivere con un disturbo dell’adattamento può comportare sfide quotidiane che necessitano di supporto anche nelle attività di routine. La psicoterapia rappresenta la prima scelta di trattamento dei disturbi dell’adattamento. In particolare, la psicoterapia cognitivo comportamentale può aiutare le persone a individuare schemi di pensiero negativi, credenze e convinzioni profonde alla base delle loro reazioni disadattive agli eventi stressanti. Inoltre, può contribuire alla messa a punto di strategie di coping e pratiche utili alla gestione dello stress quotidiano, incrementando i comportamenti positivi, la motivazione e migliorando complessivamente la qualità di vita.